OSCE, cos'è e che funzioni ha l'Organizzazione europea per la sicurezza e la cooperazione

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L'organizzazione ha sede a Vienna ed è costituita da 57 Stati partecipanti: l’obiettivo è quello di promuovere la pace, il dialogo politico, la giustizia e la cooperazione tra Paesi

L’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa, è la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza paneuropea. Attualmente è costituita da 57 Stati, tra Nordamerica, Europa e Asia, che coprono l’area geografica da Vancouver a Vladivostok. L’Osce, con sede a Vienna, ha tra gli obiettivi la promozione della pace, il dialogo politico, la giustizia e la cooperazione tra Paesi. Come si legge sul sito della Farnesina, l’OSCE è uno “strumento fondamentale per il preallarme, la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e la ricostruzione successiva ai conflitti nella regione”. All’interno dell’organizzazione non c’è una gerarchia tra Paesi, ma tutti godono di uno status paritario e anche le decisioni vengono prese in base al principio del consenso. Nel 2018, l’Italia ha assunto la Presidenza dell’Osce, carica che è durata un anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre, ed è ricevuta dal Paese designato dal Consiglio Ministeriale.

Nascita dell’Osce

L’Osce nasce come evoluzione del Csce, la Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa, che si tenne per la prima volta il 3 luglio del 1973 a Helsinki, in Finlandia. Gli incontri che ne seguirono, in piena Guerra Fredda, videro la partecipazione di 35 Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Sovietica, Paesi europei e Canada, e furono organizzati al fine di avviare una definitiva distensione nei rapporti tra Est e Ovest. L'1 agosto 1975 venne firmato “l’Atto Finale”, un documento non vincolante giuridicamente che conteneva una serie di principi politici che avrebbero impegnato gli Stati nei loro reciproci rapporti e nei confronti dei propri cittadini. Nel testo erano indicati i settori che, ancora oggi, scandiscono l’attività dell’Osce, che prese vita nel 1995 quando si decise di trasformare la Csce in un’organizzazione stabile il cui nome venne modificato in “Organization for Security and Co-operation in Europe”.

L’attività dell’Osce: la dimensione politico-militare

Tre sono i settori fondamentali in cui si divide l’attività dell’organizzazione, anche chiamati “dimensioni”: la dimensione politico-militare, la dimensione economico-ambientale e la dimensione umana. La dimensione politico-militare affronta gli aspetti militari della sicurezza come controllo degli armamenti, riforme degli apparati di difesa e di polizia, protezione delle frontiere, lotta contro le minacce transfrontaliere come il terrorismo, prevenzione e gestione dei conflitti, deposito di armi leggere e di piccolo calibro e lotta contro la cybercriminalità.

La dimensione economico-ambientale

La dimensione economico-ambientale, invece, si interessa prevalentemente dei temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico, lavorando sulla lotta alla corruzione, sulla protezione dell'ecosistema, sull’uso sostenibile delle risorse naturali, sulla gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e intervenendo per attivare azioni professionali in caso di catastrofi naturali.

La dimensione umana

Infine, la dimensione umana è dedicata alle tematiche dello stato di diritto e della tutela dei diritti umani con particolare riguardo al rispetto e alla protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, alla creazione di strutture democratiche, alla promozione della tolleranza e della non discriminazione, alla libertà di stampa, ai diritti delle minoranze e dello Stato di diritto e alle questioni di genere.

La Presidenza, il Consiglio Permanente e i Consigli Ministeriali

All’interno dell’Osce la Presidenza, della durata di un anno, ha la responsabilità dell’attività esecutiva dell’Organizzazione, mentre il Segretario Generale, che ha mandato triennale, svolge funzioni di rappresentante e assistente del Presidente in esercizio. Il Segretariato, che ha sede a Vienna, fornisce un appoggio amministrativo e operativo all’Organizzazione. L’organo ordinario preposto alle consultazioni politiche e al processo decisionale è invece il Consiglio Permanente, nel quale si riuniscono i rappresentati permanenti degli Stati partecipanti. Annualmente, poi, i ministri degli Esteri dei Paesi membri, si riuniscono nei Consigli Ministeriali. All’interno dell’Osce sono particolarmente importanti tre istituzioni autonome: l'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti dell'Uomo (ODIHR), con sede a Varsavia, il Rappresentante per la Libertà dei Media, con sede a Vienna, e l’Alto Commissario per le Minoranze Nazionali, con sede a L’Aja.

L’Italia e l’Osce

Il nostro Paese, sin dal 1975, sostiene il ruolo dell’organizzazione a livello globale ed è tra i maggiori contributori dell’Osce, sia in termini finanziari che di risorse umane. L’Italia è al terzo posto tra i contribuenti al bilancio ordinario, dopo Stati Uniti e Germania e a pari merito con Regno Unito e Francia, ed è terza anche come presenza di funzionari all’interno dell’organizzazione. L'Italia, inoltre, occupa una delle quattro cariche apicali, quella di Alto Commissario sulle Minoranze Nazionali. Questo ruolo è ricoperto dall’Ambasciatore Lamberto Zannier, che fu Segretario Generale dell’Osce dal 2011 al 2017, mentre dal 1° gennaio 2016 un altro italiano, Roberto Montella, riveste la carica di Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare.

La Presidenza italiana nel 2018

L’Italia è stata eletta all’unanimità nel 2016 per detenere la Presidenza dell’Osce nel 2018. Nella sua funzione è stata coadiuvata dall’Austria, presidente uscente nel 2017, e dalla Slovacchia, entrante nel 2019. A svolgere le funzioni di Presidente è stato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Durante il periodo alla guida dell’Osce, il nostro Paese si è particolarmente impegnato per la ricerca di una soluzione alla crisi ucraina e si è interessato a dare risalto alle sfide e alle opportunità provenienti dal Mediterraneo, ponendo attenzione al tema delle migrazioni e al contrasto della tratta di esseri umani. Quest’anno, invece, l’Italia ha assunto la Presidenza del Gruppo di Contatto con i cinque Paesi partner asiatici e australiani dell’Organizzazione: Afghanistan, Australia, Giappone, Repubblica di Corea, Thailandia.

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