"Br via dalle procure". Gli autori: "Solo una provocazione"

Politica
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E' polemica sui manifesti comparsi a Milano della misteriosa "Associazione dalla parte della democrazia". Che in un comunicato "anonimo" spiega: "Abbiamo fatto come Oliviero Toscani". Cicchitto prende le distanze: "Sono messaggi sbagliati". LE IMMAGINI

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di Alberto Giuffrè

Sarà pure "dalla parte della democrazia" ma la misteriosa associazione che da quasi due mesi firma manifesti a favore di Silvio Berlusconi questa volta ha deciso di alzare il tiro: "Via le br dalle procure", si legge infatti nella nuova campagna comparsa venerdì 15 per le strade di Milano. Un messaggio che in poche ora ha scatenato una bufera tra reazioni indignate e prese di distanze.

"Non solo continuo a non sapere nulla dell'associazione ma questa volta ho deciso di non fare circolare il messaggio", spiega a Sky.it Antonio Palmieri, deputato Pdl e uomo internet del presidente del Consiglio. Era stato lui attraverso una pagina Facebook chiamata a "Il Quaderno Azzurro" a digitalizzare e condividere i precedenti slogan comparsi nei cartelloni pubblicitari. Da "Silvio resisti" a "Volete cacciare Berlusconi? Prima vincete le elezioni!".

Severo il giudizio del procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati: "Rammento che a Milano le Br in Procura ci sono state davvero: per assassinare magistrati", ha detto in un comunicato diffuso subito dopo aver visto i manifesti.

Nei giorni scorsi lo stesso Berlusconi aveva accostato i magistrati al gruppo della lotta armata di estrema sinistra, parlando di "brigatismo giudiziario". Ma una presa di distanza arriva dal Pdl con Fabrizio Cicchitto che giudica i manifesti "del tutto sbagliato".

Nella girandola di dichiarazioni sull'episodio è la stessa associazione misteriosa (che diversi elementi farebbero pensare possa essere vicina al Pdl) a intervenire con un comunicato mandato all'agenzia Agi che parla "solo di una provocazione. Come quelle di Oliviero Toscani". Perché, si legge nella nota, "la nostra associazione è costituita da persone che sono sempre state dalla parte delle vittime sia del terrorismo che delle mafie che delle ingiustizie. Non accettiamo, quindi, alcuna strumentalizzazione sui fatti tragici che hanno insanguinato il nostro Paese". Ma ancora una volta il comunicato non è seguito da un nome e cognome né da un riferimento telefonico.

"Ma quale provocazione?", reagisce Giuliano Pisapia. Per il candidato a sindaco di Milano del centrosinistra si tratta solo di "manifesti deliranti che avvelenano la campagna elettorale".

Si unisce alla condanna anche Manfredi Palmeri, candidato a sindaco di Fli che indirettamente sembra puntare il dito contro i suoi ex compagni di partito del Pdl: "Si tratta di gruppi dalla non difficile identificazione e tutti coloro che esprimono in queste ore solidarietà ai magistrati dovranno essere pronti a confermare la condanna nel momento in cui i responsabili saranno individuati anche se in gruppi vicini o addirittura interni alla propria appartenenza politica".

Sul problema dell'anonimato spinge anche il Pd che ha annunciato un'interrogazione al ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Per conoscerel'esatta identità degli autori di questa nefandezza".

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