Introduzione
Le elezioni dei rappresentanti politici rappresentano la più alta forma di espressione democratica in molti Paesi del mondo. La Costituzione italiana, all’articolo 48, prevede che “il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Un dovere che però non si traduce in obbligo, almeno in Italia. Ci sono invece Stati nel mondo nei quali esprimere il proprio voto non è solo una responsabilità civica, ma anche un obbligo che può comportare sanzioni se non adempiuto.
Quello che devi sapere
La storia del voto obbligatorio
Come riportato dall’International Institute for Democracy and Electoral Assistance - un’organizzazione intergovernativa dedicata al supporto della democrazia nel mondo - il concetto di obbligo di voto non è nuovo: tra i primi Paesi a imporlo vengono riportati il Belgio nel 1892, l’Argentina nel 1914 e l’Australia nel 1924. E ci sono anche Stati - per esempio i Paesi Bassi e il Venezuela - che lo hanno prima imposto e poi revocato. E in almeno un caso - il Cile - l’obbligo è stato imposto, poi revocato e poi nuovamente imposto.
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Pro e contro del voto obbligatorio
L’idea di rendere il voto obbligatorio, spiega ancora l’Istituto, è basata sul fatto che secondo i sostenitori di questa pratica i governi democraticamente eletti sono maggiormente legittimi se la percentuale di popolazione che va a votare è più alta. Inoltre affermano che partecipare alle elezioni ha un effetto educativo sulla popolazione, e che è responsabilità dei cittadini eleggere i propri rappresentanti. Chi si oppone a questa pratica, invece, denuncia come sia in contrasto con la liberà associata alla democrazia: per loro i cittadini disinteressati dal partecipare potrebbero reagire negativamente contro quella che percepiscono come una misura oppressiva. Inoltre, avere molte persone che si recano alle urne per obbligo rischia di causare un effetto sui risultati, perché esiste la possibilità che questi votino ‘a caso’ anziché scegliere uno specifico candidato.
I Paesi in Europa dove è obbligatorio votare
L’elenco dei Paesi in cui votare è un obbligo è piuttosto lungo. Per quanto riguarda l’Europa:
- Il Belgio come detto risulta essere uno degli Stati in cui è in vigore da più tempo, cioè dal 1892. E le sanzioni sono piuttosto pesanti: si va da una multa fino alla perdita dei diritti civili in caso di quattro violazioni nell’arco di 15 anni;
- La Turchia è un altro Paese europeo in cui l’obbligo è in vigore e fatto rispettare, con una piccola multa prevista per chi non si reca alle urne senza giustificazione;
- Il voto risulta essere obbligatorio anche in Liechtenstein e in Lussemburgo;
- Anche la Costituzione della Grecia prevede l’obbligo di voto per cittadini, ma non sono previste sanzioni per chi non lo rispetta;
- Discorso simile vale per la Bulgaria: l’obbligo è stato introdotto nel 2016, ma dall’anno successivo non sono previste sanzioni per chi non lo rispetta;
- Da segnalare il caso di Cipro: qui il voto è stato obbligatorio dal 1960 al 2017, quando si è poi deciso di renderlo libero;
- Per quanto riguarda la Svizzera, il voto rimane obbligatorio solamente nel cantone Sciaffusa: in tutti gli altri è stato abolito nel 1974. È prevista una piccola multa per chi non lo rispetta;
- Infine, è da segnalare il caso dei Paesi Bassi che hanno deciso di abolire l’obbligo di voto nel 1967.
I Paesi in Sud America dove è obbligatorio votare
Anche in Sud America ci sono diversi Paesi in cui votare è obbligatorio:
- In Argentina l’obbligo è in vigore dal 1912, e chi non lo rispetta rischia di ricevere una sanzione;
- In Bolivia l’obbligo è stato introdotto nel 1952, e prevede alcune eccezioni: gli over 70, chi è all’estero durante le elezioni e chi può dimostrare di non aver votato per cause di forza maggiore non incorrono in multe;
- Anche in Brasile è presente l’obbligo, in vigore dal 1932, e anche in questo caso non si applica agli over 70. Per tutti gli altri sono previste multe in caso di mancato rispetto della normativa, e una serie di dure sanzioni che arrivano fino alla cancellazione dalle liste elettorali in caso di ripetute violazioni;
- Particolare, come detto, è il caso del Cile: qui l’obbligo è stato in vigore dal 1925 al 2012. Dopo l’abolizione però il Paese è tornato sui suoi passi e dal 2023 è nuovamente obbligatorio andare a votare.
- L’obbligo è in vigore anche in Ecuador per tutti dal 1968, a eccezione degli over 65. Anche in questo caso è prevista una multa per chi non lo rispetta;
- Anche in Paraguay e in Peru è in vigore l’obbligo di voto, e in entrambi i Paesi gli over 75 sono esentati. Previste multe per tutti coloro che non lo rispettano, e anche altre misure in Peru.
- In Uruguay l’obbligo di voto è in vigore dal 1934, anche se non praticato fino al 1970, e prevede una multa per chi non lo rispetta;
- Infine è da segnalare il caso del Venezuela, dove è rimasto in vigore fino al 1993 ma oggi non è più previsto.
Gli altri Paesi in cui è in vigore
Ci sono poi diversi altri Paesi in varie zone del mondo in cui è previsto l’obbligo di andare a votare:
- Tra questi c’è l’Australia, dove è stato introdotto nel 1924 e dove i cittadini possono essere multati se non si recano alle urne;
- L’obbligo è teoricamente in vigore anche in Costa Rica dal 1959, ma non sono previste sanzioni per chi non lo rispetta;
- La Repubblica Dominicana prevedeva l’obbligo fino al 2010, ma è oggi uno di quei Paesi in cui si è deciso di abolire la misura;
- L’obbligo è in vigore anche in Egitto;
- Anche le isole Fiji sono tra gli Stati che hanno deciso di abbandonare l’obbligo, in questo caso nel 2014;
- Nelle Isole Samoa l’obbligo è di recente introduzione: risale infatti al 2019, ed è stato applicato per la prima volta alle elezioni del 2021;
- Singapore è uno dei Paesi con le misure più dure per chi non rispetta l’obbligo di voto: chi non si reca alle urne viene infatti cancellato dai registri elettorali se non fornisce una valida ragione, e perde il diritto di candidarsi alle elezioni come Presidente o membro del parlamento.
- Anche in Thailandia è in vigore l’obbligo di voto dal 1997, e anche in questo caso le sanzioni possono arrivare fino al divieto di candidarsi alle elezioni.
La difficoltà nello stabilite l’obbligatorietà
L’elenco appena letto non è comunque necessariamente esaustivo. Come specifico dall’International Institute for Democracy and Electoral Assistance, infatti, è talvolta difficile stabilire se un Paese pratica davvero l’obbligo di voto se non è previsto nessun tipo di sanzione; oppure se è obbligatorio votare nel caso in cui ci si sia registrati sugli elenchi elettorali ma non sia obbligatorio registrarsi; inoltre in molti casi è sufficiente una qualunque scusa accettabile per evitare del tutto ogni tipo di sanzione. E dunque le diverse forme di voto obbligatorio provocano una differente percezione di quanto sia davvero in vigore una simile regola.
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