Elezioni 2010, viaggio nel suk elettorale

Politica
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Suonerie per cellulari e "padanine". Mazzi di carte da gioco con la foto del candidato e calendari del duce. Tra i gadget elettorali c'è anche spazio per i cappellini verdi di Luca Zaia che secondo il centrista De Poli sono "made in China"

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di Serenella Mattera

Per colpire i giovani (e non solo) il leghista Marco Mambelli porta in giro per la provincia di Bologna sul suo camper elettorale tre avvenenti “padanine”, la versione in verde di veline, letterine e meteorine.
Per conquistare la regione più “anziana” d’Italia, la Liguria, il medico Susy De Martini due volte a settimana misura gratis la pressione a chi si presenta alla sede del suo comitato.

Cosa non ci si inventa per essere eletti. Questo e anche altro, pur di emergere dall’indistinto mare magnum dei candidati alle prossime amministrative. Tanti, tantissimi. Migliaia in tutta Italia. Si sfidano con il tradizionale porta a porta. Arringano piazze cittadine e agorà virtuali. Ma soprattutto, danno mostra di credere nella fantasia al potere, per declinare secondo schemi nuovi i soliti vecchi riti.

E allora come non iniziare una rassegna delle più recenti trovate elettorali, se non partendo dalle suonerie di Roberto Formigoni. Che abbiano dettato legge in fatto di melodie per cellulare, è tutto da dimostrare. Ma che siano diventate l’ultima moda in fatto di gadget elettorali, appare evidente a dare un’occhiata ai siti di Roberto Cota e Sandro Biasotti, che hanno provveduto ad aggiungere il nuovo accessorio alla dotazione per i loro sostenitori. E se Formigoni se la canta da solo, la suoneria, Biasotti se la fa cantare da Marino D’Angelantonio, volto noto delle televendite sulle tv locali liguri: «Sandro, Sandro, Sandro, io voto per Biasotti-i, perché la nostra Liguria merita di più», intona come in un jingle pubblicitario.

Ma restando in area gadget, non solo internet riserva sorprese.
Polemiche sono piovute sul candidato laziale Luigi Celori (Pdl, ex An), per un calendario del duce regalato a un incontro elettorale (ma per iniziativa, si è difeso, di un gruppo di suoi sostenitori). Mentre il leghista lombardo Fabio Binelli distribuisce un Alberto da Giussano gonfiabile e delle salviettine con lo stemma della Lega, chissà se con allusione alle recenti inchieste giudiziarie e alle proprie “mani pulite”.
Niente, però, al confronto con la potenza di fuoco schierata in Veneto dal ministro Luca Zaia: due milioni di pieghevoli da inviare alle famiglie, 10 mila mazzi di carte da gioco “trevisane” con la foto del candidato riprodotta sul verso e 250 mila bustine di gel disinfettante. Oltre ad adesivi di tre formati, notes con biro, torce al led, felpe e lecca lecca verdi alla menta. «A quando la scarpa sinistra prima del voto e quella destra dopo?» ha polemizzato lo sfidante di centrosinistra Giuseppe Bortolussi.
Mentre il candidato di centro Antonio De Poli rileva con malizia che i cappellini verdi distribuiti dal candidato risultano “made in China”, con non poca incoerenza da parte di chi, da ministro dell’Agricoltura «si spacciava per testimonial dei prodotti a chilometri zero». Risposta del portavoce di Zaia: «Le rifiniture sono state lavorate in Veneto: quindi, nessun mistero».

Nel grande suk elettorale c’è chi balla con gli anziani e chi mette in scena azioni di “guerrilla gardening”, giardinaggio d’assalto, per prendersi cura del verde pubblico. Chi si professa “eco-sostenibile” grazie a una campagna solo web: “a rifiuti zero”. E chi promette, per il dopo-elezione, se elezione sarà, di mettere a disposizione la proprio auto blu a chi ne abbia bisogno «per andare a fare la spesa, o per comprare oggetti ingombranti o, più semplicemente, perché anziano o disabile».

E intanto, per fare propaganda, si macinano chilometri.
I ragazzi del Movimento a cinque stelle di Beppe Grillo, in Veneto, hanno formato una “carovana di mezzi attrezzati con megafoni, cartelloni, bandiere e biciclette”, per informare sullo scempio che si fa del fiume Po.
Mercedes Bresso, in Piemonte, si è dotata di “Bresso bus” e Rocco Palese, in Puglia, di furgoncini.
In Campania, Stefano Caldoro viaggia “sulle onde della libertà”, con un aliscafo che toccherà da nord a sud i porti della Regione: i candidati del Pdl, per l’occasione “marinai”, saranno raggiunti nell’ultima tappa dal “capitano” Berlusconi.

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