
Gandhi, la storia del profeta della nonviolenza e padre dell’indipendenza indiana. FOTO
Dagli studi in legge alla militanza politica come non-violento, dall’ingresso nel partito del Congresso nazionale alla Marcia del sale: con il suo credo il "Mahatma" porta l'India alla liberazione dalla dominazione britannica. Muore nel 1948 per mano di un fanatico indù

Avvocato, teorico della non-violenza, il Mahatma ("la grande anima") Ghandi è stato una delle figure più influenti del Novecento e della storia dell’India, Paese che ha portato all’indipendenza dalla Gran Bretagna. Venne assassinato il 30 gennaio 1948 da un fanatico indù mentre stava andando a pregare in compagnia di suoi parenti
Tutti i film su Gandhi e la non violenza
Gandhi è nato a Porbandar il 2 ottobre del 1869 da una famiglia che faceva parte dei Bania, una casta composta da banchieri, commercianti e mercanti. Il suo nome, Gandhi, significa “droghiere”, anche se gli uomini della sua famiglia, il padre e il nonno, erano dei politici (nella foto, Gandhi nel 1905)
Elezioni India, Modi trionfa: il Paese conferma la strada nazionalista
Dopo aver compiuto i primi studi in patria, Gandhi si trasferisce a Londra per studiare legge, anche se gli aderenti alla sua casta si oppongono perché, sostenevano, in Inghilterra il ragazzo, appena 18 anni, non avrebbe potuto seguire i precetti della religione indù. Malgrado ciò Gandhi parte lo stesso per l’Europa. E questo lo farà dichiarare fuori-casta dalla sua gente
Holi festival, il tripudio di colori induista che accoglie la primavera. FOTO
Subito dopo la laurea in legge, Gandhi va in Sudafrica, dove comincia a lavorare come avvocato e, contemporaneamente, si avvicina alla politica. Qui assiste alla segregazione dei neri e, soprattutto, al forte clima di discriminazione che vivevano gli indiani nel Paese, in particolare nella provincia del Natan
Mito all'asta: 1,8 mln di dollari per cimeli di Gandhi
L’interesse per la politica e l’indignazione dovuta alla discriminazione di cui sono soggetti gli indiani in Sudafrica porta Gandhi, nel 1905, a fondare il Natan indian congress, di cui diventa segretario
Sky TG24 al museo dell'apartheid voluto da Mandela
Nei primi anni del Novecento avviene la trasformazione spirituale di Gandhi. Nel 1906 fa voto di castità, smette di bere latte e comincia a praticare il digiuno. Non solo: si taglia da solo i capelli e si dedica alla pulizia delle latrine, attività, questa, che in India era riservata alla casta degli intoccabili
India, il cielo si colora per il festival degli aquiloni. FOTO
Nel 1914, Gandhi torna in India e lascia definitivamente il Sudafrica. Un episodio che condizionerà la sua vita è il massacro di Amritsar, quando la polizia della corona reprime nel sangue le manifestazioni degli indiani che protestavano perché la madrepatria aveva deciso di estendere in periodo di pace le restrizioni messe in pratica durante la Prima guerra mondiale. Gandhi si oppose con la disobbedienza civile e i morti furono 389
India, i devoti Sikh in visita al Tempio d'oro. FOTO
Nel 1919, Gandhi entra nel partito del Congresso nazionale e comincia a lottare per l’indipendenza dell’India dalla Gran Bretagna. In questo periodo si rafforza il suo credo non-violento, sintetizzato dalla teoria Satyagraha, che si basa sulla prassi della disobbedienza civile. Un orientamento che, poi, influenzerà altri grandi della storia come Nelson Mandela e Martin Luther King
India, i festeggiamenti nel Tempio d’oro di Amritsar. FOTO
Il concetto di disobbedienza civile di Gandhi vede una delle sue massime applicazioni nella Marcia del sale del 1930, punto massimo della protesta contro la tassa del sale imposta dalla corona agli indiani. Dopo 380 km di cammino, Gandhi e altri suoi seguaci arrivano sull’Oceano Indiano ed estraggono il sale violando la legge britannica. Per questo il Mahatma viene arrestato. Ma il suo gesto ha una enorme eco
Gandhi, messa all'asta una lettera in cui parla di Gesù Cristo
Il 24 marzo 1947 inizia il processo di indipendenza dalla Gran Bretagna. Che arriva a compimento il 15 agosto dello stesso anno, quando, però, vengono creati due stati: l’India e il Pakistan, così come chiesto dalla Lega Musulmana Panindiana, da sempre fautrice della nascita di due entità differenziate su base confessionale. Da una parte gli indù, dall'altra coloro fedeli all'Islam. E scoppiano tensioni e disordini tra le comunità
Tutti i film su Gandhi e la non violenza
Per tentare di fermare lo scontro tra indù e musulmani, il 13 gennaio 1948, a 78 anni, Gandhi incomincia il suo ultimo digiuno a Delhi. Chiede che la violenza tra le comunità finisca definitivamente e che il Pakistan e l'India garantiscano l'uguaglianza per i praticanti di tutte le religioni
India, i devoti Sikh in visita al Tempio d'oro. FOTO
Gandhi muore assassinato il 30 gennaio del 1948 a Nuova Delhi. A ucciderlo, con tre colpi di pistola, è Nathuram Godse, un fanatico indù radicale che riteneva il Mahatma responsabile di cedimenti al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane
Tutti i film su Gandhi e la non violenza
Il Mahatma diventa a tutti gli effetti un personaggio mondiale. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha scelto il 2 ottobre, data di nascita del politico indiano, come la “Giornata internazionale della non-violenza”. Nella foto, un’immagine dei funerali di Gandhi a Nuova Delhi
Mito all'asta: 1,8 mln di dollari per cimeli di Gandhi