Unità d'Italia, la Lega diserta le celebrazioni

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Solo 5 esponenti del Carroccio in Aula per la cerimonia solenne del 17 marzo. Il capo dello Stato: occupazione giovanile e Mezzogiorno le sfide più importanti da superare. In mattinata Berlusconi fischiato dalla folla. LO SPECIALE

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(In fondo all'articolo tutti i video sulla giornata del 17 marzo)

Solo cinque leghisti hanno partecipato nell'Aula di Montecitorio, alla cerimonia per i 150 anni dell'unità d'Italia alla presenza del Capo dello Stato (guarda nel video in alto il momento dell'inno nazionale). A rappresentare la Lega nell'Emiciclo c'erano Umberto Bossi, i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e il sottosegretario Sonia Viale. L'unico "deputato semplice" della Lega in Aula è stato Sebastiano Fogliato, componente della Commissione Agricoltura di Montecitorio. Alcuni di loro non hanno applaudito quando Napolitano, nel suo discorso, ha parlato di "Patria una" ma si sono uniti nell'applauso al resto dell'Aula alla fine dell'intervento del capo dello Stato.

Il discorso di Napolitano - Il federalismo come strumento che rafforzi l'unità, e non il suo contrario, e la Carta costituzionale come "base ancora valida" per dettare le regole del vivere comune e passibile di qualche modifica ma condivisa.  E per il futuro, occupazione giovanile e Mezzogiorno come sfide più importanti da superare, ma a patto che si ritrovi lo spirito unitario che è "cemento nazionale".
Sono stati questi i passaggi principali del discorso del presidente della Repubblica (guarda il video).
"Abbiamo conosciuto i guasti e pagato i costi della boria  nazionalistica - ha detto il Capo dello Stato - delle pretese  aggressive verso altri popoli e delle degenerazioni razzistiche. Ma ce ne siamo liberati, così come se ne sono liberati tutti i Paesi e i popoli unitisi in un'Europa senza frontiere, in un'Europa di pace e  cooperazione. E dunque nessun impaccio è giustificabile, nessun  impaccio può trattenerci dal manifestare - lo dobbiamo anche a quanti  con la bandiera tricolore operano e rischiano la vita nelle missioni  internazionali - la nostra fierezza nazionale, il nostro attaccamento  alla patria italiana, per tutto quel che di nobile e vitale la nostra  nazione ha espresso nel corso della lunga storia".

I fischi a Berlusconi - La giornata di celebrazioni, iniziate di buon mattino, è stata segnata da alcune contestazioni al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier è stato fischiato dalla folla che si era accalcata davanti al complesso monumentale di Porta San Pancrazio in attesa che dal museo della Repubblica Romana uscissero le alte cariche dello Stato. "Non lasceremo l'Italia ai comunisti...", è stato il commento di Berlusconi. Nella serata di mercoledì 16 anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato fischiato a Roma, al Vittoriano (GUARDA IL VIDEO).

I passanti alla Lega: "Vergogna" - A Milano una decina di esponenti della Lega Nord, guidati dal capogruppo in Consiglio comunale Matteo Salvini, hanno piazzato le loro scrivanie fuori dal municipio di Milano per dimostrare di essere al lavoro. Un gruppo di passanti li ha apostrofati al grido di "vergogna vergogna" e "fuori la Lega dallo Stato”.

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