Elezioni presidenziali Macedonia del Nord, conservatori avanti ma si profila ballottaggio

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Secondo i primi risultati ufficiali, Gordana Siljanovska Davkova sarebbe al 37,5%, in netto vantaggio sul presidente uscente Stevo Pendarovski, candidato del partito socialdemocratico. Terzo l’attuale ministro degli Esteri Bujar Osmani. Il secondo turno è in programma l’8 maggio unitamente alle elezioni parlamentari. Affluenza in crescita: quasi 10 punti in più rispetto alle presidenziali 2019

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Urne chiuse in Macedonia del Nord dove oggi si è votato per il primo turno delle elezioni presidenziali. Sulla base dello spoglio di oltre il 53% delle schede, la candidata conservatrice Gordana Siljanovska Davkova sarebbe al 37,5% staccando nettamente Stevo Pendarovski, dato al 18,5% e appoggiato dal partito socialdemocratico (Sdsm) al potere. Terzo al 15,8% l’attuale ministro degli Esteri Bujar Osmani. Percentuali minori sono andate a gli altri quattro candidati in lizza. Se nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta, superando il 50%, si andrà al ballottaggio in programma l’8 maggio insieme alle elezioni parlamentari. L'affluenza è in crescita: 9 punti in più rispetto alla tornata del 2019.

Verso sfida a due Siljanovska Davkova-Pendarovski

Nel ballottaggio dell'8 maggio dovrebbero quindi vedersela Pendarovski e Siljanovska Davkova, che tornerebbero nuovamente a sfidarsi dopo il precedente di cinque anni fa: in quell'occasione a prevalere fu il candidato socialdemocratico col 51% delle preferenze contro il 44% dell'avversaria. Sarà in ogni caso decisivo l'appoggio di altre forze politiche, in particolare i due rappresentanti della  minoranza albanese, Bujar Osmani e Arben Taravari, che la commissione elettorale in serata dava al quarto posto con l'11,68%. Osmani è candidato del partito 'Dui', che partecipa alla coalizione di governo, Taravari rappresenta la formazione 'Vredi' schierata all’opposizione. La campagna elettorale è stata dominata dai temi economici ma anche di politica estera: dal futuro europeo della Macedonia del Nord allo stato dei rapporti con le vicine Bulgaria e Grecia con le quali Skopje ha dovuto concludere accordi per sbloccare il suo percorso di integrazione euroatlantica. Il Paese balcanico, che conta poco meno di 2 milioni di abitanti, è uno degli Stati nati dalle ceneri della ex Federazione jugoslava: membro Nato dal 2020, dal 2022 Skopje è impegnata nel negoziato di adesione all'Unione Europea.

 

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