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Stragi nelle scuole, tutti i casi dal 1927 a oggi

Mondo

Ambra Orengo

(Getty Images)

Il maggior numero di massacri negli Stati Uniti. Ma il numero delle vittime è molto alto anche in altri paesi come Giappone, Germania, Finlandia e Russia. La maggior parte dei casi si è conclusa con il suicidio dell’autore

Da quasi un secolo sono numerose le scuole di tutto il mondo teatro di stragi con decine di vittime. Soprattutto negli Stati Uniti ma non solo. Gli Usa sono il Paese che conta il maggior numero di aggressioni con arma da fuoco avvenuti all'interno di scuole e quello dove il dibattito sulle armi e la sicurezza tra i banchi si è fatto più acceso. Ecco quali sono le principali stragi che si sono verificate in edifici scolastici, la maggior parte delle quali si è conclusa con il suicidio dell’autore.

1927: tanti bambini tra le 45 vittime

Michigan, 1927. Tre bombe esplodono il 18 maggio nella scuola del villaggio di Bath provocando il maggior numero di vittime nella storia dei massacri scolastici americani: 45 persone muoiono nell’attacco, di cui la maggior parte sono bambini. Autore della strage è Andrew P. Kehoe, in precedenza “tesoriere” della scuola, morto nell’attentato. A spingerlo ad agire sarebbero stati i problemi economici derivanti da una tassa imposta dalla scuola sulla comunità.  

Gli anni '90: Scozia e Columbine

Nel 1996 è la volta del massacro alla scuola di Dunblane, in Scozia. Il 13 marzo di quell’anno un uomo armato, Thomas Watt Hamilton, entra nella scuola elementare della cittadina e uccide a colpi di pistola 16 bambini tra i 5 e i 6 anni, oltre alla loro insegnante. Accusato in passato di pedofilia, Hamilton voleva vendicarsi della società e, dopo aver portato a termine la strage, si suicida. Tre anni dopo, il 20 aprile 1999, di nuovo negli Stati Uniti, 13 tra studenti e insegnanti della Columbine High School, in Colorado, vengono uccisi in una sparatoria. Gli autori sono due studenti di 17 e 18 anni, Eric Harris e Dylan Klebold, che si introducono nell'edificio armati e aprono il fuoco su compagni di scuola e professori. I due giovani poi si tolgono la vita. Alla vicenda seguirà un acceso dibattito negli Stati Uniti. Se ne occuperà anche il regista Michael Moore, nel film documentario “Bowling for Columbine”.

Dal Giappone alla Germania

Il nuovo millennio segue il percorso di sangue tracciato negli anni precedenti e le stragi continuano in tutto il mondo. Nel 2001, in Giappone, un uomo malato di schizofrenia uccide a ciltellate otto bambini in una scuola elementare di Ikeda, nei pressi di Osaka. L’anno successivo a Erfurt, in Germania, un ragazzo di 19 anni fa un massacro nel suo liceo. Bocciato due volte e da poco espulso, il 19enne fa irruzione mascherato come un ninja e armato di pistola. Uccide 18 persone, di cui 14 sono professori, prima di suicidarsi. Il 2004 è invece un anno drammatico per la Cina, dove in pochi mesi si consumano diversi attacchi in asili, scuole materne e licei. Il 24 novembre otto ragazzi vengono uccisi nel sonno in un dormitorio scolastico a Ruzhou da un vicino che si lamentava del loro comportamento.

La strage di Beslan

Il 2004 è anche l’anno di una strage di Beslan, nell’Ossezia del Nord, repubblica autonoma della Federazione Russa. Trentadue terroristi, fondamentalisti islamici e separatisti ceceni, il primo settembre entrano in una scuola, sequestrando 1200 persone tra adulti e bambini. Tre giorni dopo le forze speciali fanno irruzione nell’istituto: una mossa che provoca il massacro di 334 persone, tra cui 186 bambini, morte durante l’operazione. Nel 2017 la Corte Europea ha condannato le forze di sicurezza di Mosca perché “contribuirono a causare vittime fra gli ostaggi”.

