Il vicepresidente del Csm invita le forze politiche a impegnarsi per favorire il dialogo. Tra le sue proposte anche quella di ridurre a un terzo il numero dei membri dell'organo di autogoverno dei magistrati nominato dalle toghe
Con la ripresa dei lavori parlamentari si torna a parlare di riforma della Giustizia, indicata da Berlusconi come una delle priorità per il 2009. Sul tema interviene anche Nicola Mancino: il vicepresidente del Csm invita le forze politiche a impegnarsi per favorire il dialogo ma entra nel merito con alcune proposte. L'obbligatorietà dell'azione penale innanzitutto: sia il Parlamento - dice Mancino - a scegliere, con una maggioranza qualificata, i reati da perseguire. Idea che sembra piacere a entrambi i poli. Per Mancino poi solo un terzo dei membri del Csm dovrebbe essere nominato dalle toghe.