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Elena Del Pozzo, a Catania i funerali della bimba uccisa. Lutto cittadino a Mascalucia

Sicilia
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L’arrivo del feretro è stato accolto da un applauso e da un volo di palloncini bianchi. Ad attendere il carro funebre circa trecento persone e sul sagrato una decina tra corone e cuscini di rose bianche, gialle, rosa e arancione

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Sono stati celebrati oggi, nella cattedrale di Catania i funerali della piccola Elena Del Pozzo, la bambina di 5 anni uccisa dalla madre a Mascalucia. Il feretro è arrivato tra gli applausi dei presenti e un volo di palloncini bianchi. Ad attenderlo c'erano circa trecento persone e, poste sul sagrato, una decina tra corone e cuscini di rose bianche, gialle, rosa e arancione, oltre a due cuscini con le scritte 'Le mamme di Hakuna Matata', la scuola che frequentava la bimba, e 'le maestre'. Ad accompagnare il feretro, in lacrime, il padre Alessandro, il nonno Giovanni, la zia Martina Vanessa e la nonna Rosaria Testa. (LE INDAGINI SULL'OMICIDIO - LA MAESTRA - LA CONFESSIONE - LA CONVALIDA DEL FERMO).

Il funerale

L'entrata nella cattedrale della piccola bara bianca con sopra fiori bianchi è stata accolta da un lungo applauso dei presenti, che si sono alzati in piedi. A officiare il rito funebre è stato l'arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna, che ha pregato appoggiando la mano sulla bara. Alla cerimonia hanno preso parte anche il sindaco di Mascalucia Vincenzo Magra, di Tremestieri, Santo Rando, il vicesindaco di Pedara Francesco Laudani, il sindaco di San Giovanni La Punta, Nino Bellia. Davanti l'altare sulla bara bianca è stata posta una foto di Elena. Il nonno materno della bimba ha invece portato un palloncino con un personaggio dei cartoni animati. Prima della funzione, Renna ha abbracciato i familiari della bimba.

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Il vescovo: “Non augurate il tormento alla madre”

"Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d'accordo con quelle parole, come ogni bambino". Questo un passaggio dell’omelia pronunciata dall'arcivescovo Renna, che ha esortato i genitori a "non insegnare la violenza delle parole ai figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo di buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione d'ogni violenza. Solo così non ci saranno più funerali come questo”. Citando le parole di un pedagogista polacco, Janusz Korczak, morto nel campo di concentramento di Treblinka con i bambini orfani che aveva raccolto nel ghetto di Varsavia, monsignor Renna ha invitato gli adulti ad alzarsi "sulle punte dei piedi, per stare all'altezza dei bambini. Quando non mettiamo al centro i piccoli, perdiamo il metro per giudicare ciò che è importante. Ed ecco bambini contesi, barattati nella loro dignità e nei loro diritti, resi ostaggio dalla nostra incapacità d'amare. Basta con queste violenze. I figli sono 'pezzi di cuore', come si dice popolarmente. Ferire un bambino è la cosa più terribile che possa accadere a una mamma, a un papà, a un adulto. Cari adulti tenete fuori i bimbi dai vostri conflitti. Ci sono altre strade da percorrere, molto più sicure per la gioia di tutti, per vedere ritornare il sorriso sul volto dei piccoli: il dialogo, il perdono, l'umiltà di chi vuol riparare, saper uscire in punta di piedi dalla vita dell'altro, con rispetto e con la mitezza”.

Nove lunghi applausi in cattedrale

Prima, durante e dopo l'omelia del vescovo si sono succeduti in cattedrale nove lunghi e scroscianti applausi. "Al tuo arrivo ti accolga la santa martire Agata, e tutti gli angeli, angelo tra gli angeli" ha detto Renna al termine della funzione religiosa. "Piccola Elena, veglia su di noi adulti, perché nessuno ferisca più alcun bambino, perché non dimentichiamo che il dono più bello che riceviamo da Dio, è quello dei piccoli: 'Ecco, dono del Signore sono i figli, sua grazia il frutto del grembo'" ha detto il vescovo citando il salmo 127. "E se un domani ci dovessero essere altre vittime come la nostra piccola Elena, sarà perché qualcuno avrà seminato nel campo di Dio la gramigna dell'odio, della vendetta, della rabbia, della irrazionalità. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo animato da buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione di ogni forma violenza. Solo così non ci saranno più funerali com'è questo. Che la Vergine Santa e Sant'Agata prendano per mano la piccola Elena e preghino per tutti noi adulti, perché sappiamo "allungarci, alzarci sulle punte dei piedi, per stare all'altezza dei bambini", ha detto Renna. Al termine delle esequie, all’esterno della cattedrale alcuni presenti hanno gridato il nome di Elena, mentre altri “vergogna, vergogna”. Quando il feretro è stato portato fuori sono volati in cielo palloncini bianchi con attaccate le foto della bimba.

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Lutto a Mascalucia

Il sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magra, ha affermato che "è doveroso rappresentare alla famiglia di Elena, la vicinanza e la solidarietà da parte dell'intera cittadinanza, anche in forma pubblica e istituzionale, in segno di rispetto e di profonda partecipazione al profondo dolore dei parenti della piccola e di tutta la comunità". Sul territorio di Mascalucia sono state sospese tutte le manifestazioni pubbliche e le bandiere esposte a mezz'asta in tutte le sedi comunali. L'amministrazione comunale ha anche invitato i titolari di attività commerciali, le organizzazioni politiche, sociali e produttive e le associazioni sportive ad esprimere la loro partecipazione al lutto cittadino con la sospensione delle attività, in segno di cordoglio, a partire dalle 17.

Le indagini

Intanto ieri il gip di Catania, Daniela Monaco Crea, ha fatto il punto sulle indagini in corso nelle 15 pagine dell'ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti della 23enne Martina Patti per l'omicidio premeditato aggravato e l'occultamento di cadavere della figlia. Per il gip "l'unica spiegazione logica e plausibile della dinamica degli eventi è quella che Elena sia stata vittima di un preordinato gesto criminoso, meditato e studiato dalla madre". La donna, ricostruisce il giudice nel provvedimento, si era "procurata gli attrezzi per scavare la buca, aveva individuato un luogo impervio e isolato dove seppellire il cadavere". Inoltre, "uscendo da casa in compagnia della figlia ancora viva, aveva portato con sé un coltello e ben cinque sacchi della spazzatura necessari per la completa esecuzione del delitto". Ha poi "occultato l'arma e posto in essere la condotta di lucido depistaggio attuata dopo essersi 'ricomposta' , condotta che non appare minimamente estemporanea ma che risulta meditata e studiata e conseguenza di una estrema lucidità".