Bersani: "Più la barca affonda più stanno attaccati"

Politica
Dario Franceschini e Pierluigi Bersani del Pd
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Così il segretario dei democratici commenta il voto di fiducia al dl Sviluppo. Critico anche Franceschini per la scelta del Governo di accogliere l’odg dell’opposizione. Scetticismo del partito anche sull’apertura di Bossi sulla legge elettorale

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"Quelli della Lega quando sono a manifestazioni come a Pontida fanno i roboanti, quando sono a Roma, invece, calano le braghe". Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, ha commentato così la decisione del Governo, del Pdl e della Lega, di accogliere l’ordine del giorno presentato dal Pd al decreto Sviluppo. Ordine del giorno che, di fatto, impegna ora l'esecutivo a non trasferire in altre zone d'Italia né ministeri, né uffici, né sedi di rappresentanza. "E’ decisamente questo il tema della giornata – ha insistito Franceschini commentando l’intensa giornata del 21 giugno, in cui la Camera ha votato la fiducia e ha approvato poi il decreto Sviluppo e in cui infine il Governo si è presentato al Senato per la verifica chiesta dal presidente della Repubblica - lo spettacolo indecoroso di un Governo che dà parere favorevole a un ordine del giorno che dice esattamente l'opposto di quello che è stato detto a Pontida". "E questo – ha sottolineato l’ex segretario dei democratici - nel silenzio della Lega".

Sulla legge elettorale - E proprio a proposito del Carroccio, dopo l’apertura di Umberto Bossi a un possibile accordo con l’opposizione sulla legge elettorale - "E' una delle cose sulle quali si può ragionare, l'accordo si può fare", ha spiegato il Senatur ai cronisti – il Pd si è mostrato scettico. Secondo alcuni esponenti dell'opposizione, il ministro delle Riforme avrebbe espresso la sua disponibilità a un dialogo con il centrosinistra anche per far capire a Berlusconi che il Carroccio fa sul serio e che alla fine potrebbe mettersi di traverso. E se lo facesse sulla legge elettorale si aprirebbero non pochi problemi per il Governo. Ma Franceschini è stato perentorio: "E’ difficile credere ancora a Umberto Bossi". Ormai su questo tema "se ne dicono tante...", ha rincarato la dose il segretario del partito Pier Luigi Bersani, che ha commentato così il voto di fiducia alla Camera: "Più la barca affonda e più stanno attaccati". E per quanto riguarda il trasferimento dei ministeri al Nord, Bersani ha detto: "E’ una storia finita nel ridicolo nel giro di 48 ore".

Finocchiaro (Pd): "Berlusconi ha il volo spezzato e breve di un calabrone" - Sulla giornata è intervenuta anche Anna Finocchiaro (guarda il video in alto), presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. "Il contenuto dell'intervento del presidente Berlusconi e il tono con cui è stato formulato ci confermano che questa maggioranza non ha più niente da dire o da promettere all'Italia. La ripetizione è stanca, l'entusiasmo è spento, il messaggio è dimesso. C'è da chiedersi se per primo ci crede lo stesso Berlusconi", ha detto la Finocchiaro nel suo intervento in Aula. "Berlusconi - ha osservato - ostenta sicurezza, ma ormai ha il volo spezzato e breve di un calabrone finito dentro a un barattolo e il voto alla Camera dimostra che il premier ha ancora la maggioranza in Parlamento. Ma nel Paese rappresenta la minoranza degli italiani". "L'invito a collaborare di oggi di Berlusconi", ha concluso la Finocchiaro, "suona come una moneta falsa. Se vuol bene all'Italia, Berlusconi si dimetta".

Di Pietro (Idv): "Costruire un'altra maggioranza" - "Lasciamo Berlusconi al suo declino politico, programmatico, culturale ed etico. E occupiamoci di costruire al più presto una maggioranza sulle reali necessità del Paese". Queste le parole, invece, del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

Casini (Udc): "Il Governo in realtà non esiste più" - E anche Pier Ferdinando Casini, alla guida dell’Udc e uno dei leader del Terzo Polo, è fortemente critico sulla giornata politica. "Il governo sembra che esista, ma in realtà non esiste più", ha detto Casini intervistato dal Tg3. "Berlusconi dice che tutto va bene anche con il Capo dello Stato, salvo poi contraddirsi. Ha cercato di addolcire il rapporto con le opposizioni, ma continua a proporre per propaganda tre aliquote fiscali mentre ancora rischiamo il crac. In realtà questo Governo - ha concluso - è paralizzato e non si salverà aggiungendo posti a tavola per chi non ha fame di incarichi, dopo che già lo ha fatto con quelli che la fame ce l'avevano". E sulla legge elettorale, l’Udc ha invitato il Carroccio a calare le carte: "Non credo mai alla buona fede in politica – ha premesso Casini - ma alla convenienza". Ed è per questo che Casini sembra credere che Bossi possa essere davvero tentato a riformare il 'porcellum'.

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