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Riparazione auto e ricambi, costi in aumento in Italia: +33% negli ultimi 10 anni

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Gianluca Sepe

Gianluca Sepe

Aumentano le spese per prendersi cura del proprio veicolo, anche in virtù di un parco circolante sempre più vetusto. Il prezzo per gli interventi è cresciuto del 33% secondo i dati forniti da Federcarrozzieri

Auto sempre più vecchie che necessitano di maggiori cure, cure che si fanno sempre più costose. Questa la fotografia della situazione legata alle riparazioni e ai ricambi fatta da ACtronics, con i costi che crescono e spingono i proprietari a cercare anche soluzioni alternative per contenere le spese. Il parco circolante vetusto, in media 13 anni di età per veicolo, sta incidendo sempre di più su necessità e tempistiche di manutenzione secondo il report fatto dall’azienda specializzata nella revisione di componenti elettronici automobilistici.

La spesa da sostenere per riparazioni sull’auto e manutenzione ordinaria è cresciuta del 33% negli ultimi dieci anni secondo i dati forniti da Federcarrozzieri. Un trend che è proseguito anche nell’ultimo biennio, con un aumento del 3,3% per quel che riguarda la manutenzione e del 2,5% per i ricambi tra 2023 e 2024. Allo stesso tempo sono aumentati anche i costi per quel che riguarda lubrificanti e pneumatici, con un +21,2%.  

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Un trend che coinvolge anche la manodopera, che è cresciuta del 29% in meno di dieci anni, con i 55 euro come tariffa oraria del 2015 che sono diventati 71,08 euro nel 2024. Gli aumenti però non riguardano soltanto l’Italia ma coinvolgono tutta Europa, dove i costi di riparazione per le vetture sono cresciuti notevolmente, basti pensare che nel primo trimestre del 2024 si è registrata un’impennata del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. 

La crescita dei costi si riflette di conseguenza anche sulle scelte degli automobilisti: i proprietari delle vetture si concentrano maggiormente sulle riparazioni urgenti, rinviando quelli che non sono strettamente necessari, con alcuni che guardano anche a soluzioni alternative come le componenti ricondizionate. Secondo una ricerca condotta da GIPA automotive aftermaket intelligence, già il 45% degli utenti sarebbe disposto ad accettare ricambi ricondizionati in base alla tipologia. L’utilizzo di questa soluzione permetterebbe un risparmio tra il 50 e l’80% secondo ACtronics influendo in maniera positiva anche sull’impatto ambientale e sulla disponibilità in caso di esaurimento dei pezzi di ricambio più nuovi o che in alcuni casi potrebbero essere usciti di produzione se il veicolo è troppo datato.

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