Global Sumud Flotilla, cosa significa il termine "sumud" in arabo

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Un termine che identifica la parola può essere “resistenza”, sebbene nella nostra lingua sia di difficile traduzione. Altre parole che potrebbero spiegare il concetto possono essere “resilienza” o “solidarietà”. Per gli organizzatori dell’iniziativa sottolinea il concetto di resistenza nei confronti di Israele che controlla i confini della Striscia e limita in maniera massiccia gli ingressi di cibo e altri beni essenziali destinati alla popolazione palestinese

La “Global Sumud Flotilla” rappresenta una tra le più significative e grandi missioni marittime civile organizzata da cittadini. L'obiettivo è quello di fermare l'assedio navale di Gaza per far entrare cibo, acqua e medicinali oltre a beni di prima necessità. Per farlo decine di imbarcazioni, con a bordo attivisti, giornalisti, avvocati e artisti provenienti da 44 Paesi, hanno deciso di viaggiare partendo da porti come Barcellona, Tunisi, Genova e anche dalla Sicilia. Si tratta di 45 barche in tutto per un totale di 600 persone a bordo su imbarcazioni per lo più di piccole e medie dimensioni, capaci comunque di affrontare il mare aperto. Dall'Italia ne partono circa la metà dell'intera flotta. A bordo, gli equipaggi sono stati organizzati in maniera tale da assicurare la massima sicurezza. Ma cosa significa, in particolare, la parola “sumud”?

Il significato del termine dall'arabo

In italiano un termine che identifica la parola araba “sumud” può essere “resistenza”, sebbene nella nostra lingua sia di difficile traduzione. Altre parole che potrebbero spiegare il concetto possono essere “resilienza” o “solidarietà”. Tra l’altro, gli organizzatori dell’iniziativa hanno spiegato di averla scelta per sottolineare con decisione l’idea di resistenza nei confronti di Israele, che attualmente controlla i confini della Striscia e limita in maniera massiccia gli ingressi di cibo e altri beni essenziali destinati alla popolazione palestinese, anche attraverso un rigido blocco navale. Non è tutto, perché nella cultura palestinese “sumud” può riferirsi ad una modalità organizzativa di opposizione contro Israele, ma anche un concetto più ampio che racconta radici e motivazioni strettamente legate alla nascita della causa palestinese. Col tempo il termine è diventato una sorta di simbolo identitario della comunità. Nell’etimologia del termine, inoltre, “sumud” prende forma dal verbo “samada” la cui traduzione italiana va da “resistere” ma anche a “prendere”, con una doppia accezione. Particolarità, questa, che può tendere a delineare i contorni di un atteggiamento globale di molti palestinesi, contraddistinto dalla forza e dalla caparbietà nel perseverare ad abitare le terre che spettano loro secondo quella che è resistenza non violenta e nemmeno armata. Da tempo, poi, l’albero di ulivo viene associato al concetto legato alla parola “sumud”. E’ certamente uno tra gli alberi maggiormente diffusi nella Striscia di Gaza, ma è anche particolarmente longevo essendo capace di resistere alle intemperie. Alcuni politici palestinesi, in questo senso, collegano la metafora dell’ulivo con un ideale per cui, nonostante tutto quello che gli succede, l’impegno è quello di resistere e di farlo nel medesimo luogo in cui si è nati.

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