Rapina Napoli, il padre del 15enne ucciso: l'accusa per il carabiniere non è una vittoria

Campania
Il luogo della rapina e dell'omicidio (ANSA)

"La vittoria per me sarebbe stata riavere mio figlio a casa", ha commentato Vincenzo R. dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio volontario del militare 23enne che ha sparato contro Ugo R. sabato notte. Convalidato il fermo del complice 17enne

La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario il carabiniere di 23 anni che sabato notte, durante un tentativo di rapina a Napoli, ha sparato contro il 15enne Ugo R., uccidendolo. "Non è una vittoria per noi, non è una vittoria per nessuno. La vittoria per me sarebbe stata riavere mio figlio a casa", ha commentato Vincenzo R., padre della vittima dopo aver appreso la notizia.  (LA VICENDA - LE REAZIONI POLITICHE - LE FOTO DEL PRONTO SOCCORSO)
Questa mattina, intanto, si è svolto presso il Tribunale dei Minorenni del capoluogo partenopeo, l’interrogatorio di garanzia del ragazzo di 17 anni che quella notte si trovava insieme a Ugo. Davanti al gip, "il ragazzo ha confermato che era la prima volta che commetteva un'azione di questo genere e che quella sera non aveva compiuto altre rapine prima di quella sfociata in tragedia", ha fatto sapere il suo legale, l'avvocato Mario Bruno. I due volevano "racimolare soldi da usare per andare in discoteca", ha aggiunto Bruno.

Convalidato il fermo del 17enne

Al termine dell’interrogatorio, il giudice ha convalidato il provvedimento di fermo emesso nei confronti del giovane, al quale il pm contesta il reato di concorso in tentativo di rapina aggravata, e ha disposto il suo collocamento in una comunità di recupero dove sarà trasferito già nel pomeriggio.
"Nella comunità sarà avviato un percorso di recupero e di riflessione sull'accaduto", ha annunciato l’avvocato. Il 17enne “è estremamente addolorato per l'accaduto e per la morte del suo amico. Le indagini - ha aggiunto - sono finalizzate a capire in quale maniera siano stati esplosi i colpi d'arma da fuoco da parte del carabiniere e stabilire se i colpi sono stati esplosi in una condizione di legittima difesa per se stesso e la ragazza che stava con lui". "Mi auguro - ha proseguito l'avvocato Bruno - che la ricostruzione dei fatti sia particolarmente attenta".
Poi, sul contesto familiare, definito "tutto sommato normale", il legale ha dichiarato che il 17enne viveva "con il padre con precedenti penali" per quanto "estranei a contesti camorristici". Il ragazzo ha abbandonato gli studi quest'anno: "Doveva frequentare il primo anno delle superiori ma ha deciso di lasciare. Stava cercando lavoro ma non lo trovava. È difficile trovarlo", ha concluso.

Le parole del legale del carabiniere

In mattinata, all’esterno del Tribunale, è intervenuto ai microfoni di Sky TG24 il legale del carabiniere 23enne, l’avvocato Enrico Capone. "Siamo fiduciosi che le indagini accerteranno la verità di quanto accaduto", ha dichiarato. "Il mio assistito è dispiaciuto e affranto per quanto accaduto, ma allo stesso tempo è tranquillo perché siamo sicuri che professionalmente è stato impeccabile". L’avvocato Capone non ha però voluto entrare nel merito delle indagini in corso. "Due famiglie sono sofferenti ed è questo il dispiacere più grande. A parte l’aspetto professionale, da un punto di vista umano è giusto che venga rispettato il loro dolore", ha concluso il legale.

Non fiori, ma donazioni

In attesa di conoscere la data in cui verrà eseguita l’autopsia, e di conseguenza quella dei funerali, la famiglia del 15enne invita chi vorrà partecipare alle esequie a non portare fiori, ma elargire donazioni all’ospedale "Pellegrini", messo a soqquadro da parenti e amici dopo aver saputo della morte del ragazzo. "Siete tutti dispensati dai fiori vi chiedo di donare 1 euro al 'Pellegrini' per ogni fiore che avreste portato a mio figlio", la richiesta del padre tramite l' avvocato Antonio Mormile. "Io e i miei familiari pensavamo a Ugo, non a danneggiare l' ospedale".
Poi, riguardo agli oggetti ritrovati nelle tasche della vittima, il legale ha spiegato all’ANSA che "si è parlato di un orologio e di una catenina: non so dell'orologio, che poteva anche essere suo, ma so che la catenina era sicuramente sua".

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