Alfano: "Giustizia e processo breve prova del fuoco"

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Il Guardasigilli in un'intervista al Corriere della Sera: intesa con i finiani su quattro pilastri (giustizia, fisco, federalismo e Sud) o tornare alle urne. Granata: "Se cade il governo possibili nuove alleanze. LA RASSEGNA STAMPA

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Il ministro della Giustizia Angelino Alfano sostiene che la "prova del fuoco della maggioranza", dopo la rottura con i finiani, sarà un accordo su giustizia e processo breve. Secondo Alfano i pilastri del governo sono quattro (gli stessi contenuti nel piano su cui il presidente del Consiglio vorrebbe chiedere la fiducia a settembre) "giustizia, fisco, federalismo e Sud" e assicura che sulla giustizia non ci saranno cambiamenti.
"Prima di andare alle urne - spiega Alfano in un'intervista al Corriere della Sera - abbiamo il dovere di mettere insieme coloro i quali sono stati eletti in una casa comune e con un programma comune. Bisognerà vedere se su alcune questioni di fondo ci sarà intesa". E aggiunge: "Ci sono alcuni pilastri che sono imprescindibili: giustizia, fisco, federalismo e Sud, mi sembrano quattro pilastri su cui un governo si regge".

"In materia di giustizia - prosegue - il programma è già stato scritto. E' stato uno dei punti di conflitto e proprio per questo credo che che il percorso parlamentare servirà a vedere chi vuol far finire la legislatura e chi invece vuol portare avanti il programma di governo. Per il resto abbiamo agosto per riflettere e non disperdere ciò che abbiamo costruito insieme. Agosto è il mese dei piromani e dei pompieri...".
Secondo Alfano la "prova del fuoco" sarà un "accordo sul federalismo e sul processo breve", "proprio perché - spiega - sulla giustizia e sul federalismo c'è stato più di un problema dentro il Pdl". E conclude: "Se ci sarà un'intesa su questi argomenti si potrà andare avanti, viceversa, se non ci sarà l'intesa, o se essa, pur siglata in Parlamento, non dovesse funzionare, si tornerà al popolo".

Dalle pagine della Stampa, il deputato finiano Fabio Granata parla di possibili nuove alleanze nel caso in cui il governo dovesse cadere. "Se la situazione dovesse precipitare per un conflitto interno al centrodestra, ciò aprirebbe le porte ad alleanze inedite e far nascere qualcosa dio nuovo". E ancora: "Continuo a sperare che Berlusconi approfondisca una piattaforma coerente al programma di governo sulla quale intavolare un accordo di fine legislatura, tenendo presente che i contenuti devono essere condivisi". Per Granata "Berlusconi deve ammettere di aver sbagliato gli ultimi passaggi, altrimenti dovrà assumersi la responsabilità di portare il paese alle urne". Granata non esclude la sinistra dalle alleanze inedite. "In uno scenario nuovo -spiega - si dovra' partire da un programma che rappresenti il nostro elettorato su tre capisaldi: coesione sociale del Paese, con un federalismo solidale tra le regioni, unità nazionale come valore indissolubile". Su questi punti si potrà trovare un'intesa "con chi ci sta". "Credo sia nella logica delle cose - aggiunge - che in quel caso non potremo allearci con chi ci ha cacciato. Certo, l'auspicio e' che il bipolarismo si salvi".

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