Il testo approda a Palazzo Madama tra le polemiche. Nella maggioranza, dopo la fronda dei contrari al contributo di solidarietà, si apre un nuovo fronte: il prelievo sui fondi rientrati con lo scudo, proposto dal Pd. TUTTE LE MISURE IN DISCUSSIONE
IL TESTO DELLA MANOVRA
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La manovra arriva in Senato tra le polemiche. Nel pomeriggio di mercoledì 17 è attesa la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Successivamente, il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di palazzo Madama che inizieranno l'esame del ddl a partire da lunedì 22 agosto.
Un nuovo fronte nella maggioranza - Ma nella maggioranza, dopo i "frondisti del Pdl" anti-contributo si apre un altro fronte: quello del prelievo sui capitali "scudati" proposto dal Pd e sostenuto da diverse anime del Pdl e, sembra, dal leghista Roberto Maroni, ma contro il quale si opporrebbe fermamente il Tesoro. E mentre Bossi assicura che "il governo non si farà sommergere dalle critiche", Berlusconi, in questa nuova querelle, appare nel mezzo. Uno stretto consigliere del premier sottolinea la necessità di "chiudere la partita della manovra il prima possibile, tanto più dopo il giudizio positivo del Financial Times, altrimenti - ammonisce - la chiuderanno gli speculatori". Ecco perché le aperture del presidente del Consiglio a possibili miglioramenti rischiano di scontrarsi contro la realtà dei mercati. Eppure, nella maggioranza, anzi nello stesso Pdl, non c'è giorno senza nuovi distinguo.
I vertici del Pdl aperti al dibattito - "Credevamo di avere più tempo a disposizione. Invece, le dinamiche della crisi ci hanno chiesto di accelerare, innanzitutto sul fronte del debito, per raggiungere nel 2013 lo storico risultato del pareggio di bilancio". Così i presidenti del gruppo del Pdl di Camera e Senato (Fabrizio Cicchito e Maurizio Gasparri), e i loro vice (Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello), parlano - in una lettera pubblicato sul Corriere della Sera in cui dicono di "essere aperti al dibattito in Parlamento" - di come si è giunti "in tempi record" a questa nuova manovra a causa della crisi che ha "destabilizzato l'Europa" e "la moneta unica", in uno scenario in cui "l'Italia si è trovata in pericolo" (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA).
L'ipotesi della tassa sui fondi scudati - Dopo Giancarlo Galan e i "malpancisti" pidiellini come Antonio Martino o Guido Crosetto, ora ci sono quelli che sostengono la bontà della proposta di Pier Luigi Bersani sulla tassazione dei capitali rientrati grazie allo scudo fiscale. Certo, in forma decisamente inferiore a quella proposta dal Pd: l'ipotesi allo studio sarebbe infatti di appena 1-2% che, stando ai calcoli fatti a via dell'Umiltà, darebbe circa 2 miliardi. "Quello che serve per 'coprire' la rimodulazione del contributo di solidarietà", spiega una fonte governativa all'Ansa. Cifre che però fanno storcere il naso ai Democratici, che parlano di intervento "risibile".
Ad ogni modo, il fatto stesso che nel nel governo ci si ragioni sopra è una notizia: in tanti nel Pdl, infatti, la ritengono 'giusta", oltre che "utile" a coprire quelle piccole modifiche sul fronte del contributo volontario per i redditi sopra i 90mila euro, come ad esempio un alleggerimento per chi ha familiari a carico.
Tremonti contrario alla proposta - Ma è una misura che vede, secondo alcune fonti, la ferma contrarietà del ministro dell'Economia che ritiene l'intervento "incostituzionale". Eppure, lo stesso Berlusconi non chiude del tutto alla proposta. E' vero che, prima di lasciare la Sardegna, si limita a dire di "non averla letta" e di volerlo fare prima di esprimere giudizi. Ma è altrettanto vero che non dice 'no' a priori.
Certo, fra il dire e il fare ci sono parecchi ostacoli: primo, la "percorribilità" davanti a diritti acquisiti di quanti hanno scudato i capitali; secondo, l'opportunità politica di un governo che "tradisce" la parola data. L'impressione, però, è che anche questa ipotesi rischia di infrangersi sul 'muro' eretto dal Tesoro.
E le stesse parole del premier confermano che l'orientamento è di non stravolgere l'impianto del testo varato dal Cdm. "I saldi della manovra sono intoccabili", ha ammonito il premier a Ferragosto, durante una passeggiata per Porto Rotondo. "Ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee migliorative, nulla osta a che siano accolte" anche con l'obiettivo di rendere "più accettabile" la manovra al Paese.
