Berlusconi-Fini, lo scontro continua

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Berlusconi, Fini
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Il premier dalla Russia assicura che non cadrà per le "chiacchiere" di "nuovi e vecchi antiberlusconiani", il presidente della Camera dal Canada ricorda che ci dovrà essere un voto sui punti programmatici. Bossi: meglio Fini che Casini

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La distanza non ferma la schermaglia tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Se il primo dalla Russia assicura che non cadrà per le "chiacchiere" di "nuovi e vecchi antiberlusconiani", il secondo dal Canada ricorda che perché il governo vada avanti ci dovrà essere un voto sui punti programmatici indicati da Berlusconi.
In questo clima rovente, anche Umberto Bossi ci mette sopra il suo "carico": se da un lato assicura infatti il voto della Lega ("non cambiamo bandiera" come Fini) e sottolinea che le elezioni non sono più alle porte ("non le vuole il Presidente e non le vuole Berlusconi"), non risparmia però strali nei confronti del presidente della Camera ("Spero torni in ginocchio da Berlusconi") né nei confronti del corteggiato Casini ("Sempre meglio Fini di lui").

Il premier da Mosca, in una telefonata alla scuola di formazione del Pdl riunita a Gubbio, ribadisce ancora una volta la sua strategia: il governo "deve andare avanti, non c'è un'alternativa". Parole chiare, dunque, che preannunciano una dura opposizione ad ipotesi di altri esecutivi: "Non permetteremo nessun governicchio tecnico". L'esecutivo deve governare, gli risponde Fini da Ottawa, ma, precisa, sulle dichiarazioni del Cavaliere in Aula "ci deve essere un voto", altrimenti "il presidente del Consiglio che cosa cerca a fare il sostegno di 316 deputati?".

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