"Non permetterò che ci guardiamo la punta delle scarpe: quelle scarpe ci servono per camminare": è la metafora con cui il leader del Pd torna sul dibattito interno al partito aperto da Veltroni. L'ex segretario con Parisi: "Sfiduciamo il premier"
I panni sporchi si lavano in famiglia, all'esterno il Pd deve apparire "unito in una battaglia comune". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha scelto le feste di Modena e Bologna, storicamente le federazioni più forti e ricche del partito, per rilanciare la strategia del Pd e farlo uscire dall'immagine dello stallo di contrasti e divisioni interne. "Abbiamo i luoghi per discutere, giovedì c'è la direzione e ne parleremo lì. Io da adesso parlo di Italia, le altre cose ce le vedremo nei nostri organismi".
Il rischio, ribadisce Bersani, è quello di passare il tempo a "guardarsi la punta delle scarpe, ma le scarpe ci servono per camminare". E rispedisce al mittente le critiche mossegli dal documento veltroniano: "La bussola c'è e il coraggio anche. Il coraggio, secondo me, è stare insieme ai precari della scuola, stare coi piedi nei problemi degli italiani, prendere un volantino e andare alle sei e mezza davanti a una fabbrica. Noi abbiamo fatto 2.120 feste, il coraggio è anche fare le feste nei territori e discutere con gli avversari come abbiamo fatto a Torino: il coraggio è in quello che fai non in quello che dici". Gli avversari, ha insomma voluto ribadire Bersani di fronte al fuoco amico, sono Berlusconi e la sua maggioranza.
La discussione, ha mandato a dire a chi lo contesta, è bene che si concentri su come fargli l'opposizione e non sulle divisioni interne. A cominciare dalla richiesta di una mozione di sfiducia sulla posizione di Berlusconi di ministro dello Sviluppo Economico. Un'ipotesi che il segretario ha definito "possibile, ma che va valutata con tutte le forze di opposizione. Che Berlusconi debba andare a casa non c'è dubbio, strategie e tattiche le devono vedere bene i gruppi parlamentari".
E soprattutto ha invitato il partito a stare pronto in caso di elezioni anticipate: "Io lo dico da un anno a questa parte che alla fine della legislatura non ci arrivano perché il centrodestra non è in condizione di tirare la palla avanti. Qualsiasi cosa impapocchino nelle prossime settimane sarebbe comunque una cosa più debole di quella che abbiamo visto fin qui. Noi siamo pronti, l'importante è sempre tener conto che quando si arriva alle elezioni è perché Berlusconi ha fallito. Le elezioni anticipate avrebbero un padre e una madre: Berlusconi e la crisi della sua maggioranza".
Intanto l'ex segretario Walter Veltroni, intervenendo all'assemblea di 'Libertà eguale', ha insistito sul recupero dell'ispirazione originaria del Pd pur apparendo più conciliante con l'attuale leader del partito e allo stesso tempo ha aperto alla proposta lanciata da Arturo Parisi di presentare una mozione di sfiducia al governo Berlusconi.
Il rischio, ribadisce Bersani, è quello di passare il tempo a "guardarsi la punta delle scarpe, ma le scarpe ci servono per camminare". E rispedisce al mittente le critiche mossegli dal documento veltroniano: "La bussola c'è e il coraggio anche. Il coraggio, secondo me, è stare insieme ai precari della scuola, stare coi piedi nei problemi degli italiani, prendere un volantino e andare alle sei e mezza davanti a una fabbrica. Noi abbiamo fatto 2.120 feste, il coraggio è anche fare le feste nei territori e discutere con gli avversari come abbiamo fatto a Torino: il coraggio è in quello che fai non in quello che dici". Gli avversari, ha insomma voluto ribadire Bersani di fronte al fuoco amico, sono Berlusconi e la sua maggioranza.
La discussione, ha mandato a dire a chi lo contesta, è bene che si concentri su come fargli l'opposizione e non sulle divisioni interne. A cominciare dalla richiesta di una mozione di sfiducia sulla posizione di Berlusconi di ministro dello Sviluppo Economico. Un'ipotesi che il segretario ha definito "possibile, ma che va valutata con tutte le forze di opposizione. Che Berlusconi debba andare a casa non c'è dubbio, strategie e tattiche le devono vedere bene i gruppi parlamentari".
E soprattutto ha invitato il partito a stare pronto in caso di elezioni anticipate: "Io lo dico da un anno a questa parte che alla fine della legislatura non ci arrivano perché il centrodestra non è in condizione di tirare la palla avanti. Qualsiasi cosa impapocchino nelle prossime settimane sarebbe comunque una cosa più debole di quella che abbiamo visto fin qui. Noi siamo pronti, l'importante è sempre tener conto che quando si arriva alle elezioni è perché Berlusconi ha fallito. Le elezioni anticipate avrebbero un padre e una madre: Berlusconi e la crisi della sua maggioranza".
Intanto l'ex segretario Walter Veltroni, intervenendo all'assemblea di 'Libertà eguale', ha insistito sul recupero dell'ispirazione originaria del Pd pur apparendo più conciliante con l'attuale leader del partito e allo stesso tempo ha aperto alla proposta lanciata da Arturo Parisi di presentare una mozione di sfiducia al governo Berlusconi.