Galan contro Tremonti, Berlusconi lo difende

Politica
Il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti
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Bufera nel Pdl dopo un'intervista al Giornale in cui l'ex governatore attacca il titolare del Tesoro: "Un socialista, ci farà perdere voti". Il premier: "Pieno sostegno all'azione del ministro dell'Economia". Bersani: "Il centrodestra è in confusione"

Silvio Berlusconi si schiera in difesa del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dopo che il quotidiano il Giornale, di proprietà della famiglia del premier, pubblica un’intervista al neoministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan, fortemente critica nei confronti del titolare del Tesoro, dal titolo “Scoppia il caso Tremonti” .

Pur senza citare gli articoli che già da giorni oppongono la linea di Giulio Tremonti a quella del presidente del Consiglio, il premier smentisce le indiscrezioni e "ribadisce il suo pieno sostegno all'azione del ministro dell'Economia". " Grazie alle linee di politica economica, sempre condivise e approvate dal Consiglio dei Ministri, - si legge in una nota di palazzo Chigi - l'Italia ha garantito la tenuta del bilancio dello Stato e con questa la sicurezza del risparmio e la coesione sociale. E' una linea che deve essere mantenuta in un contesto di permanenti turbolenze finanziarie nel mondo".
In serata poi Berlusconi e Tremonti hanno avuto un faccia a faccia di due ore a Palazzo Grazioli. Secondo indiscrezioni, il ministro dell'Economia avrebbe chiesto al premier di porre fine agli attacchi interni scagliati nel tentativo di indebolirlo. Berlusconi avrebbe sentito telefonicamente anche Giancarlo Galan. Secondo ambienti vicini al ministro dei Beni Culturali, nel corso della telefonata si è deciso che "ogni approfondimento verrà affrontato a dopo le elezioni".

Nell'intervista, Galan indicava tre obiettivi per ridare slancio al governo e credibilità al partito: tornare allo "spirito del '94", "rinnovare il partito e la sua classe dirigente" e "arginare lo spettro di Giulio Tremonti che aleggia su qualunque decisione del governo". "Siamo scesi in politica in nome delle idee liberali – è l'affondo di Galan - e oggi siamo finiti con un governo perennemente commissariato da un socialista come Giulio Tremonti. Che, vorrei ricordarlo, entrò in Parlamento con il Patto Segni e i voti del centrosinistra. E mi pare scontato che un liberale come me non può stare dalla stessa parte di un socialista".

L’intevista a Galan è commentata in un editoriale anche dal direttore Alessandro Sallusti,  che scrive "Per la prima volta il mal di pancia di alcuni ministri sulla gestione Tremonti esce dal segreto dei palazzi e diventa pubblico".
I lettori del Giornale però non sembrano condividere la linea del neoministro, almeno a giudicare dai commenti sul sito del quotidiano. "Ma chi è questo neo-comunista che, appena presa la poltrona, crede di poter pontificare su tutto e tutti? Un ministro come Tremonti dobbiamo tenercelo stretto, in fondo, non siamo mica finiti come la Grecia? Questo Galan invece che mi rappresenta?” scrive un utente che si firma 45skin. "Ingrato! Eletto governatore non certo grazie ai suoi meriti ma per il partito che lo sosteneva. Fatto ministro dei Beni Culturali nonostante la sua proverbiale ignoranza, adesso si mette anche a fare il saccente nazionale. Spero che Berlusconi si ricreda e lo ridimensioni opportunamente", scrive un altro lettore. "In parole povere, Galan dice: non importa fare la fine della Grecia o dell'Irlanda, l'importante è vincere le prossime elezioni. Che senso dello stato, che devozione al bene comune!" attacca anche fritz1996. Ma c’è anche chi, come Andrea B,, sposa la linea del ministro dei Beni culturali: "Strumentale o meno la polemica di Galan centra il bersaglio! Dov'è finito lo spirito liberale ed innovatore del 94? L'abolizione degli enti inutili, delle province, la creazione dello stato leggero e non il mantenimento dell' attuale mostro assetato dei nostri soldi, l' abolizione dell'irap, I TAGLI ALLE TASSE? (...) Cari suoi fan, se a voi va bene questo stato avido, burocratico, parassitario, occhiuto e paternalista, c'è anche chi dissente".

Sulla diatriba interna al Pdl interviene anche il leader del Pd Bersani. "Il centrodestra è in confusione e la maggioranza e il governo non sono in condizioni di dare un barra al paese - ha detto Bersani a Sky Tg24 - questo innesca sospetti reciproci, impedimenti reciproci. Siamo nella condizione in cui il consiglio dei ministri non decide nulla".

Ascolta le parole di Bersani

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