Ministeri, Bossi sfida il Pdl. Alemanno: "Così salta tutto"

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Il Senatùr tira dritto sul decentramento al Nord di alcuni dicasteri: "Il premier è d’accordo". E attacca anche Formigoni: "Non li vuole? Eletto grazie alla Lega, stia zitto". Berlusconi interviene: "A Milano forse arriveranno dei dipartimenti". IL VIDEO

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"Parola data non torna indietro, sulla questione dei ministeri Berlusconi è d'accordo. E i ministeri verranno". Umberto Bossi, da Milano dove ha dato il via alla raccolta di firme della Lega per sollecitare il trasferimento dei ministeri al Nord, risponde così al fuoco di fila del Pdl sulla proposta di decentramento. E non risparmia nemmeno una frecciata al governatore lombardo Formigoni, che aveva espresso qualche dubbio in merito: "Stia zitto. E' presidente della Lombardia per i voti della Lega, almeno stia zitto".
Insomma la Lega sembra andare dritto per la sua strada, mentre molti esponenti del Pdl cercano di frenare.
Interpellato sull'argomento il premier Berlusconi ha detto: "A Milano arriveranno probabilmente dei dipartimenti". Poi ha assicurato che una eventuale vittoria della sinistra al ballottaggio non avrà "assolutamente nessun peso per quanto riguarda la continuità del governo fino alla fine della legislatura".

Le dichiarazioni di Berlusconi, guarda il video:




Calderoli: "Nel Pdl comanda Berlusconi" - Poco prima delle parole di Bossi, era stato il ministro Calderoli, sempre della Lega Nord, a confermare la linea del partito: "Io sono abituato che nel Pdl decide Berlusconi e lui ci ha detto di sì, a me basta". Calderoli ha quindi commentato l'opposizione al decentramento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Che Alemanno dica di no lo posso anche capire, è chiaro che l'albero della cuccagna ad un certo punto doveva concludersi", ha detto il ministro leghista, che ha ribadito di esser convinto invece che tutti gli altri presidenti di regione e sindaci di grandi città siano d'accordo con il progetto della Lega.
"E' indubbio - ha aggiunto - che c'è anche un indotto economico dei ministeri, dunque è chiaro che Alemanno e la Polverini non possono essere d'accordo, credo però che lo siano tutti gli altri governatori e tutti gli altri sindaci".

Le dichiarazioni di Calderoli, guarda il video:




Il centrodestra si spacca - Alle parole di Umberto Bossi pronunciate domenica 22 maggio da Milano ha replicato subito il sindaco di Roma Gianni Alemanno, già intervenuto anche in mattinata, secondo il quale spostare i ministeri da Roma rimetterebbe "in discussione ogni equilibrio e ogni intesa". "A Bossi rispondo: l'unica parola data che conta – ha detto Alemanno che insieme a Renata Polverini ha chiesto un incontro urgente con Berlusconi - è quella nei confronti degli elettori. Nel programma elettorale del centrodestra non è mai stato inserito lo spostamento dei ministeri. Quindi compiere questo atto, tra l'altro senza neppure un voto parlamentare, sarebbe una violazione del mandato elettorale".
A Bossi ha risposto anche il governatore della Lombadia, Roberto Formigoni, che era stato invitato a tacere sull’argomento “poiché eletto con i voti della Lega”. Il governatore ricorda "la posizione di chiusura" dei capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato sull' argomento e afferma che "senza i voti del Pdl la proposta della Lega non va lontano".

Al centro la sfida per il ballottaggio a Milano - La battaglia della Lega (e forse anche di una parte del Pdl) nasce dal tentativo di ribaltare al ballottaggio di Milano il risultato del primo turno, dove la Moratti è stata staccata di 6,5 punti dal candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia. Una sfida che negli ultimi giorni si è ulteriormente infuocata e dove, tra denunce di aggressioni e insulti, è scattata anche la battaglia sull’Ecopass e sulla possibile sanatoria delle multe.
E infatti, proprio da Milano dove Bossi ha dato il via alla raccolta di firme della Lega per spostare i ministeri al Nord, il Senatùr è tornato anche ad attaccare (nei giorni scorsi lo aveva apostrofato "matto", ndr) il candidato di centrosinistra Pisapia: “Tagliarsi le bal... per Pisapia sarebbe un errore imperdonabile. Ci riempie di zingari e clandestini, (Milano, ndr) diventa una zingaropoli".
Bossi ha quindi garantito pieno sostegno alla Moratti, ma ha anche spiegato: "La teniamo sotto tiro noi, Letizia Moratti, noi la sosterremo ma deve fare molto meglio del passato".

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