P4, Papa si difende e si autosospende dall'Antimafia

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Alfonso Papa
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Il deputato del Pdl ha lasciato anche la commissione Giustizia della Camera. Davanti alla Giunta per le autorizzazioni, che deve decidere sulla richiesta di arresto dei pm napoletani, ha detto: "Io perseguitato dai miei ex colleghi magistrati"

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Contro di me c'è una "vera e propria caccia all'uomo" condotta da ex colleghi della Procura di Napoli che si vogliono vendicare perché all'epoca dei fatti ero uno dei sostenitori di Agostino Cordova (ex Capo della Procura, ndr). E' questa, in estrema sintesi, la linea difensiva scelta dal deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto nell'inchiesta P4 che ha portato in carcere Luigi Bisignani, in Giunta per le Autorizzazioni della Camera, che si è autosospeso dalla commissione Giustizia della Camera e dall'Antimafia.

Papa attacca la procura di Napoli -
"L'intero procedimento  è chiaramente frutto "più che di un fumus, di un chiaro intento persecutorio, arricchito dal comportamento scorretto e interessato di alcuni co-indagati e di persone a questi legate da interessi di varia natura e da una campagna stampa sapientemente costruita per demonizzare e distruggere l'immagine del Papa come onorevole, come magistrato e come uomo" si legge  nella memoria difensiva presentata mercoledì 6 luglio alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, che si deve esprimere sulla richiesta di arresto dei pm napoletani. Il parlamentare, accusato di favoreggiamento, concussione e rivelazione del segreto d'ufficio, lamenta anche come nei suoi confronti ci sia stata da parte degli inquirenti una vera e propria violazione di legge e "strumentalizzazione" dell'inchiesta nei suoi confronti. Secondo Papa, peraltro, non sarebbe competente il tribunale di Napoli ad occuparsi di questa vicenda giudiziaria.

"E' una caccia all'uomo" - La manovra che sarebbe stata condotta dagli inquirenti contro Papa, si articolerebbe sostanzialmente in tre mosse. Almeno a giudicare da quanto scrive Alfonso Papa nella sua memoria difensiva. La prima mossa sarebbe quella della "strumentalizzazione giudiziaria di odi, rancori e gelosie presenti contro Papa nell'ambiente del distretto di Napoli ed assurte a procedimento penale". La seconda azione 'anti-Papa', si sarebbe concretizzata con "l'attuazione di modalità di indagine poste al di fuori di tutti i principi fissati dalla legge e dalle regole deontologiche, nonché con gravissima ed evidente violazione delle prerogative parlamentari". Ma i magistrati di Napoli, secondo Papa, avrebbero anche adottato "un provvedimento sapientemente articolato, ma povero e apodittico sotto il profilo indiziario privo di effettività con riferimento ai presupposti della misura concessa, del tutto mancante dei presupposti di competenza territoriale, nota agli inquirenti e maliziosamente obliterata al fine di proseguire quella che più che una indagine appare come una vera e propria 'caccia all'uomo"'. Il parlamentare, sempre parlando in terza persona, lamenta anche il fatto di non essere stato interrogato dai magistrati di Napoli. E siccome Papa è anche incensurato, un provvedimento di custodia cautelare nei suoi confronti non sarebbe mai stato emesso se non si fosse trattato di un parlamentare e se "non si fosse voluto chiaramente strumentalizzare tale sua qualità".

Probabile slittamento del voto - La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso di tornare a riunirsi nella serata di mercoledì 6 luglio per completare i lavori e per avviare anche la discussione generale sulla vicenda che coinvolge il deputato del Pdl per il quale il gip di Napoli ha chiesto l'autorizzazione all'arresto.

Per quanto riguarda i tempi, secondo il Presidente Pierluigi Castagnetti, la Giunta per le autorizzazioni fornirà il suo parere sul caso Papa entro e non oltre il 15 luglio, così come previsto dall'art. 18 del regolamento che fissa termini "tassativi" di 30 giorni. Castagnetti nel rispondere alle domande dei cronisti ha aggiunto che è "più facile" che si voti la settimana prossima.



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