Pd, tornano le primarie tra effetto Vendola e calo numeri
PoliticaDomenica 23 si vota a Napoli e a Bologna. Quattro gli sfidanti nel primo caso, tre nel secondo, ma si teme il flop di votanti. E sotto le Torri si gioca le sue carte Frascaroli, sostenuta da Sinistra e libertà come Pisapia a Milano
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di Serenella Mattera
La bassa partecipazione e l’effetto Vendola. Due spettri agitano il sonno dei dirigenti del Partito democratico, alla vigilia delle primarie di Bologna e Napoli. Dopo mesi di discussioni, divisioni, candidature e ritiri, è finalmente il tempo di scegliere il candidato sindaco in città cruciali nella geografia politica dell’Italia e nella tradizione del centrosinistra. Domenica 23 gennaio i seggi democrat saranno aperti per tutta la giornata. E la campagna di mobilitazione è massiccia, nella speranza che non si replichi quanto successo a Milano, dove anche la bassa affluenza ha contribuito alla sconfitta dell’uomo del Pd Stefano Boeri, consegnando la vittoria al candidato sostenuto da Nichi Vendola, Giuliano Pisapia, e provocando un vero terremoto nel partito.
BOLOGNA – All’ombra delle due Torri appare quasi impossibile raggiungere le vette di partecipazione del 2008, quando 24 mila elettori espressero il loro voto nelle primarie vinte da Flavio Delbono. Da allora al centrosinistra è successo di tutto. Dallo scandalo del ‘Cinzia-gate’, che ha costretto a precoci dimissioni il sindaco Delbono, lasciando una profonda ferita in una città tradizionalmente rossa. Al ritiro forzato, per motivi di salute, del candidato alle primarie su cui aveva scommesso larga parte del partito, Maurizio Cevenini.
La speranza è che i bolognesi si lascino sedurre da una sfida con tre candidati, in cui la partita si gioca soprattutto tra l’uomo del Pd Virginio Merola e Amelia Frascaroli, sostenuta da Vendola. Poche speranze sembra avere Benedetto Zacchiroli, ex responsabile delle Politiche estere nello staff di Cofferati.
“Amelia è il cambiamento: è la medicina contro quella malattia che è la prevaricazione degli apparati di partito rispetto alle domande di cambiamento di una città”, dice Vendola in un video per invitare a votare la sua candidata. E anche se parte favorito Merola, presidente del consiglio provinciale di Bologna, già assessore alla casa durante la giunta Cofferati e sfidante di Delbono alle primarie del 2008, Frascaroli può giocarsi le sue carte. Ex direttrice della Caritas, la signora dai modi gentili ha il sostegno di Sel, Prc-Pdci e Verdi, ma soprattutto di Flavia Prodi, che si è spesa per lei. Il voto della galassia prodiana potrebbe dunque andare a lei, anche se l’ex presidente del Consiglio non ha voluto rivelare chi voterà.
Di una campagna elettorale combattuta anche sul Web, sono da segnalare: il simbolo scelto da Merola, che giocando sul suo nome, ricorda da vicino il logo della radio Virgin; la zeta, alla Zorro, sfoggiata da Zacchiroli; la vittoria virtuale di Frascaroli nel numero di sostenitori su Facebook (1100, contro i 500 di Merola).
Infine, negli ultimi giorni ha fatto molto discutere a Bologna la battuta infelice sui gay pronunciata a un dibattito dal candidato del Pd. Infelice soprattutto perché al suo fianco c’era Zacchiroli, che aveva fatto outing solo due giorni prima.
NAPOLI – Nel capoluogo partenopeo il centrosinistra ha alle spalle 17 anni di governo ininterrotto, prima con Bassolino, poi con la Iervolino. Inutile sottolineare, dunque, l’importanza della scelta di un candidato sindaco che dovrà confermare il governo della città nonostante un calo di popolarità del centrosinistra.
La sfida è a quattro. I nomi in lizza erano cinque fino a ieri, quando il pizzaiolo Gino Sorbillo, sostenuto dai Verdi e forte delle simpatie dei commercianti del centro di Napoli, ha ritirato la sua candidatura per sostenere Umberto Ranieri. E andare a rafforzare l’ex sottosegretario agli Esteri, che è “il” candidato del partito (gli altri lamentano un troppo esplicito sostegno da parte dei dirigenti democrat). Dalla sua ci sono gli intellettuali e l'alta borghesia partenopea (dal presidente emerito della Consulta Francesco Paolo Casavola allo scrittore Raffaele La Capria), ma ci sarebbe anche il presidente Giorgio Napolitano, di cui Ranieri è allievo prediletto.
Ad ogni modo, i giochi sono tutt’altro che fatti. Ferve la campagna elettorale e pesa l'incognita del numero dei votanti. E si disputano la partita: Andrea Cozzolino, ex assessore regionale alle Attività produttive molto vicino a Bassolino, che gode di forti rapporti con il mondo imprenditoriale di sinistra, ma anche di destra; Nicola Oddati, attuale assessore alla Cultura che, con il sostegno di una fetta del mondo culturale, punta a “giovani e precari”; Libero Mancuso, magistrato napoletano che vive da anni a Bologna, sostenuto da Sinistra e libertà e vicino all’area dell’antagonismo. A Napoli, però, l’effetto Vendola è meno temuto. E la partita sembra destinata a disputarsi soprattutto all’interno del Pd.
