Il ministro ha chiesto la revoca dei domiciliari per il regista arrestato lo scorso 17 dicembre e accusato dalla Russia di frode su larga scala. C'è il "rischio concreto" che, in caso di estradizione, Lavrenchuk, il quale "si è dichiarato oppositore politico del presidente russo Putin, possa essere sottoposto a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona, ivi compreso il diritto di difesa", ha scritto Cartabia.
Il regista ucraino Yevhen Lavrenchuk, arrestato il 17 dicembre scorso a Napoli a scopo di estradizione chiesta dalla Russia, è tornato in libertà. È stato il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, a chiedere di revocargli gli arresti domiciliari alla Corte d'appello del capoluogo campano, che ne ha disposto la liberazione. C'è il "rischio concreto" che, in caso di estradizione, Lavrenchuk, il quale "si è dichiarato oppositore politico del presidente russo Putin, possa essere sottoposto a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona, ivi compreso il diritto di difesa", ha scritto Cartabia. (LA DIRETTA - LO SPECIALE - I VIDEO DEGLI INVIATI)
La comunicazione
Nella comunicazione alla Corte d'appello di Napoli, che si è pronunciata ieri, Cartabia fa esplicito riferimento ai "drammatici sviluppi della situazione riguardante l'Ucraina" per definire "sussistente e concreto" il rischio di trattamenti contrari ai diritti fondamentali per il registra ucraino nel caso di estradizione. E a questo scopo ricorda che Yevhen Lavrenchuk "ha assunto in passato posizioni politiche di netta critica all'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa". L'accusa che gli muove la Russia è di frode su larga scala, per la quale è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Davanti alla Corte d'appello di Napoli il regista aveva raccontato di avere subito un'aggressione a Odessa proprio per il suo dissenso sulla invasione della Crimea.