Partito Democratico: la rete non perdona

Politica
Nessun altro partito come il PD ha creato un simile buzz nella rete
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Dai blog dei delegati fino alle dirette della Fondazione Daje scopri qui come il web sta vivendo il trauma delle dimissioni di Veltroni e come seguire l'assemblea costituente da fonti non ufficialI. SEGUI LA DIRETTA SU SKY.IT

di David Saltuari

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Per capire bene cosa sta succedendo al Partito Democratico forse, più che leggere giornali e agenzie, può essere utile in questi giorni scegliersi uno strumento più immediato come la rete. Tra i suoi fondatori, infatti, molti hanno un blog sul quale raccontano gli arcana imperii del partito e molti, tra i simpatizzanti e sostenitori, hanno aperto luoghi nella rete per seguire e raccontare (a volte disperandosi) le sorti del proprio partito.

Anche nel giorno dell'assemblea del Partito Democratico che dovrà decidere sul dopo Veltroni, dunque, sarà molto più interessante e utile sentire gli umori direttamente dai partecipanti. Diversi i delegati-blogger da cui aspettarsi qualche aggiornamento live. Luigi Civati, uno dei più attivi e seguiti in rete (tanto da trionfare, con grande sorpresa, sull'Espresso nel sondaggio per il futuro leader), invita ad una discussione sul suo blog, denunciando tutto il nervosisimo della vigilia. Anche Ivan Scalfarotto, ex candidato alle primarie e tra le voci più critiche del partito, promette un liveblogging (per quanto possibile) e intanto si augura che il PD trovi un suo "David Cameron". Un altro blog da tenere sott'occhio nelle ore convulse dell'assemblea è quello di Marco Simoni, anche lui delegato blogger. Non sarà all'assemblea (non ne è membro), ma è probabile che non mancheranno gli aggiornamenti sul blog di Luca Sofri, membro del direttivo (dal quale fece un memorabile live-blogging).

Non poteva mancare naturalmente Facebook. Un gruppo, in particolare, ha raggiunto 2000 adesioni nelle ultime 48 ore. Si chiama Non torniamo indietro ed è l'appello di un gruppo eterogeneo di esponenti del Pd affinchè si continui a lavorare per la piena realizzazione del progetto. Nelle note si può leggere: "Il Partito Democratico è nato per cambiare l'Italia. Non è solo nè innanzitutto, la sintesi di due tradizioni politiche del secolo scorso, gloriose ma storicamente esaurite. E' il progetto di portare il nostro Paese nella contemporaneità, nel mondo che cambia. Innovazione, mobilità, sociale, trasparenza ed equità in un Paese che appare invece sempre più bloccato, diviso e chiuso nelle proprie paure e nel proprio passato. Quella missione di cambiamento è oggi non solo valida, ma necessaria ed urgente. E' un progetto culturale prima ancora che politico. La sua realizzazione richiede coraggio, coerenza, coesione ed uno sguardo puntato con fermezza sul futuro. Sarà un lavoro lungo, che avrà bisogno di energia, senso di responsabilità e spirito di squadra. Noi siamo pronti a continuare a lavorare per realizzarlo".

Ma la voce più seguita in rete non è quella di un delegato o di un dirigente. Diego Bianchi, più noto come Zoro, ha iniziato a seguire l'avventura veltroniana del Partito Democratico ben prima dell'aprile del 2008. Partito alla fine del 2007, Diego Bianchi si è inventato una serie di video (Tolleranza Zoro - qui tutti i video) che hanno raccontato lo psicodramma degli elettori di centro-sinistra alle prese con il Partito Democratico, raggiungendo un tale seguito da diventare una rubrica fissa nella trasmissione Parla con me di Rai Tre. Il suo commento sulle dimissioni di Veltroni ("L'hotel Raphael senza monetine") è stato uno dei più linkati e citati in rete.

Ma l'attività di Zoro non si limita al suo blog. Dopo la sconfitta alle elezioni, insieme ad Antonio Sofi, esperto italiano del rapporto tra rete e politica, è stato tra i creatori della Fondazione Daje, "un gruppo di auto-aiuto politico in costante equilibrio tra cazzeggio e serietà". I dajisti hanno raccontato, tra la satira e la seria analisi gli ultimi sedici mesi del Partito Democratico diventando uno dei siti più seguiti degli elettori di centro-sinistra. La fondazione non si è fatta mancare nulla delle potenzialità che offre la rete e ha raccontato, con il liveblogging e direttamente in streaming video, i momenti più importanti del Partito democratico.

La Fondazione Daje, diventata oggi quello che negli anni novanta era il settimanale Cuore, ufficialmente non dovrebbe seguire in diretta l'assemblea del PD, ma il sito dei dajisti va tenuto d'occhio, sia per commenti a sopresa o la segnalazioni di ulteriori risorse. In ogni caso esprimono in modo abbastanza chiaro l'impazienza degli elettori del PD nel loro invito ai delegati dell'assemblea: Menateve.

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