Sotto accusa le parole del deputato finiano sulla questione morale. Alemanno e Mantovano al presidente della Camera: "Prenda le distanze". Il ministro della Difesa a SkyTG24: "Se Fini vuole un ruolo nel partito faccia il ministro". L’intervista integrale
Aumentano di intensità le scosse all’interno del Pdl. Allo scontro tra la corrente finiana ed il resto del partito adesso si aggiungono le schermaglie tra gli ex di Alleanza Nazionale.
Tutto è cominciato con le dichiarazioni di Fabio Granata, che ieri aveva detto: “Nel governo c’è chi frena i processi contro la mafia”. Dopo le violente polemiche di ieri, Ignazio La Russa sbotta: "Chieda scusa oppure lasci il partito". A Sky TG24 il ministro ha dichiarato: "Dico all'amico Fabio Granata: o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di più nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito".
A questo punto Granata diventa anche il pretesto per fare pressing su Gianfranco Fini. Contro il deputato siciliano si schiera anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho sentito quanto ha detto Granata a proposito di Mantovano, un membro della nostra comunità. Io credo che siano necessarie due cose: primo che Fini e tutti coloro che hanno intenti costruttivi prendano le distanze da Granata ma credo anche, e mi duole dirlo, che sia tempo che Granata vada a farsi un giro fuori".
Immediata la replica del deputato siciliano: "Non ho davvero nulla di cui scusarmi - dice - perché le verità che ho detto sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino". E ancora: “Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi". “Mi riferisco alle decine di attestazioni di stima e solidarietà, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell'Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione ad “eroe” di un mafioso conclamato come Mangano".
A questo punto ad intervenire è lo stesso Mantovano. "Da deputato chiedo al presidente della Camera che in avvio della prossima seduta dica qualcosa di chiaro e definitivo sul punto: non lo chiedo, lo esigo sulla base della vicinanza di anni, della mia storia personale e sulla base dell'azione di governo che si sta facendo da due anni".
Dice la sua anche il ministro degli Interni Roberto Maroni. Che esprime "piena solidarietà al sottosegretario Alfredo Mantovano, oggetto di ignobili insinuazioni, dopo la decisione da parte della commissione ministeriale di non ammettere al programma di protezione il pentito Gaspare Spatuzza".
La Russa: "Fini ministro al posto dei Scajola"- Nel corso dell'intervista a SkyTG24, poi, La Russa traccia uno scenario politico che potrebbe riportare la pace nel Pdl. "Sono ancora pronto a spendermi perchè si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi. Facciamo ad esempio un'ipotesi fantascientifica: se si trovassero d'accordo che Fini entri nel Governo, magari al ministero delle Attività produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che è molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti".
Berlusconi: “Nessuno spazio a contrapposizioni tra correnti, sì a congressi locali"- E mentre le schermaglie nel Pdl rischiano di destabilizzare governo e maggioranza Silvio Berlusconi continua a ribadire il suo no alle contrapposizioni tra correnti interne. "Dobbiamo far crescere il nostro partito, dobbiamo organizzarlo sempre meglio sul territorio, garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi". Nel messaggio il premier auspica anche di "non lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che paralizzerebbero la vita" del Pdl.
Tutto è cominciato con le dichiarazioni di Fabio Granata, che ieri aveva detto: “Nel governo c’è chi frena i processi contro la mafia”. Dopo le violente polemiche di ieri, Ignazio La Russa sbotta: "Chieda scusa oppure lasci il partito". A Sky TG24 il ministro ha dichiarato: "Dico all'amico Fabio Granata: o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di più nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito".
A questo punto Granata diventa anche il pretesto per fare pressing su Gianfranco Fini. Contro il deputato siciliano si schiera anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho sentito quanto ha detto Granata a proposito di Mantovano, un membro della nostra comunità. Io credo che siano necessarie due cose: primo che Fini e tutti coloro che hanno intenti costruttivi prendano le distanze da Granata ma credo anche, e mi duole dirlo, che sia tempo che Granata vada a farsi un giro fuori".
Immediata la replica del deputato siciliano: "Non ho davvero nulla di cui scusarmi - dice - perché le verità che ho detto sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino". E ancora: “Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi". “Mi riferisco alle decine di attestazioni di stima e solidarietà, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell'Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione ad “eroe” di un mafioso conclamato come Mangano".
A questo punto ad intervenire è lo stesso Mantovano. "Da deputato chiedo al presidente della Camera che in avvio della prossima seduta dica qualcosa di chiaro e definitivo sul punto: non lo chiedo, lo esigo sulla base della vicinanza di anni, della mia storia personale e sulla base dell'azione di governo che si sta facendo da due anni".
Dice la sua anche il ministro degli Interni Roberto Maroni. Che esprime "piena solidarietà al sottosegretario Alfredo Mantovano, oggetto di ignobili insinuazioni, dopo la decisione da parte della commissione ministeriale di non ammettere al programma di protezione il pentito Gaspare Spatuzza".
La Russa: "Fini ministro al posto dei Scajola"- Nel corso dell'intervista a SkyTG24, poi, La Russa traccia uno scenario politico che potrebbe riportare la pace nel Pdl. "Sono ancora pronto a spendermi perchè si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi. Facciamo ad esempio un'ipotesi fantascientifica: se si trovassero d'accordo che Fini entri nel Governo, magari al ministero delle Attività produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che è molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti".
Berlusconi: “Nessuno spazio a contrapposizioni tra correnti, sì a congressi locali"- E mentre le schermaglie nel Pdl rischiano di destabilizzare governo e maggioranza Silvio Berlusconi continua a ribadire il suo no alle contrapposizioni tra correnti interne. "Dobbiamo far crescere il nostro partito, dobbiamo organizzarlo sempre meglio sul territorio, garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi". Nel messaggio il premier auspica anche di "non lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che paralizzerebbero la vita" del Pdl.