Napoli, Camorra: 13 ordinanze di custodia cautelare ad affiliati del clan Di Lauro

Campania
Foto di archivio
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L'inchiesta è una prosecuzione di precedenti indagini, svolte negli scorsi anni e in parte già definite con processi e sentenze, che confermano l'attuale operatività del clan e la sua capacità di influenzare le dinamiche della criminalità organizzata

I carabinieri del Ros e del reparto operativo di Napoli hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti affiliati ai clan Di Lauro e Vanella Grassi, ritenuti alleati. Per gli inquirenti, gli indagati avrebbero commesso delitti per conto dei Di Lauro. L'ordinanza è stata emessa dal Gip di Napoli in seguito alle indagini della Dda, coordinata dal pm De Marco.

Anche Marco Di Lauro tra i destinatari

Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche Salvatore Tamburrino, arrestato per l'omicidio della moglie nello stesso giorno in cui era finito in manette il superlatitante Marco Di Lauro (anche lui oggi destinatario di una misura cautelare). Tamburrino, ritenuto il luogotenente di Di Lauro, è accusato di averlo aiutato nella latitanza. Suo fratello (nome in codice F4, ndr) è invece ritenuto a capo dell'ala militare del clan fondato da Paolo Di Lauro, soprannominato 'Ciruzzo 'o milionario', padre di Marco.

Due dei destinatari erano residenti all'estero

Due dei destinatari delle misure cautelari erano residenti all'estero: si tratta di Pasquale Diano, a cui è stato notificato l'arresto in carcere, e di un altro indagato. I due abitavano rispettivamente a Pefka (Salonicco), in Grecia, e a Parigi. Secondo gli inquirenti, ai due era demandato il compito di riciclare in loco i proventi frutto delle cosiddette "attività a bassa intensità", come la vendita dei prodotti contraffatti e delle sigarette di contrabbando. 

Il ruolo di Antonio Puzone

Invece, nell'officina di un elettrauto del Napoletano, di proprietà di un altro dei destinatari delle misure cautelari, Antonio Puzone, a cui si contesta il concorso esterno in associazione camorristica, il clan verificava la presenza di eventuali microspie nelle vetture a loro disposizione, che lì venivano anche potenziate. A Puzone, lo stesso Marco Di Lauro avrebbe chiesto una sistemazione logistica e un apporto concreto alla sua latitanza. Le stesse vetture controllate nell'officina erano messe a disposizione di Di Lauro. 

Le intercettazioni

In una conversazione risalente a ottobre 2014, Tamburrino parla con un altro affiliato, Vincenzo Gatta, anch’egli tra i destinatari dei provvedimenti eseguiti oggi. Entrambi si trovano nell'officina di Puzone, e Tamburrino fa riferimento alle volte in cui in officina c'era anche Marco Di Lauro. Tamburrino: "Enzu'... lo sai quante nottate facevamo noi qua dentro noi! Le nottate che facevamo io, Marco (Di Lauro, ndr) dentro da Antonio (Puzone)...". "...per Marco... - dice ancora - venivano i meccanici da fuori per prepararci la macchina! E Marcuccio (Marco Di Lauro, ndr) tutte le sere gli dava le cento, le duecento euro in mano...". 

Il ruolo di Salvatore Tamburrino

Tamburrino figura anche tra i componenti di un commando di cui fa parte tra gli altri Antonio Mennetta (capo dei cosiddetti 'girati', come vennero soprannominati gli affiliati alla Vanella Grassi, ndr), protagonista di un agguato teso a Pasquale Spinelli nel Rione dei Fiori il 7 giugno 2012, in cui vennero ferite 'solo' quattro persone, verosimilmente perché una delle armi, un mitra, si inceppò.

Le indagini

Le indagini si sono basate su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni e altri riscontri, consentendo di ricostruire l'organigramma del clan attuale e, soprattutto, l'evoluzione del ruolo di Marco Di Lauro. Nel corso delle indagini è stata tracciata anche l'articolazione militare e in parte economica del clan, fondata sul riciclaggio dei proventi illeciti. L'inchiesta è una prosecuzione di precedenti indagini, svolte negli scorsi anni e in parte già definite con processi e sentenze, che confermano l'attuale operatività del clan e la sua capacità di influenzare le dinamiche della criminalità organizzata d'area, spesso intervenendo tramite gruppi satelliti o alleati.

Il reticolo di interessi illeciti

Secondo gli investigatori le indagini sono la dimostrazione "della capacità dei Di Lauro di diventare un gruppo con forti proiezioni internazionali che ha scelto di diversificare i settori di interesse, senza abbandonare il traffico di stupefacenti, ma privilegiando i propri originari interessi in materia di prodotti a marchio contraffatto e contrabbando". 

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