Governo tecnico o elezioni? Se la base si ribella al partito

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Dal blog di Antonio Di Pietro, al forum dei giovani padani, alla pagina Facebook di Nichi Vendola: sul web i militanti contestano i partiti che si sono schierati contro un esecutivo guidato da Monti. "Serve responsabilità", "Salvate l'Italia"

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di Giulia Floris

Il blog di Antonio Di Pietro inondato di commenti, il sondaggio di Padania.org che raccoglie il 60% dei consensi per un governo tecnico, i tanti fan di Nichi Vendola che su Facebook chiedono di non andare a votare subito.
In un momento in cui la situazione politica appare ancora molto incerta e in cui le posizioni attraversano in maniera trasversale gli schieramenti, gli italiani sembrano tifare per la prudenza di un esecutivo tecnico e, da destra a sinistra, sembra emergere uno scollamento tra i partiti che si sono detti favorevoli al voto anticipato e la loro base. Questo, perlomeno, a giudicare dalle reazioni sul web dei militanti di Lega Nord, Idv e Sel, partiti che, pur con dei distinguo, si sono detti contrari a un governo tecnico e favorevoli alle elezioni.

I più scatenati sono i militanti dell’Idv che, sul blog di Antonio Di Pietro, alternano i toni della supplica a quelli dell’invettiva. “Per GRAZIA di DIO, TONINO non mandare in bancarotta l'ITALIA e dici di SI a MARIO MONTI!!!!!!!!!!!!!” scrive Luca C., “E’ ora di pensare un attimo a noi italiani distrutti dal ventennio di scelleratezze. Occorre un governo forte subito non elezioni con il porcellum per prendere dei voti in più. Non tradire gli italiani pure tu Tonino !!!” quasi implora anche Francesco L.
Invitano tutti al senso di responsabilità i fedelissimi dell'ex pm, come Ilaria, che attacca: “Questo non è il momento di puntare i piedi, la situazione richiede interventi immediati, è da irresponsabili opporsi, inoltre non è accettabile andare al voto con questa legge elettorale. In questo modo perdete la fiducia di molti elettori IDV”. 
“Caro Antonio, sono un tesserato, convinto della mia scelta ad entrare in IDV per gli obbiettivi che si prefigge ma sinceramente, a volte resto basito di fronte alle dichiarazioni che fai. Vedi Legge Reale o il fatto di appoggiare Monti” scrive un altro utente. Dello stesso tenore l’invito di Edoardo B. “Caro Antonio.  Con l'Italia alla deriva Lei pensa ancora a fare questi giochini? La prego di appoggiare il probabile governo Monti per l'interesse del Paese e della maggioranza degli italiani, onesti lavoratori, che non guadagnano quanto la vostra casta".

E sulla pagina facebook del partito i commenti sono ancora più duri. “Siete una delusione” dice Eugenio, "Questa reazione contro Monti proprio non me la sarei aspettata" scrive un altro utente. "Caro Di Pietro l'Italia prima di tutto!! Lo volete capire che stiamo scivolando nel baratro!! Ci vuole senso di responsabilità, basta con i magheggi della politica e del consenso" è l’affondo di Cesare.

A sorpresa anche la base della Lega, nonostante i proclami dei suoi leader, non sembra tifare compatta per il voto subito. Su Padania.org (sito non ufficiale di area leghista), come detto, un sondaggio sulla crisi di governo, vede al primo posto, con il 60% delle preferenze, la soluzione di un esecutivo di larghe intese senza Berlusconi, e solo al 28% l'opzione del voto subito.

E anche sul forum dei giovani padani l'ipotesi Monti raccoglie consensi. Un utente dal nickname velenopuro scrive dell'economista: "E’ il miglior commissario europeo che abbiamo mandato […] è insensibile alle lobbies […]non è di sinistra ma è una persona con una caratura internazionalmente riconosciuta". E sullo stesso forum anche Luigi, che pure ammette di non conoscere la figura dell’economista, dice: "Monti sembra un angelo precipitato all'inferno...Così a pelle mi sembra per lo meno una persona ragionevole”. E un altro utente si unisce al coro di quei leghisti che non vogliono il voto subito: "Ma il bene della nazione? Gli italiani vogliono solo che qualcuno CAPACE ci porti fuori da questa situazione. Sicuramente non lo sono coloro che verranno candidati e che dovrebbero essere votati. Gente che non sa nemmeno di cosa si sta parlando in questo momento. Serve gente che nella vita ha "mangiato pane ed economia".

Divisi sul voto e distanti dai loro dirigenti appaiono anche i sostenitori di Sel, (che non è rappresentata in Parlamento). I fan della pagina facebook di Nichi Vendola, per la maggior parte, non sembrano condividere la posizione espressa da Gennaro Migliore, che ad Affari Italiani ha dichiarato: "Pensiamo che si debba evitare qualsiasi altro tentennamento e andare  al voto per dare un forte governo legittimato che faccia effettivamente quello che serve contro la crisi".
“Non sono d'accordo, governo tecnico, cambio legge elettorale e poi il voto” scrive Antonella, “Gennaro cerca di essere ‘migliore’. Guarda oltre il tuo naso, prima evitiamo il fallimento e poi se vinciamo le elezoni...penseremo a ricostruire (se possibile). meno poesie e più fatti oggi” chiosa anche un altro utente. "Andare a votare e fare un intervento d'emergenza per rassicurare i mercati sono le uniche cose che possono evitare il fallimento del Paese?!!!” Al solito pensate solo alle vostre tasche!!!! Pensavo fossi diverso, e non solo in quel senso!!!! Che delusione!!!!” accusa Antonella. E in tanti si dicono contrari ad andare al voto subito, con l’attuale legge elettorale. Come Pino: “Questa volta non posso essere d'accordo, non c'è tempo per il voto, falliremmo prima, non mi piace Monti, ma non possiamo fare altro che rassicurare i cravattari mondiali, e poi andare al voto, con un'altra legge elettorale".

Alla parole di Migliore è seguita poi la nota del coordinamento nazionale di Sel, in cui il partito di Vendola sembra aprire la porta a un esecutivo tecnico, ma a una condizione: "Un governo di emergenza - si legge - non può che essere a tempo e con un immediato obiettivo: fronteggiare l’emergenza dei conti con una patrimoniale vera".
Posizione questa sostenuta da diversi utenti, come Nicola A. che dalla bacheca di Vendola si rivolge provocatoriamente proprio a Monti: sì a un governo tecnico solo se farà la patrimoniale.

Nelle ore febbrili che segnano la fine del governo Berlusconi, in ogni caso, una cosa sembra accomunare quel che resta della maggioranza e un’opposizione quanto mai frammentata: lo scollamento tra i dirigenti e la base, anche in quei partiti che finora avevano fatto del legame coi militanti proprio il loro punto di forza.

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