Ecco le altre misure in discussione
PENSIONI - Confindustria, e parte della maggioranza, premono perché si intervenga in modo strutturale. Il tentativo di mettere mano al capitolo pensioni (almeno su reversibilità e anzianità) è già stato oggetto di trattativa nel governo, ma è stato bloccato dal 'niet' di Umberto Bossi. Mentre il Carroccio non sembra recedere dalla sua posizione, i sostenitori di un intervento in materia, tra cui si annovera anche il partito di Casini, punterebbero anche all'innalzamento dell'eta' pensionabile, per renderla omogenea al resto dell'Europa.
AUMENTO IVA - Continua il pressing, interno alla maggioranza, per alzare di un punto percentuale l'imposta sul valore aggiunto, che equivale a circa 6 miliardi di euro. La misura, valutata positivamente anche da Udc e industriali, secondo Confcommercio e' invece "depressiva" dei consumi e potrebbe portare fino a "oltre un punto in meno di Pil in termini di consumi". Peraltro, è stata 'stoppata' anche dal premier, che inizialmente aveva invece spinto molto in questa direzione, perche' rischierebbe di "aumentare inflazione ed evasione". Un intervento ci potrebbe essere in un secondo momento, con la delega fiscale che il parlamento inziera' a discutere da meta' settembre, e potrebbe invece servire ad ammorbidire i tagli gia' messi a saldo (4 miliardi il primo anno, 20 il secondo), che altrimenti peserebbero, come denuncia il Pd, solo sull'assistenza.
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ - Non sarà abolito, come ha chiarito Berlusconi, ma all'interno della maggioranza si ragiona su come 'depotenziare' il prelievo, intervenendo o sul tetto del reddito o modulandolo per venire incontro a chi ha famiglia, come auspicato dall'Udc.
TFR - E' una non meglio precisata proposta che va ripetendo Bossi da giorni, che dovrebbe servire a far "raddoppiare" gli stipendi e stimolare cosi' la crescita. L'ipotesi, dice sempre il Senatur, sarebbe allo studio del ministro Tremonti.
DISMISSIONI, PRIVATIZZAZIONI E PATRIMONIALE - Resistono i sostenitori di un prelievo sui patrimoni (il Pd, ad esempio, propone una "imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato"), così come delle dismissioni degli immobili di proprieta' pubblica, ma anche della privatizzazione di tutte le municipalizzate (tra le proposte della 'fronda' Pdl).
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La manovra arriva in Senato tra le polemiche. Nel pomeriggio di mercoledì 17 è attesa la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Successivamente, il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di palazzo Madama che inizieranno l'esame del ddl a partire da lunedì 22 agosto.
Un nuovo fronte nella maggioranza - Ma nella maggioranza, dopo i "frondisti del Pdl" anti-contributo si apre un altro fronte: quello del prelievo sui capitali "scudati" proposto dal Pd e sostenuto da diverse anime del Pdl e, sembra, dal leghista Roberto Maroni, ma contro il quale si opporrebbe fermamente il Tesoro. E mentre Bossi assicura che "il governo non si farà sommergere dalle critiche", Berlusconi, in questa nuova querelle, appare nel mezzo. Uno stretto consigliere del premier sottolinea la necessità di "chiudere la partita della manovra il prima possibile, tanto più dopo il giudizio positivo del Financial Times, altrimenti - ammonisce - la chiuderanno gli speculatori". Ecco perché le aperture del presidente del Consiglio a possibili miglioramenti rischiano di scontrarsi contro la realtà dei mercati. Eppure, nella maggioranza, anzi nello stesso Pdl, non c'è giorno senza nuovi distinguo.
I vertici del Pdl aperti al dibattito - "Credevamo di avere più tempo a disposizione. Invece, le dinamiche della crisi ci hanno chiesto di accelerare, innanzitutto sul fronte del debito, per raggiungere nel 2013 lo storico risultato del pareggio di bilancio". Così i presidenti del gruppo del Pdl di Camera e Senato (Fabrizio Cicchito e Maurizio Gasparri), e i loro vice (Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello), parlano - in una lettera pubblicato sul Corriere della Sera in cui dicono di "essere aperti al dibattito in Parlamento" - di come si è giunti "in tempi record" a questa nuova manovra a causa della crisi che ha "destabilizzato l'Europa" e "la moneta unica", in uno scenario in cui "l'Italia si è trovata in pericolo" (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA).
