Quando la Lega aiuta gli immigrati

Politica
Il sindaco di Tarzo Gianangelo Bof
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A Tarzo, piccolo comune nel trevigiano, l'amministrazione leghista stanzia un fondo di 10mila euro per pagare la retta dell'asilo alle famiglie extracomunitarie. "I bambini non hanno nazionalità" dice il sindaco

Non esiste solo Adro nel profondo nord italiano. Non in tutti i comuni guidati da giunte leghiste cittadini italiani e cittadini stranieri vengono messi l'uno contro l'altro. A Tarzo, paese con meno di 5000 abitanti in provincia di Varese la giunta guidata dal leghista Gianangelo Bof ha deciso di stanziare 10mila euro per aiutare le famiglie bisognose a pagare la retta dell'asilo. Famiglie che sono in prevalenza straniere.

Le motivazioni dietro a questa scelta sono poco ideali e molto pratiche.  "Quei 10 mila euro li considero un investimento per il futuro" spiega il sindaco - "Dare mille euro ad un bambino di 3 anni mi costa meno che intervenire quando ne avrà 16-17 con problemi di delinquenza". "Ci sono bambini - continua Bof - che non parlano l'italiano e se l'imparano prima di cominciare le elementari saranno tutti alla pari, facilitando così l'insegnamento." E dunque, spiega alla Tribuna di Treviso il sindaco "metteremo questi bambini in grado di arrivare alle elementari con buona padronanza di italiano, capaci di seguire le lezioni fin da subito, di parlare liberamente con i loro coetanei. E' necessario
che si integrino, è un bene per loro come lo è per noi."

E il pensiero non può che correre ad Adro, il comune al centro della bufera da almeno sei mesi almeno, da quando il sindaco Oscar Lancini lo scorso aprile decise di tagliare la mensa scolastica ai bambini di quelle famiglie che non potevano permettersi la retta. Ad Adro, il paese che insorse con rabbia, quando un imprenditore locale si offrì di pagare di tasca sua il pranzo agli scolari poveri. "Per me i bambini non hanno nazionalità - spiega invece il sindaco di Tarzo - "La discriminante non può essere il colore dalla pelle o la forma degli occhi. Da bambino quando subisci una discriminazione non sai fartene una ragione, io lo so bene". Gianangelo Bof, infatti, è cresciuto come figlio di emigranti in Germania. Sa, insomma, cosa significhi crescere da straniero in terra straniera.

In paese la decisione è stata accolta con favore, anche se non sono mancate le critiche. "Qualcuno ha idee preconcette e la spinta contro gli extracomunitari è forte". Non e' anche un po' colpa della Lega? "Assolutamente no - dice Bof - E' il frutto delle politiche dissennate che hanno fatto entrare tutti e non solo quelli che siamo in grado di accogliere".

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