E' alta la tensione tra il presidente del Consiglio e il ministro delle Riforme. Al centro dello scontro la svolta italiana nella guerra contro Gheddafi. E gli esiti del vertice con Sarkozy alimentano la rabbia della Lega. VIDEO E FOTO: LO SPECIALE
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E' sempre più netta la spaccatura all'interno della maggioranza sulla questione libica. Il malumore della Lega Nord sul via libera ai bombardamenti, espresso in un primo momento da Roberto Calderoli, viene rilanciato da Umberto Bossi. E' il ministro delle Riforme dopo il vertice con Sarkozy a Palazzo Madama a sferrare l'attacco: "Siamo diventati una colonia francese". Dichiarazioni dettate al quotidiano di partito, La Padania, che mercoledì 27 titola così in prima pagina: "Berlusconi si inginocchia a Parigi" (guarda nel video in alto la rassegna stampa).
Il direttore del giornale Leonardo Boriani ha poi spiegato a SkyTG24 (GUARDA IL VIDEO) che "la genesi del titolo di oggi è nell'articolo". E ha spiegato: "La linea della Lega Nord è molto dura in questo momento. Il segretario si è presentato in redazione come sempre quando è a Milano. Era molto arrabbiato e di qui è uscito questo titolo. Credo che il segretario non ha voluto portare alle estreme conseguenze il suo intervento, ma ha mandato un messaggio preciso al premier. C'è atteggiamento di estrema durezza, di blocco delle discussioni ma credo che poi alla fine ci saràuno spiraglio, la diplomazia è già in atto".
Ed è sempre la Padania a parlare di un colloquio telefonico tra Bossi e Napolitano. Secondo quanto riportato dal quotidiano leghista, Bossi avrebbe ribadito al capo dello Stato tutte le sue perplessità, ricordando che "il consiglio dei ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti".
Per il Corriere della Sera Berlusconi e Bossi sarebbero "al limite della rottura". "Il rapporto tra i due leader - scrive il giornale di via Solferino citando persone vicine al premier - si è fatto molto complicato. Ma la maggiore responsabilità sarebbe proprio di Tremonti che, alleato con una parte della Lega, sta soffiando sul fuoco perché considera quella che si sta giocando una partita personale".
"Umberto fa così per prendere voti, ma capirà". Per Repubblica sarebbero queste le parole pronunciate da Silvio Berlusconi nella giornata di martedì 26. Secondo il retroscena pubblicato dal quotidiano la strategia del leader del Carroccio sarebbe quella di "distinguersi su tutto dal Pdl". Almeno fino al voto delle prossime elezioni amministrative.
A sottolineare la spaccatura - senza risparmiare critiche al premier - è anche Libero, solitamente vicino al governo: "Silvio, ma che fai?", titola in prima pagina il quotidiano di Feltri e Belpietro, definendo il summit con Parigi una "solenne fregatura", nonostante si sia concluso tra "baci e abbracci". E a fornire un altro retroscena del vertice è Federico Fubini del Corriere. Ospite di SkyTG24 il cronista racconta di un Sarkozy che sarebbe arrivato all'incontro "urlando, per niente contento di una copertina che gli era stata dedicata da Panorama, settimanale della famiglia Berlusconi" (GUARDA IL VIDEO).
"La maggioranza non si spaccherà. Ma nella gestione della crisi libica e nei rapporti con la Francia è mancata la leadrship del Premier". E' quanto afferma invece, in una intervista a Il Giornale, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, spiegando la linea antimilitarista del Carroccio. Secondo Tosi "si sta andando ben oltre ciò che abbiamo votato. Nessuno aveva mai parlato di armare i bombardieri. E' una novità sottolinea - non soltanto non approvata, ma anche poco sensata".
Nel frattempo l'opposizione cerca di cavalcare le divisioni. "Se la Lega confermasse in parlamento il suo dissenso, il governo non ci sarebbe più", dice Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd, in un'intervista al Messaggero. "Un esecutivo smentito dalla sua stessa maggioranza non avrebbe più la credibilità nel Paese e all'estero per affrontare una crisi così grave alle porte di casa".
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Il direttore del giornale Leonardo Boriani ha poi spiegato a SkyTG24 (GUARDA IL VIDEO) che "la genesi del titolo di oggi è nell'articolo". E ha spiegato: "La linea della Lega Nord è molto dura in questo momento. Il segretario si è presentato in redazione come sempre quando è a Milano. Era molto arrabbiato e di qui è uscito questo titolo. Credo che il segretario non ha voluto portare alle estreme conseguenze il suo intervento, ma ha mandato un messaggio preciso al premier. C'è atteggiamento di estrema durezza, di blocco delle discussioni ma credo che poi alla fine ci saràuno spiraglio, la diplomazia è già in atto".
Ed è sempre la Padania a parlare di un colloquio telefonico tra Bossi e Napolitano. Secondo quanto riportato dal quotidiano leghista, Bossi avrebbe ribadito al capo dello Stato tutte le sue perplessità, ricordando che "il consiglio dei ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti".
Per il Corriere della Sera Berlusconi e Bossi sarebbero "al limite della rottura". "Il rapporto tra i due leader - scrive il giornale di via Solferino citando persone vicine al premier - si è fatto molto complicato. Ma la maggiore responsabilità sarebbe proprio di Tremonti che, alleato con una parte della Lega, sta soffiando sul fuoco perché considera quella che si sta giocando una partita personale".
"Umberto fa così per prendere voti, ma capirà". Per Repubblica sarebbero queste le parole pronunciate da Silvio Berlusconi nella giornata di martedì 26. Secondo il retroscena pubblicato dal quotidiano la strategia del leader del Carroccio sarebbe quella di "distinguersi su tutto dal Pdl". Almeno fino al voto delle prossime elezioni amministrative.
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"La maggioranza non si spaccherà. Ma nella gestione della crisi libica e nei rapporti con la Francia è mancata la leadrship del Premier". E' quanto afferma invece, in una intervista a Il Giornale, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, spiegando la linea antimilitarista del Carroccio. Secondo Tosi "si sta andando ben oltre ciò che abbiamo votato. Nessuno aveva mai parlato di armare i bombardieri. E' una novità sottolinea - non soltanto non approvata, ma anche poco sensata".
Nel frattempo l'opposizione cerca di cavalcare le divisioni. "Se la Lega confermasse in parlamento il suo dissenso, il governo non ci sarebbe più", dice Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd, in un'intervista al Messaggero. "Un esecutivo smentito dalla sua stessa maggioranza non avrebbe più la credibilità nel Paese e all'estero per affrontare una crisi così grave alle porte di casa".