"Il Padrino, ultimo atto". Stampa tedesca dura sull'Italia

Politica
La prima pagina della Frankfurter Allgemeine Zeitung
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In Germania commenti molto pesanti, anche sulle testate più conservatrici, sulla situazione italiana. Sul banco degli imputati non c'è solo il Cavaliere, ma tutto il sistema politico di "un Paese nel quale vincono solo i furbi e i populisti"

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di David Saltuari

Il Padrino, ultimo atto.
E' senza pietà l'addio che la stampa tedesca riserva a Silvio Berlusconi, messo però sul banco degli accusati insieme a tutto il sistema politico italiano. Nei giorni in cui la stella del Cavaliere sembra definitivamente tramontare, le principali testate in Germania dedicano ampio spazio agli ultimi diciasette anni di storia dell'uomo di Arcore. Der Spiegel, che non è mai stato tenero nei confronti del Cavaliere, arriva a definire, questi ultimi giorni di incarico, in modo gratuito, Ein letzter hauch von Mafia (Un ultimo refolo di Mafia), ma parole dure arrivano anche da giornali più vicini come la conservatrice Frankfurter Allgemeine Zeitung. La sua edizione cartacea pubblica in prima pagina il logo di Canale 5 con la scritta Fine (immagine qui sopra), titolando "Solo non un nuovo daccapo", mentre nelle sue pagine culturali pubblica un durissimo commento firmato dallo storico corrispondente Dirk Schümer dal titolo, appunto, Il Padrino, ultimo atto.

L'analisi del giornale di Francoforte non mette però sotto accusa soltanto Berlusconi, ma tutto il sistema italiano. Secondo il quotidiano tedesco, il Cavaliere non è stato la causa della crisi italiana, ma è soltanto uno dei sintomi (anche se il più  stridente) di un crollo culturale ed etico che coinvolge l'intero sistema . "Berlusconi non ha fatto saltare il sistema, se lo è solo disegnato addosso".

Scrive Strümer che la classe politica italiana si basa su una rete di clientelismi, in cui vari tribuni popolari si costruiscono carriere politiche appoggiandosi, per esempio, "a gruppi di elettori in qualche valle abruzzese, una rete di contatti nel sistema sanitario, una corrente all'interno di qualche sindacato." Un sistema intrecciato di favori e aiuti che travalica ogni divisione ideologica e che non prevede un progetto per il paese. Berlusconi, usando i propri media e i propri soldi, è diventato semplicemente il campione di questo sistema, il tribuno per eccellenza.

"Chi lo potrebbe sostituire ora?" si chiede il giornalista, osservando come tutti i politici, nell'ora della crisi, sembrino pensare solo al proprio orticello. "Già ora un machiavellico veterocomunista come D'Alema o una funzionaria di rango come Rosy Bindi cercano di avvantaggiare solo la propria corrente dalla caduta di Berlusconi" scrive, e spiega "Si chiama Manovra di palazzo", lasciando il termine in italiano, senza riuscire a trovare un corrispettivo in tedesco. Intrighi di palazzo in mano ad Avvocati, Consiglieri, Senatori e Onorevoli (tutti termini lasciati in italiano). Anche per Bersani non ci sono parole tenere: "Un grigio dirigente senza carisma personale, senza progetto politico, senza coraggio per il potere. Sta lì perché nessuno voleva più occupare quel posto."

Il giornale tedesco, continua impietoso, osservando come "l'Italia in questi giorni testimonia il malessere di una democrazia nella quale vincono solo i furbi, quelli capaci di fare le promesse più grandi e trovare finanziamenti alle proprie bugie. Chiunque punti su una strategia della responsabilità viene eliminato." Un sistema di gruppi di interessi, fazioni e correnti, in mano "a vanitosi maschi alfa".

E il popolo in tutto questo? "Quando vedono la speranza gli italiani la votano" scrive l'editorialista, portando l'esempio di Luigi De Magistris, secondo lui un esempio di qualcuno capace di opporsi sia ai baronati di sinistra, che all'impero mediatico di Berlusconi. Ma una soluzione è ancora lontana. Mentre il vecchio potere si sgretola, conclude Strümer, nelle stanze del potere si torna a cucinare la solita minestrina e ci si dividono i resti del Cavaliere. "Ma uno sguardo alla vicina Grecia potrebbe mettere nel panico gli avidi nani di Berlusconi (come definisce i politici italiani, ndr). Il governo di un paese fallito infatti non conta nulla".


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