La candidata conservatrice sarà la prima donna leader del Paese: ha sconfitto con largo margine il capo di Stato uscente, il socialdemocratico Stevo Pendarovski. Nello Stato si è votato anche per le elezioni parlamentari: anche ha trionfato il fronte conservatore, ovvero il partito sovranista Vmro-Dpmne
Gordana Siljanovska Davkova sarà la prima donna presidente della Macedonia del Nord. Secondo i risultati ufficiali, la candidata conservatrice con il 65% dei voti ha battuto il presidente uscente socialdemocratico Stevo Pendarovski (29%), che ha ammesso la sconfitta. Nel Paese si è votato anche per le elezioni parlamentari: anche qui ha vinto il fronte conservatore, ovvero il partito sovranista Vmro-Dpmne rispetto ai socialdemocratici dell'Sdsm.
Pendarovski ammette sconfitta
“I risultati sono chiari. Mi congratulo con i vincitori e auguro loro un buon lavoro nei prossimi anni”, ha detto Pendarovski a Skopje ammettendo la sconfitta nel secondo turno delle presidenziali. “La mia idea di una Macedonia europea e multietnica non ha ricevuto il sostegno della maggioranza dei cittadini”, ha aggiunto il presidente uscente.
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Le elezioni parlamentari
Vittoria dei conservatori anche nelle legislative, tenutesi in contemporanea al secondo turno delle presidenziali. Con oltre il 99% delle schede scrutinate da parte della commissione elettorale, il partito nazionalista e sovranista Vmro-Dpmne è al 43%, rispetto al 15% del partito socialdemocratico (Sdsm) al governo. Gli albanesi raccolti nel Dui- Fronte Europeo (filogovernativi) hanno raccolto poco meno del 14%: il 25% circa della popolazione in Macedonia del Nord è di etnia albanese e il suo appoggio politico in alleanze e coalizioni è di grande rilevanza. L'altra formazione albanese Vlen (all'opposizione) ottiene 11%. L'affluenza alle urne è risultata superiore al 53% nelle legislative e oltre il 46% nel ballottaggio presidenziale, con il quorum di almeno il 40% degli aventi diritto per la validità della consultazione.
Davkova: "Sarò presidente di tutti i cittadini"
"Non esiste riforma più grande di quella del primo presidente donna", ha detto Gordana Siljanovska Davkova dopo la vittoria. Una rivincita di quanto avvenne nelle ultime presidenziali del 2019 quando a sfidarsi al secondo turno furono gli stessi avversari di oggi, ma con il successo di Pendarovski. Laureata in giurisprudenza e professore all'Università di Skopje, Siljanovska Davkova, nata a Ohrid (sud, sul lago omonimo) compirà 71 anni l'11 maggio. Studiosa e esperta di scienze giuridiche, è autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche in materia di diritto costituzionale, nonchè membro di diversi istituti e associazioni giuridiche nazionali e internazionali. Appassionata di yoga, di escursioni nella natura, dei fiori, ama la danza, la musica e la lettura, e in politica ha avuto in passato esperienze di governo, tra l'altro quale ministro senza portafoglio tra il 1992 e il 1994. Negli anni scorsi si è opposta fermamente all'adozione di una legge a favore della lingua albanese, ed è a favore di un referendum per tornare al vecchio nome di "Macedonia", al quale Skopje dovette rinunciare con l'accordo concluso con la Grecia nel 2018 dopo decenni di negoziato. La futura presidente è anche contraria all'adozione delle modifiche costituzionali richieste da Sofia per l'inclusione della minoranza bulgara in costituzione. "Sarò presidente di tutti i cittadini" indipendentemente dall'appartenenza etnica e religiosa, ha detto ai giornalisti, aggiungendo di voler difendere gli interessi nazionali del suo Paese.
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Le elezioni
In Macedonia del Nord i seggi sono rimasti aperti, mercoledì 8 maggio, dalle 7 alle 19 per il doppio voto delle elezioni parlamentari e del ballottaggio delle presidenziali. Gli aventi diritto erano oltre 1,8 milioni. Il successo del fronte conservatore, secondo analisti e osservatori, potrebbe frenare il cammino europeo del Paese ex jugoslavo, già membro della Nato e che ha avviato il negoziato di adesione alla Ue. Stevo Pendarovski e Gordana Siljanovska Davkova erano già stati protagonisti del ballottaggio nelle precedenti Presidenziali del 2019, quando ad affermarsi era stato Pendarovski.
Gli scenari
Il chiaro successo del fronte conservatore, largamente previsto alla vigilia, è destinato ad avere un impatto significativo sul cammino europeo della Macedonia del Nord, già membro della Nato e che due anni fa ha avviato il negoziato di adesione alla Ue. Sia la futura presidente Siljanovska Davkova sia il Vmro-Dpmne sono fortemente critici nei riguardi degli accordi faticosamente raggiunti da Skopje negli anni scorsi con Grecia e Bulgaria, intese che hanno spianato la strada all'integrazione euroatlantica del Paese ex jugoslavo ma che per conservatori e sovranisti hanno umiliato il popolo macedone obbligandolo a fare eccessive concessioni. Sia Siljanovska Davkova sia il leader di Vmro-Dpmne Hristijan Mickoski intendono prendere iniziative, compreso un referendum, per abolire il nuovo nome di Macedonia del Nord (imposto dall'accordo del 2018 con la Grecia) e tornare a quello di "Macedonia". E entrambi si oppongono alle modifiche costituzionali richieste da Sofia per l'inclusione della minoranza bulgara in costituzione. Modifiche che la Bulgaria pone come condizione per non bloccare ulteriormente il cammino di Skopje verso l'integrazione nella Ue.