"Cittadinanza? Padana". Sul web i leghisti anti-censimento
PoliticaDalle loro pagine Facebook i militanti del Carroccio lanciano iniziative per 'boicottare' il questionario dell'Istat: negando di essere italiani e dichiarando origini in Padania. Intanto, il loro quotidiano critica i "600 milioni mal spesi" dallo Stato
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Bossi: "La Padania non ne può più. Secessione"
"La Lega salva un Romano". Proteste e sfottò dei militanti
di Serenella Mattera
Cittadinanza: padana. Non scherzano, i militanti del Carroccio. Loro che per affermare l’esistenza della patria dei leghisti vogliono battersi, hanno deciso di non farsi sfuggire l’occasione del censimento 2011 per dichiarare la loro nazionalità: no, non quella italiana. Paese di origine? Padania!
L’idea è venuta ai Giovani padani di Orzinuovi, comune di 12mila anime in provincia di Brescia. Hanno creato un evento Facebook con le istruzioni per dichiarare ufficialmente che “noi esistiamo!”. Perché se il presidente della Repubblica afferma che “il popolo padano non esiste”, i militanti in camicia verde pensano bene di fargli pervenire la propria risposta nero su bianco, sui moduli del censimento. Con una bella ‘x’ sul NO, per negare di avere la cittadinanza italiana. Per poi attribuire a se stessi e ai propri familiari origini in Padania. E anche “se a compilare è il capofamiglia”, si raccomanda ai più giovani, è consigliabile “stargli vicini per ricordargli che noi (padani) esistiamo” e devono dirlo a chiare lettere allo Stato.
All’iniziativa dei militanti bresciani hanno aderito su Facebook quasi in trecento. Ma l’idea è tutt’altro che isolata. Tant’è che la si ritrova su un’altra pagina web della galassia leghista, quella dei fan di Radio Padania Libera. “Io nel censimento – scrive chi gestisce la pagina – non barro la casella della cittadinanza italiana”. “Io la croce non la metto”, concorda Antonio. Mentre Fabio annuncia di aver “aggiunto una postilla” polemica: “Visto che non esisto non capisco perché me lo fate compilare”, il modulo del censimento. Più facili le cose per Rodolfo: “Io che ho la doppia cittadinanza, opterò per quella non italiana”.
Del resto, le iniziative dei singoli sono in linea con la campagna lanciata su La Padania in risposta a Napolitano, con la raccolta di dichiarazioni dei lettori sul tema: “Io esisto e sono padano”. Un “fiume in piena” di risposte, festeggia il quotidiano verde, prima di affermare beffardo: “Grazie, presidente Napolitano! Se oggi la Padania ha allargato i propri confini e rinnovato entusiasmo ed energia, è proprio grazie alle sue dichiarazioni fatte in casa di Pulcinella” (a Napoli, ndr).
Ma tornando al censimento, lo stesso organo d’informazione del partito di Umberto Bossi non ha risparmiato critiche. L’11 ottobre ha dedicato due pagine ai “600 milioni mal spesi” per fare la fotografia degli italiani. “La maggior parte dei dati richiesti – polemizza la Padania – riguarda informazioni anagrafiche e catastali, già desumibili dagli archivi degli enti locali o fiscali”. E i quesiti posti sono “inutili o da test estivo, destinati a non rivelare nulla di cosa sta a cuore ai cittadini, né dei loro problemi quotidiani o delle loro aspettative”.
Intanto, come ad ogni censimento, tornano le polemiche in Alto Adige legate alle minoranze linguistiche. E anche qui c’è lo zampino dei leghisti. La consigliera provinciale del Carroccio Elena Artioli ha infatti fatto causa contro la provincia di Bolzano per il censimento linguistico, che in Alto Adige si svolge in contemporanea con quello generale dell’Istat e serve a calcolare la proporzione tra italiani, tedeschi e ladini, sulla base della quale vengono distribuite le ricche risorse della provincia autonoma, dalla casa ai posti di lavoro. “Una imposizione, una forzatura”, secondo Artioli, che rivendica il diritto a dichiararsi mistilingue, opzione che la legge non prevede. Una ‘obiezione etnica’, dunque. Con le Lega, ancora una volta, in prima fila.
