Con la lista “Sud chiama Nord, De Luca sindaco d’Italia” arriva in Parlamento con una senatrice e un deputato, mentre in Sicilia è secondo dietro al candidato di centrodestra Renato Schifani. Nella sua carriera politica si è distinto per atteggiamenti poco convenzionali e una retorica dell’antipolitica
Il partito di Cateno De Luca, “Sicilia Vera”, è secondo dietro al candidato di centrodestra Renato Schifani e davanti alla candidata di centrosinistra Caterina Chinnici (LE ELEZIONI IN SICILIA). E a livello nazionale, con “Sud chiama Nord, De Luca sindaco d’Italia” si è presentato alle elezioni politiche riuscendo ad arrivare in Parlamento con una senatrice, Dafne Musolino, e un deputato, Francesco Gallo (ITALIA AL VOTO: LA DIRETTA - LO SPECIALE DI SKY TG24 SULLE ELEZIONI - IL SEGGIOMETRO - TUTTI I VIDEO - RISULTATI PER REGIONI E COMUNI - RIPARTIZIONE SEGGI CAMERA E SENATO). I risultati elettorali sono stati un continuo crescendo, tra atteggiamenti poco convenzionali e retorica dell’antipolitica, come riportato da Today.
La carriera di Cateno De Luca
Cateno De Luca, molto conosciuto in Sicilia, a 18 anni ha iniziato la sua carriera politica al Consiglio Comunale del suo paese, Fiumedinisi, in provincia di Messina. A 22 anni viene nominato assessore e dopo aver perso le elezioni comunali del 1998 si ricandida nel 2003, riuscendo a vincere, per poi essere riconfermato per un secondo mandato nel 2008. Nel 2006 si candida all'Assemblea Regionale Siciliana (Ars) per le elezioni regionali e viene eletto deputato con il "Movimento per le Autonomie" e sempre per la stessa sigla viene rieletto anche alle successive regionali del 2008. Nel 2011 si dimette da sindaco della sua città, ma dal 21 giugno al 19 luglio 2011 è sospeso dalla carica di deputato regionale perché posto agli arresti domiciliari. Nel frattempo alle regionali siciliane del 2012 si candida alla Presidenza della regione, sostenuto dalla lista "Rivoluzione Siciliana", ma ottiene solamente l'1,23% dei voti. Al che fa un passo indietro, candidandosi come sindaco questa volta a Santa Teresa di Riva, vincendo al primo turno e rimanendo in carica fino al 2017, quando viene rieletto deputato all'Ars. Neanche un anno e De Luca si candida alle elezioni comunali di Messina del 2018, vincendole. Alle ultime elezioni, a Messina, i suoi candidati Musolino e Gallo hanno battuto i candidati di centrodestra e il partito ha superato il 31 per cento dei voti.
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Le azioni e i gesti
Cateno De Luca si è guadagnato il soprannome di "Scateno" per diversi gesti parecchio plateali e grotteschi che hanno attirato l'attenzione su di sé. Nel 2007 comparve nudo all'Assemblea regionale siciliana avvolto nella bandiera con lo stemma della Sicilia - la Trinacria - per protestare contro la sua mancata nomina nella Commissione Bilancio. In una mano teneva un Pinocchio, nell'altra La Bibbia. Lo stesso anno da deputato dell’Ars, si presentò in mutande alla sede della provincia di Messina per protestare contro i tagli della fornitura d’acqua alle Eolie. Da sindaco di Messina entrò con un motocross dentro il municipio per sponsorizzare un evento, e ha girato un videoclip musicale di un gruppo locale indossando la maschera della serie Netflix "La casa di carta".
Il periodo della pandemia
Durante il lockdown De Luca ha fatto parlare di sè per alcune iniziative in linea con i suoi modi: ha protestato contro l'uso del Green Pass sui traghetti da e per Messina con uno sciopero della fame, bloccando gli accessi agli imbarchi e causando numerosi disagi al grido di "Basta con il sequestro di Stato". Per far rispettare le restrizioni, De Luca ha fatto passare delle macchine per la città che diffondevano messaggi del tipo: "Dove c... vai? Torna a casa! A calci in c... ecco qual è il modo di far applicare le norme. Non si esce!". De Luca aveva anche proposto di sorvegliare la popolazione tramite dei droni che urlassero le sue parole.
I provvedimenti da sindaco
Nel corso del suo mandato da sindaco, De Luca ha spesso adottato provvedimenti che poi sono stati considerati nulli dal Tribunale amministrativo o che sono stati sottoposti a cancellazione o sospensione, cosa ampiamente prevista come ammesso da lui stesso, perché il fine sarebbe sempre stato soltanto quello di "provocare".