Il Terzo Polo verso il sì con una mozione autonoma. L'Api di Rutelli ha già deciso e boccia il ministro. Il titolare del Ministero dei Beni Culturali: "E' solo una farsa umiliante"
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Si consumerà nell'ultima settimana di gennaio la nuova prova di tenuta della maggioranza in Parlamento. Per la settimana di fine mese è stata infatti calendarizzata alla Camera la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Cultura Sandro Bondi, presentata da Pd e Idv, dopo il crollo della Domus dei gladiatori a Pompei.
Il voto al ministro, al di là del giudizio dei singoli gruppi sull'operato del ministro, sarà infatti indicativo per capire i numeri su cui il governo potrà contare per continuare la legislatura e, soprattutto, sul comportamento e la tenuta del raggruppamento nato con il cosiddetto Terzo Polo. Sempre che, proprio per evitare di mettere a rischio la tenuta del governo, non sia lo stesso Ministro, come da lui stesso paventato nei giorni scorsi, a fare un passo indietro, "Sarei per primo disponibile a mettere a disposizione il mio incarico per rafforzare la maggioranza e il Governo" aveva spiegato a fine anno (GUARDA L'INTERVISTA). Lo rassicura, però, il ministro Gianfranco Rotondi: la sfiducia, prevede, "non passerà perché la maggioranza farà quadrato sul coordinatore del partito guida".
In attesa del 'verdetto', tuttavia, il responsabile dei Beni Culturali si difende: dopo aver cercato nelle scorse settimane di convincere gli ex 'compagni' del Pd a ritirare la mozione, ora attacca, parla di "farsa indecorosa e umiliante" e stigmatizza il comportamento dei leader del Terzo Polo che, secondo indiscrezioni poi smentite dal portavoce del presidente della Camera, avrebbero discusso in occasione di un incontro tra Fini e Casini proprio dell'atteggiamento da tenere in vista del voto alla Camera. Si tratterebbe di una "una grave mancanza di rispetto, quanto meno formale, del ruolo delle istituzioni" tuona il ministro.
Da Udc e Fli, tuttavia, indicazioni sul comportamento che terranno in occasione del voto ancora non arrivano, anche se questo potrebbe indicare una possibile scelta per l'astensione, per evitare un nuovo braccio di ferro con il governo dall'esito incerto. "Decideremo, abbiamo tempo" chiarisce Pier Ferdinando Casini. Rinvia il verdetto anche Fli, dice Benedetto Della Vedova, anche se Fabio Granata chiede comunque le dimissioni del ministro.
L'Api di Rutelli, invece, ha già deciso: su Bondi sarà pollice verso. Non solo: il leader dell'Api auspica che sia tutto "il nuovo polo a predisporre un'autonoma e motivata mozione di sfiducia contro Bondi". E questo a causa del "bilancio disastroso di questi due anni e mezzo di governo della cultura" e di fronte alla sua incapacità di "forzare l'ostilità del ministro Tremonti" per ottenere le risorse indispensabili a garantire la tutela del patrimonio.
Ad assicurare un voto "compatto" del Terzo Polo è invece il leader dell'Mpa, Raffaele Lombardo: "Io mi rifarò a quel che decideremo tutti insieme. Personalmente, della questione se si vota a favore o contro non me ne frega niente..." taglia corto Lombardo che a Roma ha incontrato oggi i leader Udc e Api.
Da parte sua Bondi bolla il Pd di conformismo ("sono dei nicodemiti" dice) e ironizza sul Terzo Polo: "Apprendo che Casini ha delegato Rutelli e Buttiglione, impareggiabili ministri dei beni culturali, grazie ai quali la gestione del nostro patrimonio storico artistico ha raggiunto risultati insuperabili, di decidere il voto sulla mozione". E conclude: "Mi verrebbe da ridere se non dovessi sopportare questa farsa indecorosa e umiliante".
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Il voto al ministro, al di là del giudizio dei singoli gruppi sull'operato del ministro, sarà infatti indicativo per capire i numeri su cui il governo potrà contare per continuare la legislatura e, soprattutto, sul comportamento e la tenuta del raggruppamento nato con il cosiddetto Terzo Polo. Sempre che, proprio per evitare di mettere a rischio la tenuta del governo, non sia lo stesso Ministro, come da lui stesso paventato nei giorni scorsi, a fare un passo indietro, "Sarei per primo disponibile a mettere a disposizione il mio incarico per rafforzare la maggioranza e il Governo" aveva spiegato a fine anno (GUARDA L'INTERVISTA). Lo rassicura, però, il ministro Gianfranco Rotondi: la sfiducia, prevede, "non passerà perché la maggioranza farà quadrato sul coordinatore del partito guida".
In attesa del 'verdetto', tuttavia, il responsabile dei Beni Culturali si difende: dopo aver cercato nelle scorse settimane di convincere gli ex 'compagni' del Pd a ritirare la mozione, ora attacca, parla di "farsa indecorosa e umiliante" e stigmatizza il comportamento dei leader del Terzo Polo che, secondo indiscrezioni poi smentite dal portavoce del presidente della Camera, avrebbero discusso in occasione di un incontro tra Fini e Casini proprio dell'atteggiamento da tenere in vista del voto alla Camera. Si tratterebbe di una "una grave mancanza di rispetto, quanto meno formale, del ruolo delle istituzioni" tuona il ministro.
Da Udc e Fli, tuttavia, indicazioni sul comportamento che terranno in occasione del voto ancora non arrivano, anche se questo potrebbe indicare una possibile scelta per l'astensione, per evitare un nuovo braccio di ferro con il governo dall'esito incerto. "Decideremo, abbiamo tempo" chiarisce Pier Ferdinando Casini. Rinvia il verdetto anche Fli, dice Benedetto Della Vedova, anche se Fabio Granata chiede comunque le dimissioni del ministro.
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