
In Colorado, il giovane James Holmes entrò nella sala di un cinema della cittadina statunitense. Dopo avere lanciato fumogeni sul pubblico che assisteva alla prima del film “Il cavaliere oscuro - Il ritorno”, iniziò a sparare sugli spettatori provocando morti e feriti. Il killer è stato condannato all’ergastolo

Negli Stati Uniti il 20 luglio 2012 un uomo armato di pistola e fumogeni irrompeva in un cinema di Aurora, cittadina a ridosso di Denver in Colorado, durante la prima del film di Batman “The Dark Knight Rises”. Il bilancio è stato di 12 persone uccise e più di 50 ferite, tra cui alcuni bambini, in quella che è ricordata come una delle peggiori stragi da arma da fuoco negli Usa
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James Holmes, autore della strage, all’epoca dei fatti era uno studente di 24 anni di un corso post laurea presso l’Università del Colorado ma aveva avviato le pratiche per ritirarsi dagli studi. Proveniva da San Diego, dove si era laureato in Neuroscienze con il massimo dei voti
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Nella notte tra giovedì 19 luglio e venerdì 20 luglio 2012 Holmes, passando da un’uscita di sicurezza, era entrato nella sala di un cinema multisala di Aurora mentre era in corso la proiezione del film “Il cavaliere oscuro - Il ritorno”. Holmes indossava attrezzature protettive, un casco, una maschera antigas e guanti neri
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L’uomo ha lanciato fumogeni e ha poi iniziato a sparare sul pubblico in sala. Alcuni dei sopravvissuti racconteranno di avere scambiato inizialmente il fumo per un’iniziativa promozionale legata al film. Sono stati colpiti dai proiettili, che hanno attraversato la parete, anche alcuni spettatori della sala vicina a quella in cui è avvenuta la sparatoria
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Nei giorni successivi alla strage, sono state organizzate cerimonie e veglie per ricordare le vittime. Era presente anche l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama

La difesa aveva invece sottolineato come il gesto di Holmes fosse dovuto a una malattia mentale, sostenendo che al momento della strage l’uomo non era in grado di intendere e di volere

Al contrario l’accusa, seppure non negando la possibilità di una malattia mentale, aveva invece sostenuto che Holmes fosse cosciente di quanto stava commettendo, come poteva essere provato dalla scelta delle armi utilizzate nel cinema e dalla pianificazione della strage