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Shell Eco Marathon 2025, la corsa nel segno dell'efficienza

Drive Club, la rubrica sui motori
Gianluca Sepe

Gianluca Sepe

Gli studenti di tutto il mondo si sfidano con progetti sostenibili e studiati per consumare il meno possibile, la 40esima edizione in scena al Silesia Ring

Quali sono i limiti per l’efficienza energetica in ambito mobilità e come possono essere superati? Domande che negli ultimi anni ci si pone spesso e alle quali hanno cercato di dare una risposta gli oltre 100 team di studenti internazionali provenienti da 25 paesi che si sono riuniti al Silesia Ring, in Polonia per la 40esima edizione della Shell Eco Marathon. Questa competizione, che unisce innovazione e mobilità sostenibile, mette a confronto le idee e progetti sostenuti anche da aziende automotive per la realizzazione di veicoli che possano coniugare affidabilità e il minor consumo di energia possibile.

Categorie e alimentazioni in gara

Tre le tipologie di alimentazione, full electric, fuel cell a idrogeno e combustione interna, con due categorie di veicoli: Prototype, votati all’efficienza grazie a design avveniristici e Urban Concept, simili a quadricicli leggeri. Veicoli pensati dunque per andare lontano in maniera il più sostenibile possibile, sfruttando ad esempio il veleggiamento, o coasting, analogamente a quanto accade ad esempio su una vettura mild-hybrid.

I team italiani

In questa edizione poi anche una categoria dedicata alla guida autonoma. In gara per l’edizione 2025 anche tre realtà italiane, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e l’Istituto Tecnico Industriale Leonardo da Vinci di Carpi. “Siamo in 33, siamo forse uno dei team più numerosi perché siamo anche uno dei pochi team che partecipano a tre competizioni, - racconta Francesco Musci, team leader del Politecnico di Torino - ci sono pochi team che effettivamente ne portano avanti tre. Siamo impegnati nella nuova categoria guida autonoma, abbiamo il motore a combustione interna per l'Urban Concept e nei Prototype l’idrogeno. Siamo molto veloci a smontare la matrice a guida autonoma dall’Urban Concept perché è la stessa che usiamo con il pilota. Lo scorso anno ci siamo piazzati secondi ma vogliamo migliorare ancora”.

Le voci dei protagonisti

Sempre tra i team universitari italiani impegnati già da lungo tempo nella Shell Eco Marathon troviamo anche il Green Mecc, compagine che rappresenta il Politecnico di Milano. Un'esperienza passata attraverso le generazioni di studenti come testimoniato da Filippo Mariani: “La nostra auto è completamente elettrica ed è stata progettata prima del covid, quindi saranno almeno 5 anni e come si vede dagli sticker davanti ha fatto 4 gare di Shell Eco Marathon Ha due motori elettrici dietro, quindi trazione posteriore e abbiamo una trasmissione a denti dritti. I due motori sono da circa 200 watt mentre la vettura monta freni di moto 3, di Brembo. Il nome? In realtà ideriva dalla storia del team, hanno sempre usato divinità greche o comunque figure mitologiche greche e quando è stata progettata è stato scelto, questo si vedrà per le prossime”. Entusiasmo, consapevolezza dei propri limiti ma anche la volontà di trovare soluzioni e spingersi oltre. Sensazioni condivise anche dai giovanissimi del team carpigiano: “Noi lavoriamo durante l'anno scolastico, facciamo una giornata a settimana che stabiliamo. Da settembre o ottobre si comincia sul progetto. Vicino alla gara anche più giorni, anche tutti i giorni. Abbiamo due ragazze alla guida, di solito chi se la sente, chi vuole andare...Non c'è un primo e un secondo pilota. Il team si rinnova continuamente, abbiamo dei coraggiosi di quinta, che quando rientreremo in Italia hanno l'esame di Stato dopo due giorni”. 

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Competizione all'insegna dell'innovazione

L’iniziativa fa parte dell’impegno di Shell per favorire la mobilità sostenibile e le soluzioni innovative per la transizione energetica rendendo i giovani protagonisti attivi del cambiamento. Dal 1985 ad oggi l'Eco Marathon è stata anche un'opportunità per testare e sviluppare nuove tecnologie e innovazioni che poi sono arrivate anche al mercato di massa e sulle auto di tutti i giorni. Come ad esempio lo Start&Stop, ampiamente utilizzato nella competizione e sperimentato a lungo già durante gli anni Ottanta. Nel corso delle edizioni poi si è lavorato sempre di più anche sui materiali compositi, non solo fibra di carbonio ma anche sistemi ecocompatibili come il bambù e le fibre frutto di riciclo. Ma chi vince alla fine? Ovviamente chi consuma meno energia, migliorando i record delle edizioni precedenti. 

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