Maroni boccia ddl svuota-carceri: "Peggio dell'indulto"

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Il ministro dell'Interno critica il disegno di legge all'esame della Camera, che consentirebbe ai detenuti di scontare l'ultimo anno di pena ai domiciliari. Per il titolare del Viminale gli effetti sarebbero disastrosi

Non usa mezzi termini il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che a margine d'una visita istituzionale al Cairo ha fortemente stigmatizzato il cosiddetto ddl svuota-carceri all'esame della Commissione Giustizia alla Camera. Per il titolare del Viminale, qualora fosse approvato, il provvedimento, che consentirebbe ai detenuti di scontare l'ultimo anno di pena ai domiciliari, avrebbe un impatto negativo.

Al riguardo Maroni non ha dubbi e ne parla in riferimento all'indulto, di cui il potenziale decreto sarebbe "peggiore, visto che gli effetti non sarebbero una tantum ma varrebbero sempre". Ponendo poi il ddl all'esame in relazione alla questione degli immigrati, il ministro ha aggiunto: "Noi non siamo in grado di controllare le circa 10mila persone che, se fosse approvato il disegno di legge, andrebbero ai domiciliari. La metà d'essi è costituita da stranieri e molti sono clandestini e senza casa. Dove dovrebbero a scontare i domiciliari?". "Un controllo - ha aggiunto - per un numero così elevato di persone sarebbe possibile solo se fosse disponibile una tecnologia sul modello del braccialetto elettronico, che però ancora non dà adeguate garanzie". 

E dall'Egitto le dichiarazioni di Maroni sono subito rimbalzate in Italia, suscitando reazioni disparate. Hanno plaudito all'attacco del ministro Massimo Donadi dell'Idv e Donatella Ferranti del Pd, che hanno però auspicato un immediato e fattivo intervento da parte del Viminale. Condivisione piena anche da parte di Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell'Associazione Funzionari di Polizia, il quale, criticando il ddl svuota-carceri, ha dichiarato: "Le vittime dei criminali hanno bisogno di maggiore rispetto". Dissenso, invece, da parte della radicale Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia, che ha definito le parole di Maroni "sparate puramente demagogiche".

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