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Cittadinanza: padana. Non scherzano, i militanti del Carroccio. Loro che per affermare l’esistenza della patria dei leghisti vogliono battersi, hanno deciso di non farsi sfuggire l’occasione del censimento 2011 per dichiarare la loro nazionalità: no, non quella italiana. Paese di origine? Padania!
L’idea è venuta ai Giovani padani di Orzinuovi, comune di 12mila anime in provincia di Brescia. Hanno creato un evento Facebook con le istruzioni per dichiarare ufficialmente che “noi esistiamo!”. Perché se il presidente della Repubblica afferma che “il popolo padano non esiste”, i militanti in camicia verde pensano bene di fargli pervenire la propria risposta nero su bianco, sui moduli del censimento. Con una bella ‘x’ sul NO, per negare di avere la cittadinanza italiana. Per poi attribuire a se stessi e ai propri familiari origini in Padania. E anche “se a compilare è il capofamiglia”, si raccomanda ai più giovani, è consigliabile “stargli vicini per ricordargli che noi (padani) esistiamo” e devono dirlo a chiare lettere allo Stato.
All’iniziativa dei militanti bresciani hanno aderito su Facebook quasi in trecento. Ma l’idea è tutt’altro che isolata. Tant’è che la si ritrova su un’altra pagina web della galassia leghista, quella dei fan di Radio Padania Libera. “Io nel censimento – scrive chi gestisce la pagina – non barro la casella della cittadinanza italiana”. “Io la croce non la metto”, concorda Antonio. Mentre Fabio annuncia di aver “aggiunto una postilla” polemica: “Visto che non esisto non capisco perché me lo fate compilare”, il modulo del censimento. Più facili le cose per Rodolfo: “Io che ho la doppia cittadinanza, opterò per quella non italiana”.
Del resto, le iniziative dei singoli sono in linea con la campagna lanciata su La Padania in risposta a Napolitano, con la raccolta di dichiarazioni dei lettori sul tema: “Io esisto e sono padano”. Un “fiume in piena” di risposte, festeggia il quotidiano verde, prima di affermare beffardo: “Grazie, presidente Napolitano! Se oggi la Padania ha allargato i propri confini e rinnovato entusiasmo ed energia, è proprio grazie alle sue dichiarazioni fatte in casa di Pulcinella” (a Napoli, ndr).
Ma tornando al censimento, lo stesso organo d’informazione del partito di Umberto Bossi non ha risparmiato critiche. L’11 ottobre ha dedicato due pagine ai “600 milioni mal spesi” per fare la fotografia degli italiani. “La maggior parte dei dati richiesti – polemizza la Padania – riguarda informazioni anagrafiche e catastali, già desumibili dagli archivi degli enti locali o fiscali”. E i quesiti posti sono “inutili o da test estivo, destinati a non rivelare nulla di cosa sta a cuore ai cittadini, né dei loro problemi quotidiani o delle loro aspettative”.
Intanto, come ad ogni censimento, tornano le polemiche in Alto Adige legate alle minoranze linguistiche. E anche qui c’è lo zampino dei leghisti. La consigliera provinciale del Carroccio Elena Artioli ha infatti fatto causa contro la provincia di Bolzano per il censimento linguistico, che in Alto Adige si svolge in contemporanea con quello generale dell’Istat e serve a calcolare la proporzione tra italiani, tedeschi e ladini, sulla base della quale vengono distribuite le ricche risorse della provincia autonoma, dalla casa ai posti di lavoro. “Una imposizione, una forzatura”, secondo Artioli, che rivendica il diritto a dichiararsi mistilingue, opzione che la legge non prevede. Una ‘obiezione etnica’, dunque. Con le Lega, ancora una volta, in prima fila.