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Migranti, l'ong Sos Humanity: “Non abbiamo ricevuto un luogo sicuro per sbarcare”

Sicilia

Sono quattro le navi di ong che si trovano davanti alle coste della Sicilia orientale in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Sono le tedesche Humanity 1, con 179 persone a bordo, e la Rise Above, con a bordo 90 persone, e le norvegesi Ocean Viking, 234 migranti a bordo, e Geo Barents, con 572 persone soccorse

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Sono quattro navi ong 'bloccate' nel Mediterraneo che da giorni chiedono un porto sicuro per gli oltre mille migranti che hanno complessivamente a bordo. Le imbarcazioni stazionano al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Catanese, ma dal Viminale ribadiscono la linea adottata, ovvero che "le persone che hanno i requisiti possono sbarcare", ma "gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali". Linea confermata anche dal ministro dell'Interno Piantedosi. Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano. Sono la Jean Francois Deniau, dell'assetto Frontex, che ha soccorso 88 persone, e la petroliera Zagara che, in due operazioni, ha messo in salvo 59 migranti, recuperando anche due corpi. Ancora uno sbarco a Roccella Ionica, in Calabria, dove sono arrivati 81 migranti.

Quattro navi delle ong al largo della Sicilia: a bordo oltre mille persone

Sono quattro le navi di ong che si trovano davanti alle coste della Sicilia orientale in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Sono le tedesche Humanity 1, con 179 persone a bordo, e la Rise Above, con a bordo 90 persone, e le norvegesi Ocean Viking, 234 migranti a bordo, e Geo Barents, con 572 persone soccorse. Secondo i segnali dei trasponder emessi dalle navi, attualmente la Geo Barents e la Humanity 1 sono a circa 12 miglia dalla costa catanese, la prima un poco più a sud e l'altra a nord rispetto alla città. La notte scorsa si sarebbero avvicinate di più alla costa per proteggersi da un violento temporale che si è abbattuto sulla Sicilia orientale, ma poi hanno fatto ritorno nella posizione di attesa. È sempre davanti la costa catanese, ma all'altezza di Acireale, la Ocean Viking, che sembrerebbe però ancora in acque internazionali, ferma a poche miglia dal loro limite. È invece davanti alla costa Ionica del Messinese, più a nord di Taormina, la Rise Above, che non è distante dalle coste della Sicilia e della Calabria. Tutte in attese dei controlli annunciati dal Viminale.

Prevista ispezione sulla Humanity 1

In serata, sulla base di quanto previsto dal nuovo decreto, si svolgerà l'ispezione delle autorità italiane sulla nave Humanity 1 della ong 'Sos Humanity'. Saranno verificate le condizioni dei 179 naufraghi a bordo, per individuare fragili, donne e bambini, che saranno fatti sbarcare. È in seguito previsto che la nave con le persone che invece non saranno fatte sbarcare dovrà poi lasciare le acque italiane in un tempo adeguato. È quanto si apprende da fonti del Viminale, secondo cui verranno avviate interlocuzioni con Paesi europei come la Francia, che nelle scorse ore si sono detti disponibili ad accogliere una quota di migranti.

Sos Humanity: "È arrivato il decreto ma servono cure"

"Ieri sera - sostiene la ong Sos Humanity -, il capitano della Humanity 1 ha ricevuto una lettera firmata dai ministri dell'Interno, Difesa e Infrastrutture, che vieta alla nave di rimanere nelle acque territoriali italiane per un periodo più lungo del 'necessario per garantire operazioni di soccorso e assistenza a persone in condizioni di emergenza e in condizioni di salute precarie'. Però - aggiunge l'ong - tutti i 179 sopravvissuti a bordo sono persone salvate da un'emergenza in mare che, secondo il diritto internazionale, deve essere portato a terra in un luogo sicuro senza indugio. I sopravvissuti sono fuggiti dalla Libia, dove sono stati esposti a violazioni dei diritti umani come la tortura. In quanto rifugiati, sono in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche". Da venerdì, precisa l'ong, le persone soccorse "soffrono per l'improvviso cambiamento del tempo, gelando sul ponte solo parzialmente protetto da un telone e bagnandosi durante la notte piovosa e tempestosa. Questa situazione meteorologica pone ulteriore stress alle persone, in particolare agli oltre cento minori non accompagnati. Oltre alla situazione meteorologica notevolmente peggiorata, anche l'approvvigionamento alimentare adeguato è limitato nel tempo: due pasti caldi possono essere forniti solo per altri tre giorni. Dopodiché, sulla nave sono disponibili solo semplici couscous e forniture di riso".

Msf: “Aspettiamo da 10 giorni un porto sicuro”

"Dopo aver chiesto e ricevuto il permesso dalle autorità italiane, la Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere (Msf), è entrata in acque territoriali italiane a causa del cattivo tempo. Stiamo aspettando da oltre 10 giorni un luogo sicuro di sbarco per i 572 sopravvissuti a bordo. L'ultima richiesta alle autorità italiane risale a ieri sera alle 22.27, e come per le altre, stiamo ancora aspettando una risposta positiva", ha comunicato Juan Matias Gil, capomissione per le operazioni di ricerca e soccorso di Msf che gestisce la Geo Barents. Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf spiega che "abbiamo razionato l'acqua e stiamo finendo le scorte alimentari e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d'asilo, che non è di nostra competenza".

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Portate in ospedale due persone a bordo della Rise above

Attivato un soccorso Medevac dalla nave Rise above, della ong umanitaria tedesca Mission lifeline, che si trova a largo delle coste siracusane. La nave ha soccorso nei giorni scorsi 95 naufraghi che si trovavano su tre diverse imbarcazioni in condizioni di pericolo e attende l'indicazione di un porto sicuro dove far sbarcare i migranti. Ieri sera la ong ha segnalato la necessità del trasporto di due persone, un uomo della Costa d'Avorio e una donna probabilmente della Guinea. Una motovedetta della Capitaneria di porto ha prelevato la coppia portandola in banchina a Siracusa dove è intervenuto il personale dell'Usmaf, per escludere malattie infettive. I sanitari del 118 hanno portato la coppia al pronto soccorso dell'ospedale Umberto I. 

Piantedosi: "Su impegno umanitario nessuna marcia indietro"

"Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, ci facciamo carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a Milano, parlando delle quattro navi di ong con migranti a bordo che sono al largo delle coste italiane. "Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera - ha aggiunto -. Noi saremo fermi su questo principio senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro". Piantedosi ha poi parlato a margine della riunione del comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico che si è tenuto a Milano aggiungendo che "questo governo ha il merito di avere cominciato a registrare qualche apertura alla discussione. Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner europei però la giornata di ieri ci ha dimostrato, con quelle che sono state le interlocuzioni della presidente del Consiglio, del ministro degli Esteri, che si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare - ha sottolineato -. Siamo consapevoli che non sono discussioni che si attuano con azioni di forza e men che meno a scapito di persone che sono in condizioni di fragilità a bordo di navi, a prescindere da quale sia la loro provenienza e le ragioni del loro viaggio che poi si accerteranno".

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