L'ipotesi della tassa sui fondi scudati - Dopo Giancarlo Galan e i "malpancisti" pidiellini come Antonio Martino o Guido Crosetto, ora ci sono quelli che sostengono la bontà della proposta di Pier Luigi Bersani sulla tassazione dei capitali rientrati grazie allo scudo fiscale. Certo, in forma decisamente inferiore a quella proposta dal Pd: l'ipotesi allo studio sarebbe infatti di appena 1-2% che, stando ai calcoli fatti a via dell'Umiltà, darebbe circa 2 miliardi. "Quello che serve per 'coprire' la rimodulazione del contributo di solidarietà", spiega una fonte governativa all'Ansa. Cifre che però fanno storcere il naso ai Democratici, che parlano di intervento "risibile".
Ad ogni modo, il fatto stesso che nel nel governo ci si ragioni sopra è una notizia: in tanti nel Pdl, infatti, la ritengono 'giusta", oltre che "utile" a coprire quelle piccole modifiche sul fronte del contributo volontario per i redditi sopra i 90mila euro, come ad esempio un alleggerimento per chi ha familiari a carico.
Tremonti contrario alla proposta - Ma è una misura che vede, secondo alcune fonti, la ferma contrarietà del ministro dell'Economia che ritiene l'intervento "incostituzionale". Eppure, lo stesso Berlusconi non chiude del tutto alla proposta. E' vero che, prima di lasciare la Sardegna, si limita a dire di "non averla letta" e di volerlo fare prima di esprimere giudizi. Ma è altrettanto vero che non dice 'no' a priori.
Certo, fra il dire e il fare ci sono parecchi ostacoli: primo, la "percorribilità" davanti a diritti acquisiti di quanti hanno scudato i capitali; secondo, l'opportunità politica di un governo che "tradisce" la parola data. L'impressione, però, è che anche questa ipotesi rischia di infrangersi sul 'muro' eretto dal Tesoro.
E le stesse parole del premier confermano che l'orientamento è di non stravolgere l'impianto del testo varato dal Cdm. "I saldi della manovra sono intoccabili", ha ammonito il premier a Ferragosto, durante una passeggiata per Porto Rotondo. "Ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee migliorative, nulla osta a che siano accolte" anche con l'obiettivo di rendere "più accettabile" la manovra al Paese.
Ecco le altre misure in discussione
PENSIONI - Confindustria, e parte della maggioranza, premono perché si intervenga in modo strutturale. Il tentativo di mettere mano al capitolo pensioni (almeno su reversibilità e anzianità) è già stato oggetto di trattativa nel governo, ma è stato bloccato dal 'niet' di Umberto Bossi. Mentre il Carroccio non sembra recedere dalla sua posizione, i sostenitori di un intervento in materia, tra cui si annovera anche il partito di Casini, punterebbero anche all'innalzamento dell'eta' pensionabile, per renderla omogenea al resto dell'Europa.
AUMENTO IVA - Continua il pressing, interno alla maggioranza, per alzare di un punto percentuale l'imposta sul valore aggiunto, che equivale a circa 6 miliardi di euro. La misura, valutata positivamente anche da Udc e industriali, secondo Confcommercio e' invece "depressiva" dei consumi e potrebbe portare fino a "oltre un punto in meno di Pil in termini di consumi". Peraltro, è stata 'stoppata' anche dal premier, che inizialmente aveva invece spinto molto in questa direzione, perche' rischierebbe di "aumentare inflazione ed evasione". Un intervento ci potrebbe essere in un secondo momento, con la delega fiscale che il parlamento inziera' a discutere da meta' settembre, e potrebbe invece servire ad ammorbidire i tagli gia' messi a saldo (4 miliardi il primo anno, 20 il secondo), che altrimenti peserebbero, come denuncia il Pd, solo sull'assistenza.
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ - Non sarà abolito, come ha chiarito Berlusconi, ma all'interno della maggioranza si ragiona su come 'depotenziare' il prelievo, intervenendo o sul tetto del reddito o modulandolo per venire incontro a chi ha famiglia, come auspicato dall'Udc.
TFR - E' una non meglio precisata proposta che va ripetendo Bossi da giorni, che dovrebbe servire a far "raddoppiare" gli stipendi e stimolare cosi' la crescita. L'ipotesi, dice sempre il Senatur, sarebbe allo studio del ministro Tremonti.
DISMISSIONI, PRIVATIZZAZIONI E PATRIMONIALE - Resistono i sostenitori di un prelievo sui patrimoni (il Pd, ad esempio, propone una "imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato"), così come delle dismissioni degli immobili di proprieta' pubblica, ma anche della privatizzazione di tutte le municipalizzate (tra le proposte della 'fronda' Pdl).