All'ospedale Buccheri La Ferla l'indice di sovraffollamento resta alto, anche se in discesa rispetto ai giorni scorsi, a causa del ritorno dell'influenza e dell'impennata di casi Covid. Ma medici e infermieri restano pochi
All'ospedale Buccheri La Ferla, a Palermo, l'indice di sovraffollamento resta alto, anche se in discesa rispetto ai picchi dei giorni scorsi, a causa del ritorno dell'influenza e dell'impennata di casi Covid. “Fino a 250 riusciamo a lavorare in maniera abbastanza serena – spiega un sanitario della struttura – Ma quando arrivano i picchi del 460% significa che noi abbiamo quattro volte e mezzo i pazienti che riusciamo a gestire in pronto soccorso”.
La situazione all'ospedale Buccheri La Ferla
Arrivano di continuo le ambulanze al Buccheri la Ferla che riceve pazienti da una zona molto popolosa di Palermo. “C'è stata un'esplosione dell'influenza e delle polmoniti, i pazienti vanno dove trovano la porta aperta e noi siamo una porta aperta sulla strada – ha proseguito il sanitario esprimendo preoccupazione per l'influenza australiana – Le complicanze, soprattutto in pazienti pluripatologici, portano ad avere insufficienze respiratorie e polmoniti. Il Covid non è ancora alle nostre spalle, quando diventano una quindicina i pazienti in un reparto con 30 posti letto è davvero un problema”. Così, con il ritorno dell'influenza e l'impennata dei casi Covid, i reparti tornano a riempirsi, ma medici e infermieri restano pochi. “La fuga dei medici è dovuta al fatto che in queste condizioni il personale non lavora in serenità. Noi non riusciamo a trovare i medici – ha sottolineato il sanitario – Un'idea può essere quella di far accedere al pronto soccorso anche gli specializzandi al terzo anno di medicina d'urgenza”.