Il governo porrà la fiducia sul Federalismo

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Umberto Bossi e Roberto Calderoli dopo l'incontro con Napolitano al Quirinale annunciano: il provvedimento alle Camere la prossima settimana

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La Lega e il Pdl tirano dritto sulla riforma federale, anche a costo di porre la questione di "fiducia alla Camera", ma sempre nel rispetto del "tragitto" indicato dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nell'incontro con Umberto Bossi al Quirinale: ovvero seguendo le procedure della legge delega sul federalismo.
Il Carroccio, dopo il 'fuoripista' della scorsa settimana con la forzatura del decreto legge varato in un Consiglio dei ministri straordinario ma giudicato "irricevibile" dal presidente della Repubblica, si rimette in carreggiata e si impegna a seguire le indicazioni di Napolitano che un entusiasta ministro Roberto Calderoli definisce "un vero presidente riformista".
Dopo il vertice, "andato veramente bene", proprio Bossi e Calderoli annunciano che "a partire dalla prossima settimana riferiranno alle Camere" sul federalismo fiscale. Sull'incontro con Napolitano, la Lega fa intendere di aver ottenuto "attenzione". I 'lumbard' sono soddisfatti: forse non hanno trovato quella "sponda" che poche ore prima lo stesso Bossi con un azzardo aveva auspicato, ma certamente ricevono un segno di riguardo e la raccomandazione di attenersi alle procedure previste dalla legge 42 del 2009.
Per questo il Carroccio ritiene più che mai essenziale il riequilibrio delle commissioni parlamentari, ad iniziare dalla commissione bilancio del Camera e dalla bicamerale sul federalismo che ha il compito di valutare i decreti attuativi della riforma.
A tal fine la Lega ritiene essenziale la collaborazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Sono del parere che tutti possono migliorare - afferma sibillino Bossi - Fini ci ha detto che il federalismo sarebbe passato, che lo avrebbe votato. Alla fine non ha mantenuto la parola...". Insomma, il Senatur spera che il leader di Fli non ostacoli i progetti leghisti sulla riforma.

D'altronde, sul federalismo si giocano i destini della legislatura perché, come ribadisce Umberto Bossi, "se non passa il federalismo è meglio andare al voto".
Passa, invece, la linea del Carroccio sul decreto del fisco municipale nel Cdm che "approva le osservazioni che vanno inviate alle Camere". Ma proprio in Parlamento, sebbene Bossi sia rassicurato dai "numeri" ottenuti dalla maggioranza nelle ultime votazioni, l'opposizione promette battaglia.

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, boccia però la richiesta di fiducia. "Fermatevi - dice - la forzatura è solo uno scambio che porterà ad un federalismo irrilevante o sbagliato". Bersani va oltre e apre ad un accordo: "Si perderebbe una occasione storica - spiega - mentre si potrebbe tornare a parlare perché il Pd e la Lega, da condizioni diverse, sono le uniche forze in Italia veramente autonomiste".
Netta l'opposizione dell'Idv alla richiesta di fiducia. "Chiedere a noi, che abbiamo detto sì alla legge 42, di votare la fiducia  - sottolinea il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario - significa spostare il piano del confronto dal merito allo scontro politico. Ed il nostro voto sarà ovviamente scontato".

Il 10 febbraio, intanto, riparte la bicamerale. In programma c'è un ufficio di presidenza dove, tra l'altro, si decideranno i relatori per il decreto sul federalismo regionale e per quello sui costi standard per la sanità: due testi che sono ritenuti il cuore della riforma.

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