Manovra, intesa Pdl-Lega: Iva bloccata e stretta su pensioni

Politica
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi

Ecco le novità dell'accordo raggiunto ad Arcore: salta il contributo di solidarietà, salvi i piccoli Comuni, l'abolizione delle Province si farà per via costituzionale. Tremonti: "Molto bene". Bersani: "Non vedo come possano quadrare i conti"

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Salta il contributo di solidarietà, che rimane solo per i parlamentari. E saranno 'ammorbiditi', di circa due miliardi, i tagli a Comuni Regioni e Province, mentre per la loro soppressione (con conferimento delle competenze alle Regioni), così come per il dimezzamento di deputati e senatori, si rimanda a un intervento "di natura costituzionale". Nessun aumento dell'Iva e mano al capitolo pensioni. Sono alcuni dei punti su cui la maggioranza ha 'trovato la quadra' dopo sette ore di vertice ad Arcore per mettere mano alla manovra mantenendo saldi e tempistica invariati.

Stretta sulle pensioni - Si riaprirà dunque anche il capitolo pensioni, che fino all'ultimo sembrava 'intoccabile' per il veto della Lega, anche se si interverrà solo sul calcolo degli anni per raggiungere il congedo dal lavoro: non sarà più possibile, infatti, per raggiungere l'anzianità di servizio, 'riscattare' il servizio militare o gli anni dell'Università, anche se verranno comunque computati per il calcolo della pensione. Misura dalla quale, stando alle prime stime solo sullo stop per l'anno di militare, si potrebbe ricavare circa 1-1,5 miliardi di euro.

Contrasto all'evasione fiscale - Le altre risorse per alleggerire i tagli agli enti locali dovrebbero arrivare, come riferisce il comunicato diramato da Palazzo Chigi al termine del vertice, da "maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate". In sostanza, spiega il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, i tagli saranno comunque praticamente "dimezzati" perché bisogna considerare anche "il miliardo" di proventi della Robin Hood Tax (la metà di quelli previsti, perché l'altra andrà ai ministeri) già destinato in manovra alle amministrazioni locali, e pure, "il recupero dell'evasione fiscale" che ora i Comuni che collaborano alla lotta all'evasione percepiranno "al 100% (e non più al 50%)". Ed entrerà tra le misure anche la 'tassa sull'evasione' proposta proprio dal ministro leghista, che consentirà di eliminare la 'supertassa', attraverso "la nostra norma - spiega ancora Calderoli - contro le società di comodo e i trust utilizzati per evadere le tasse", quelle che da Palazzo Chigi vengono definite "nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive".
A concorrere all'addio al contributo ci saranno anche, però, la "riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative", di cui si era parlato nei giorni scorsi.

Niente ritocchi all'Iva, salvi i piccoli Comuni - Non ci saranno, almeno per il momento, ritocchi dell'Iva, con soddisfazione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. L'aumento dell'imposta sul valore aggiunto resta comunque inserita tra le misure da attuare con la delega fiscale e assistenziale. 'Salvi' anche i piccoli Comuni, che dovranno procedere all'obbligo dell'accorpamento dei servizi solo a partire dal 2013, ma manterranno i loro consigli comunali, seppur con meno componenti e senza 'gettone di presenza'. Accolte, secondo quanto riferiscono Isabella Bertolini e Giorgio Straquadanio, anche alcune modifiche chieste dai 'frondisti, come "il taglio del 25% della pubblica amministrazione" e "la vendita del patrimonio pubblico".

Reazioni - Le modifiche introdotte dopo il vertice non cambiano la posizione del Pd. "Dalle cose che si capiscono fino a qui siamo alla confusione, ad una quadra che non c'è, non vedo come possano quadrare questi conti" commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Nell'insieme mi sembra una soluzione debole - ha aggiunto - spero non venga valutata troppo pesantemente da chi ci osserva nel mondo". Duro anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Le manovre si fanno con i fatti. Sono le cosiddette modifiche a chiacchiere, una nuova presa in giro degli italiani".
Non meno severo il giudizio a caldo del Terzo polo: "Le modifiche sembrano peggio della soluzione di partenza", dice Italo Bocchino (Fli). Certo, si attende con prudenza di leggere nel concreto le misure e si spera che emerga qualcosa di buono. Ma fin d'ora l'annuncio dell'abolizione delle province e del dimezzamento dei parlamentari viene considerato dai terzopolisti una "boutade", perché rimanda a una riforma costituzionale.

Bersani: "Siamo alla confusione"


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