
Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis, si è ucciso nella notte tra il 26 e il 27 ottobre a Idlib, nel nord della Siria, durante un blitz delle forze armate statunitensi nel compound dove si nascondeva. Il raid statunitense è durato in tutto due ore ed è stato attentamente preparato dai Rambo Usa, che si sono avvalsi di informatori locali e dell’aiuto delle milizie curde per scovare il nascondiglio del Califfo

La preparazione dell’operazione era iniziata mesi fa. Polat Can, un alto funzionario delle Forze democratiche siriane (SDF), l’alleanza di milizie curde che operano in Siria, ha rivelato che è dal 15 maggio scorso che collaborano con la CIA per l’individuazione del rifugio del leader del sedicente Stato Islamico

Al Baghdadi è stato tradito da uno dei suoi uomini più fedeli, un militante di vecchia data che voleva vendicarsi dell'assassinio di un parente ordinato dai vertici dell'Isis. Il Washington Post ha ricostruito l'identikit della talpa, spiegando come ora l'uomo e la sua famiglia incasseranno la taglia che pendeva sulla testa del leader dello Stato islamico, un assegno da 25 milioni di dollari

Baghdadi, la cui vita da anni era avvolta nel più assoluto mistero, probabilmente mai avrebbe immaginato di cadere per mano di chi si occupava della sua sicurezza. L'informatore faceva infatti parte della ristrettissima cerchia di miliziani addetti alla protezione del capo, e si occupava in particolare dei suoi spostamenti

L'informatore era quasi sempre a conoscenza dei luoghi in cui al Baghdadi si nascondeva, compresa la fitta rete di tunnel e cunicoli sotterranei in cui il terrorista ha trovato la morte. Arabo sunnita e animato da spirito di vendetta, l'uomo è riuscito a ritagliarsi prima il ruolo di delatore a beneficio dei militanti curdi delle SDF. Poi la gestione delle sue confidenze è passata nella mani dell'intelligence americana, che ha impiegato settimane nel valutare la sua reale attendibilità

A convincere definitivamente sulla bontà della fonte, la consegna nelle mani degli Usa degli elementi che sono risultati determinanti per identificare e individuare al Baghdadi, soprattutto quei brandelli di biancheria intima e quel campione di sangue che hanno permesso di risalire al Dna del Califfo

A quel punto è stato deciso il raid, prima che il ricercato numero uno al mondo potesse fuggire. “Più di un mese fa, è stata presa la decisione di eliminare al-Baghdadi. Tuttavia, il ritiro degli Stati Uniti e l'invasione turca ci hanno spinto a interrompere le nostre operazioni speciali", ha dichiarato Can

Un’altra figura chiave per la cattura di al Baghdadi è stato il cognato del Califfo. Ha portato i funzionari iracheni in un tunnel nel deserto al confine siriano-iracheno, dove sono stati trovati oggetti - tra cui armi, borse e mappe - appartenenti al leader dell’Isis. Insieme a una delle mogli e a un nipote di al Baghdadi, a inizio settembre, ha poi fornito le informazioni necessarie ai curdi e alla CIA per localizzare il Califfo nella provincia di Idlib, in un’area chiamata Jebel al-Druze

Si arriva così alla notte tra il 26 e il 27 ottobre. In Siria sono le 23, alla Casa Bianca le 5 del pomeriggio, e il presidente Usa Trump arriva nella Situation Room insieme al vice presidente Mike Pence e al capo del Pentagono Mark Esper. Le forze speciali della Delta Force e dei Ranger arrivano a Barisha dopo quasi un'ora di volo a bordo di 8 elicotteri, sorvolando parte dello spazio aereo russo. Sono circa 100 uomini, accolti da una tempesta di fuoco

La risposta è immediata, con le forze Usa che hanno la meglio, lasciando alle loro spalle molti morti. Fra le vittime anche due donne, due delle mogli di Al Baghdadi, colpite prima che potessero far detonare i loro giubbotti esplosivi. Sgomberato il campo, le forze americane entrano nel cuore del compound senza registrare perdite. Nella roccaforte si trovano 11 bambini, che rimarranno feriti

Una volta rintracciato, il leader dell'Isis rifiuta la resa e cerca una via di fuga addentrandosi nei tunnel sotterranei. "Scappava ma è finito in un vicolo cieco trascinando con sé tre dei suoi figli", ha raccontato Trump. A inseguirlo i cani, mentre lui "urlava e piangeva". Una volta capito che non c'era più scampo, al Baghdadi si è fatto esplodere, uccidendo i figli

Nello scoppio crolla il tunnel, ma le truppe Usa riescono a mettere le mani sui resti del cadavere e a portare a termine sul posto i primi esami del Dna. "This is a confirmation, Sir": sono le parole della certezza, arrivate 15 minuti dopo l'esplosione. I resti raccolti sono quelli di al Baghdadi. I test condotti confermano la sua identità

Nel corso del raid vengono arrestate due persone legate al leader dell’Isis. Si trovano al momento in Iraq, dove sono già sottoposti agli interrogatori dei militari americani. I resti di al-Baghdadi vengono dispersi in mare, come era accaduto con quelli dell'ex leader di al Qaida, Osama bin Laden

Nel raid l’unico a rimanere ferito nelle fila americane è uno dei cani a sostegno della missione. Si chiama Conan. Il presidente statunitense Donald Trump ha condiviso su Twitter una sua foto - fino a quel momento classificata - e successivamente un fotomontaggio in cui premiava con una medaglia al valore il cane eroe

Trump, nella conferenza in cui ha annunciato la morte di al Baghdadi, ha dato moltissimi dettagli sull’operazione militare e sugli ultimi momenti di vita del leader dell’Isis. Particolari che l’intelligence statunitense non ha tuttavia ancora confermato