Napoli, donna sommersa da formiche: altri controlli Nas in ospedale

Campania
Foto di Archivio

Terzo giorno di ispezioni dei carabinieri del Nas di Napoli nell’ospedale San Giovanni Bosco. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori dovrebbero finire anche gli appalti relativi alla manutenzione e pulizie

Terzo giorno di ispezioni dei carabinieri del Nas di Napoli nell’ospedale San Giovanni Bosco della città nell’ambito delle indagini sul caso della paziente dello Ski Lanka intubata sommersa dalle formiche. Hanno raccolto dati, verificato le presenze sul posto di lavoro, ascoltato medici, infermieri, pazienti e operai, i carabinieri del Nas, che anche oggi, 12 novembre, per il terzo giorno consecutivo, si sono recati nell'ospedale San Giovanni Bosco. Tra la documentazione acquisita figurano anche l'ordine di sospensione cautelare emesso ieri dai vertici dell'Asl Napoli 1 nei confronti dei medici e degli infermieri di turno quella sera (nessuno dei quali è stato ascoltato dagli investigatori, ndr) e le carte relative al capitolato d'appalto della ditta di pulizie.

Raccolte le testimonianze

I carabinieri agli ordini del maggiore Gennaro Tiano, coordinati dalla VI Sezione della Procura della Repubblica partenopea, hanno anche verificato chi fosse deputato a tenere sotto controllo l'operato delle ditte e cioè le direzioni sanitaria e amministrativa. Non si esclude che nei prossimi giorni potrebbero già essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati. I militari hanno anche raccolto testimonianze grazie alle quali è stato possibile ricostruire la vicenda.

Segnalazioni rimaste inascoltate

Il Nas ha anche ascoltato il personale sanitario che ha riferito di avere segnalato nei giorni scorsi la presenza delle formiche. Accertamenti saranno eseguiti in merito a questi sos che sarebbero stati rimasti inascoltati. L'attività, comunque, non è ancora terminata. Anzi è in una fase preliminare e proseguirà anche nei prossimi giorni. Domani l'attenzione degli inquirenti si concentrerà sulle ditte, quattro-cinque in tutto, a cui sono stati deputati i servizi di sanificazione, trasporto rifiuti e pulizie nell'ospedale San Giovanni Bosco. Al momento, infine, nessuna denuncia riguardo l'accaduto è stata presentata dai familiari della paziente finita al centro di questa vicenda su cui ci sono ancora vari punti da chiarire.

La ditta delle pulizie

"La ditta di pulizie che si occupa dell'ospedale San Giovanni Bosco lavora da oltre 15 anni con proroghe di un vecchio appalto. Per questo avevamo già avviato una nuova gara". Lo afferma all'ANSA, Mario Forlenza, direttore generale dell'ASL Napoli 1. Forlenza sottolinea delle anomalie sulla pulizia: "Quando siamo arrivati alla direzione, abbiamo verificato le troppe proroghe degli appalti. Di solito un contratto dura quattro anni e viene prorogato di un anno, qui siamo a oltre 15. Per questo già a luglio abbiamo avviato una nuova gara su tutta l'Asl Napoli 1. La procedura di appalto è partita a luglio, è stata insediata la commissione e a breve parte la gara che sarà divisa in due lotti, uno a solo per l'Ospedale del Mare e l'altro per gli altri presidi".

Le dichiarazioni di Borrelli

"Nel Question time del 28 settembre scorso era stata discussa una mia interrogazione per conoscere quanti e quali fossero gli appalti in regime di proroga e l'esito della gara, indetta nel maggio scorso con la Consip, che si sarebbe dovuto avere a luglio, in merito a pulizia presso le aziende ospedaliere. La risposta fu che la convenzione con la Consip sarebbe stata attivata solo nell'aprile 2019, nel frattempo la Società regionale per la Sanità ha autorizzato le Asl a svolgere procedure autonome per garantire il servizio" dice il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità. "Questo modus operandi consente alle ditte di agire senza alcun monitoraggio da parte dell'ospedale, lasciando i pazienti in balia di soggetti, ad oggi, privi di reali requisiti per continuare a fare ciò che fanno. La vicenda di questi giorni getta ancora una volta l'ombra sul nostro sistema sanitario, ma ancora di più ci fa temere la possibilità di infiltrazioni criminali nell'offerta dei servizi. Affidiamo alle indagini in corso la responsabilità di fare luce su quanto sta accadendo e di velocizzare le nuove gare in corso. Chiediamo alla magistratura di aiutare le istituzioni a stroncare la camorra infiltrata nella sanità" conclude.

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