Fli al Pdl: "Sì al dialogo se si dimettono i coordinatori"
PoliticaNuova polemica tra finiani e berlusconiani. Italo Bocchino invita Berlusconi a far dimettere La Russa, Bondi e Verdini per facilitare il riavvicinamento tra i due gruppi
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Silvio Berlusconi lavora ai quattro punti programmatici su cui cercare un nuovo patto di legislatura, il ministro Angelino Alfano spiega che sul tema della giustizia non ci saranno cedimenti e intanto scoppia una polemica su una frase del capogruppo di Futuro e Libertà che chiede di rinnovare il vertice del Pdl.
Italo Bocchino, dopo aver salutato positivamente sia le intenzioni del premier che le parole di Alfano, chiede che i tre coordinatori del Pdl si dimettano per facilitare il dialogo in maggioranza. "Il Presidente della Camera propose a Berlusconi di resettare il partito per rilanciare tutto - ha ricordato Bocchino - Allora fu letta come una provocazione ma adesso il Presidente del Consiglio chiede un passo indietro ai coordinatori per puntare su tre volti nuovi. Non sappiamo se Berlusconi riuscirà a far dimettere Verdini, La Russa e Bondi, va però detto che questa mossa cambierebbe in meglio il Pdl e renderebbe più facile il dialogo" con Fli, che invece mostra di apprezzare i nomi di Alfano, Gelmini e Meloni.
Il Pdl non gradisce quella che considera un'ingerenza in affari interni di partito e definisce in coro Bocchino un "provocatore". Nonostante questo uno dei tre coordinatori, Sandro Bondi, spiega: "Ho sempre pensato e detto che se la mia persona fosse stata d'ostacolo ad una ricomposizione mi sarei immediatamente fatto da parte, così come gli altri coordinatori hanno più volte dichiarato". Bondi ricorda di aver sempre cercato un confronto con il presidente Fini e nota che "la nomina di Bocchino a capogruppo di FLI non puo certamente essere letta come la volontà di instaurare un clima sereno di confronto. Per tutto ciò non sarò certamente io a frappormi, così come gli amici Verdini e La Russa, ad un ulteriore rinnovamento del partito quando sarà il momento".
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Il Pdl non gradisce quella che considera un'ingerenza in affari interni di partito e definisce in coro Bocchino un "provocatore". Nonostante questo uno dei tre coordinatori, Sandro Bondi, spiega: "Ho sempre pensato e detto che se la mia persona fosse stata d'ostacolo ad una ricomposizione mi sarei immediatamente fatto da parte, così come gli altri coordinatori hanno più volte dichiarato". Bondi ricorda di aver sempre cercato un confronto con il presidente Fini e nota che "la nomina di Bocchino a capogruppo di FLI non puo certamente essere letta come la volontà di instaurare un clima sereno di confronto. Per tutto ciò non sarò certamente io a frappormi, così come gli amici Verdini e La Russa, ad un ulteriore rinnovamento del partito quando sarà il momento".