La scia continua negli Stati Uniti

Di nuovo negli Stati Uniti nel marzo 2005. A Red Lake, nel Minnesota, uno studente del locale liceo uccide nove persone, tra cui suo nonno e cinque compagni di scuola, prima di togliersi la vita. Ma è nel 2007 che il Paese torna al centro della bufera per quello che è il secondo massacro scolastico più grave nella storia americana. Il 16 aprile nella Virginia Polytechnic Institute and State University, uno studente di origini sudcoreane, Cho Seunh Hui, apre il fuoco uccidendo 32 persone, prima di togliersi la vita. Tra i testimoni ci sono anche alcuni studenti italiani. Ipotizzati diversi moventi, non si è mai chiarito del tutto quale sia stata la causa della strage.

I casi in Finlandia

Nel 2007, in Finlandia, uno studente di 18 anni apre il fuoco nel liceo dove è iscritto a Tuusula, nei pressi di Helsinki, uccide sette compagni e la direttrice dell’istituto e poi si spara. Dinamica simile per l’attacco avvenuto l’anno dopo, ancora in Finlandia: nella città di Kauhajoki lo studente universitario Matti Saari spara a dieci compagni e un professore, prima di rivolgere l’arma contro se stesso.

Dagli Usa all’Azerbaigian

Un’altra università finisce al centro delle cronache americane nel 2008. Sono cinque i morti e quindici i feriti nel campus dell'Università dell'Illinois, dove un ricercatore compie la strage e poi si toglie la vita. L’anno successivo, prima in Germania, a Winnendem, e poi in Azerbaigian, le dinamiche si ripetono. Nel primo caso un 17enne uccide quindici persone nella sua ex scuola prima di suicidarsi. Nel secondo, uno studente apre il fuoco nella prestigiosa Accademia di stato per il petrolio a Baku. Uccide dodici persone prima di farla finita.

La Sandy Hook e il liceo in Florida

Si arriva così al 2012, quando il massacro alla Sandy Hook Elementary School, in Connecticut, sconvolge il mondo. Il 20enne Adam Lanza, dopo aver ucciso la madre, si dirige alla scuola elementare dove fa strage di venti bambini tra i 6 e i 7 anni e altri sei adulti. Suicidatosi prima dell’arrivo della polizia, Lanza aveva utilizzato armi regolarmente possedute dalla madre. Nel 2018, sempre gli Stati Uniti sono teatro dell'ennesima strage scolastica. Il 14 febbraio diciassette persone muoiono alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida. Autore della strage è Nikolas Jacob Cruz, un 19enne ex-studente della stessa scuola. Arrestato poco dopo e portato nell'ufficio dello sceriffo, avrebbe poi confessato gli omicidi.

La sparatoria in Crimea

Il 17 ottobre 2018, in un istituto professionale di Kerch, in Crimea, uno studente di 18 anni ha fatto irruzione nell’edificio e ha ucciso venti persone, ferendone quarantatré, prima di suicidarsi in biblioteca. Tra le vittime, insegnanti e studenti, alcuni minorenni. Il killer ha agito da solo, armato di un fucile da caccia e di un ordigno fatto esplodere all'ora di pranzo nell'affollata mensa dell'istituto. Da fonti vicine al ragazzo è emersa una sua "forte ostilità" verso la scuola e un "desiderio di vendetta nei confronti degli insegnanti".

La strage in Brasile

Il 13 marzo 2019, due ragazzi armati, di 17 e 25 anni, hanno fatto fuoco nell’istituto scolastico Raul Brasil, a Suzano, nella regione metropolitana di San Paolo, in Brasile. Gli assalitori si sono suicidati dopo aver ucciso almeno otto persone, quasi tutti giovani studenti. I killer incappucciati hanno fatto irruzione all'interno della struttura sparando all’impazzata prima di suicidarsi. Una decina i feriti. All'interno della scuola statale la polizia ha trovato un revolver calibro 38, un'arma medievale conosciuta come "bestia" e simile a una balestra, oltre a bottiglie simili a molotov. 

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