Cicchitto: "Sì al condono, se serve contro il debito"

Politica
Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto

Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera "l'etica non si misura su questo ma sulla capacità di trovare risorse". Ma Tremonti dice no: "Una nuova sanatoria frenerebbe la lotta all'evasione". Claudio Scajola attacca: "Il Pdl non è mai nato". VIDEO

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"Per abbattere il nostro debito, se serve, si può mettere mano anche al condono edilizio e fiscale. Non credo che l'etica si misuri su questo ma sulla capacità di trovare risorse per la crescita". A dirlo,è Fabrizio Cicchitto durante un convengo del suo partito a Saint Vincent. "Il Governo - spiega il capogruppo del Pdl alla Camera è stato su una linea difensiva che ha consentito di salvare l'Italia. Adesso è indispensabile una svolta di qualità. Deve fare la riforme istituzionale, che comprende anche la riforma elettorale, e un'operazione sulla crescita che porti all'abbattimento del debito".

Il capogruppo del Pdl torna così a riaccendere il dibattito sul condono, nonostante nei giorni scorsi una smentita in tal senso sia venuta anche da Palazzo Chigi. E nonostante la posizione di Giulio Tremonti.   Per il ministro dell'Economia infatti un condono in questo momento "vorrebbe dire frenare sul nascere il progetto di contrasto all'evasione, sarebbe un togliere forza al nostro vero obiettivo. Finora le entrate da lotta all'evasione fiscale sono servite sistematicamente per finanziare la spesa pubblica: sanità, pensioni, assistenza. Il condono minaccia però l'afflusso di queste entrate e, così facendo, alla fine ci troveremmo con un maggior deficit".

Ma dal convengo del Pdl a Saint Vincent arriva anche un affondo da Claudio Scajola. Secondo l'ex ministro "il Pdl non è mai nato perché Berlusconi con la geniale intuizione del 2008 ha capito che c'era una frammentazione che godeva di rendite di posizione ma non semplificava il quadro politico e, quindi, ha cercato di unire diverse componenti. Si è costruito questo primo contenitore nella provvisorietà della campagna elettorale, ma non si è portato a compimento".

A questo punto, secondo Scajola,  "Berlusconi deve essere protagonista di una grande scossa, una grande svolta altrimenti questo Paese non si salva e questi non sono temi né da carbonari né da chi  pensa di colpire qualcuno alle spalle".

"Non possiamo pensare di affrontare questo momento difficile  attraverso la politica urlata - osserva Scajola - attraverso la  contraddizione forte che c'è in questo momento. E' necessario che Berlusconi, che nel '94 ha fermato la macchina da guerra di Occhetto, oggi  colga a distanza di 17 anni la necessità di essere  protagonista di una grande scossa".

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