PROSSIME TAPPE – Il 30 gennaio si vota in un altro capoluogo importante: Cagliari. Qui il candidato del Pd è il senatore Antonello Cabras, già segretario regionale del partito. Lo sfidano il giovane consigliere regionale e comunale Massimo Zedda per Sinistra e libertà, Tiziana Frongia per i Verdi, Giuseppe Andreozzi per i Rossomori e l'outsider Filippo Petrucci.
Si vota il 27 febbraio ed è ancora da definire, invece, a Torino, la rosa degli aspiranti alla successione a Chiamparino. Di certo, l’uomo da battere è l’ex segretario dei Ds Piero Fassino, sostenuto dai vertici del Pd. Ma in lizza ci sono anche l’ex presidente del consiglio regionale del Piemonte Davide Gariglio e il ginecologo Silvio Viale, presidente dei Radicali italiani. Anche qui non manca Vendola, che potrebbe schierare il sindacalista Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom.
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BOLOGNA – All’ombra delle due Torri appare quasi impossibile raggiungere le vette di partecipazione del 2008, quando 24 mila elettori espressero il loro voto nelle primarie vinte da Flavio Delbono. Da allora al centrosinistra è successo di tutto. Dallo scandalo del ‘Cinzia-gate’, che ha costretto a precoci dimissioni il sindaco Delbono, lasciando una profonda ferita in una città tradizionalmente rossa. Al ritiro forzato, per motivi di salute, del candidato alle primarie su cui aveva scommesso larga parte del partito, Maurizio Cevenini.
La speranza è che i bolognesi si lascino sedurre da una sfida con tre candidati, in cui la partita si gioca soprattutto tra l’uomo del Pd Virginio Merola e Amelia Frascaroli, sostenuta da Vendola. Poche speranze sembra avere Benedetto Zacchiroli, ex responsabile delle Politiche estere nello staff di Cofferati.
“Amelia è il cambiamento: è la medicina contro quella malattia che è la prevaricazione degli apparati di partito rispetto alle domande di cambiamento di una città”, dice Vendola in un video per invitare a votare la sua candidata. E anche se parte favorito Merola, presidente del consiglio provinciale di Bologna, già assessore alla casa durante la giunta Cofferati e sfidante di Delbono alle primarie del 2008, Frascaroli può giocarsi le sue carte. Ex direttrice della Caritas, la signora dai modi gentili ha il sostegno di Sel, Prc-Pdci e Verdi, ma soprattutto di Flavia Prodi, che si è spesa per lei. Il voto della galassia prodiana potrebbe dunque andare a lei, anche se l’ex presidente del Consiglio non ha voluto rivelare chi voterà.
Di una campagna elettorale combattuta anche sul Web, sono da segnalare: il simbolo scelto da Merola, che giocando sul suo nome, ricorda da vicino il logo della radio Virgin; la zeta, alla Zorro, sfoggiata da Zacchiroli; la vittoria virtuale di Frascaroli nel numero di sostenitori su Facebook (1100, contro i 500 di Merola).
Infine, negli ultimi giorni ha fatto molto discutere a Bologna la battuta infelice sui gay pronunciata a un dibattito dal candidato del Pd. Infelice soprattutto perché al suo fianco c’era Zacchiroli, che aveva fatto outing solo due giorni prima.
NAPOLI – Nel capoluogo partenopeo il centrosinistra ha alle spalle 17 anni di governo ininterrotto, prima con Bassolino, poi con la Iervolino. Inutile sottolineare, dunque, l’importanza della scelta di un candidato sindaco che dovrà confermare il governo della città nonostante un calo di popolarità del centrosinistra.
La sfida è a quattro. I nomi in lizza erano cinque fino a ieri, quando il pizzaiolo Gino Sorbillo, sostenuto dai Verdi e forte delle simpatie dei commercianti del centro di Napoli, ha ritirato la sua candidatura per sostenere Umberto Ranieri. E andare a rafforzare l’ex sottosegretario agli Esteri, che è “il” candidato del partito (gli altri lamentano un troppo esplicito sostegno da parte dei dirigenti democrat). Dalla sua ci sono gli intellettuali e l'alta borghesia partenopea (dal presidente emerito della Consulta Francesco Paolo Casavola allo scrittore Raffaele La Capria), ma ci sarebbe anche il presidente Giorgio Napolitano, di cui Ranieri è allievo prediletto.
Ad ogni modo, i giochi sono tutt’altro che fatti. Ferve la campagna elettorale e pesa l'incognita del numero dei votanti. E si disputano la partita: Andrea Cozzolino, ex assessore regionale alle Attività produttive molto vicino a Bassolino, che gode di forti rapporti con il mondo imprenditoriale di sinistra, ma anche di destra; Nicola Oddati, attuale assessore alla Cultura che, con il sostegno di una fetta del mondo culturale, punta a “giovani e precari”; Libero Mancuso, magistrato napoletano che vive da anni a Bologna, sostenuto da Sinistra e libertà e vicino all’area dell’antagonismo. A Napoli, però, l’effetto Vendola è meno temuto. E la partita sembra destinata a disputarsi soprattutto all’interno del Pd.
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