Nel Paese gli anni del regime sono tornati d’attualità dopo che il governo ha approvato un decreto che, se passerà in Parlamento, consente la riesumazione dei resti del dittatore. Ecco chi è stato il Caudillo che ha mantenuto il potere per 36 anni
A quasi 43 anni dalla morte, in Spagna si parla ancora di Francisco Franco, il dittatore che ha mantenuto il potere con la forza dal 1936 al 1975. E questo soprattutto dopo che il governo di Madrid ha approvato un decreto legislativo che, se passerà in Parlamento, dà il via libera alla riesumazione dei resti del Caudillo e la loro rimozione dal memoriale dove, oltre a lui, sono sepolte le vittime della Guerra Civile, alla Valle dei Caduti. Franco è morto alle 4.20 del mattino del 20 novembre del 1975. Con la sua morte scompariva l'ultimo dei grandi dittatori europei e la Spagna entrava in una fragile transizione fra franchismo e democrazia.
La morte di Franco e la debole democrazia
Due giorni dopo la morte di Franco, il 22 novembre, venne ripristinata la monarchia e divenne re, giurando fedeltà ai principi del franchismo, Juan Carlos di Borbone, nominato dal Caudillo stesso suo successore pochi anni prima. Una transizione, questa, ad alto rischio, per la resistenza della Falange franchista, pilotata dal premier centrista Adolfo Suarez padre della costituzione del 1978, stabilizzatasi dopo l'ultimo colpo di coda del franchismo, il tentato golpe del colonnello Antonio Tejero il 23 febbraio 1981.
Franco e la dittatura durante la Seconda guerra mondiale
Franco è stato senza dubbio un protagonista del Novecento. A differenza di Adolf Hitler e di Benito Mussolini, di cui era un grande ammiratore, il “generalissimo”, che aveva preso il potere soffocando la seconda repubblica spagnola nel sangue della guerra civile del 1936-39, é morto nel suo letto, non fucilato dai suoi avversari, come il Duce, o suicida al cianuro, come il Fuhrer. Questo nonostante il bilancio pesante della sua dittatura. Centinaia di migliaia di morti nella guerra civile e poi nelle fucilazioni, nei campi di concentramento e nel lavoro forzato riservato ai “rossi”. A salvare Franco, probabilmente, fu la mancata entrata in guerra della Spagna al fianco di Hitler e Mussolini durante il secondo conflitto mondiale. In quell'occasione, Madrid si dichiarò prima neutrale e poi non belligerante. Successivamente, nonostante l'isolamento del regime, con l'inizio della guerra fredda, Franco risultò utile agli Usa, che con lui stabilirono accordi militari.
La transizione
La morte di Franco, il 20 novembre 1975, riempì la Spagna di paura e di speranza. Dopo quasi 40 anni di ferreo controllo politico e morale del regime, la scomparsa del Caudillo segnò un'esplosione di libertà nel Paese che fu sociale, culturale, sessuale, e di cui fu vetrina la movida madrilena. Rassicurati i gerarchi franchisti con la legge di amnistia generale del 1977 per tutti i crimini del regime, la Spagna si è poi diretta speditamente verso il ritorno nella famiglia democratica europea. Con l'adesione prima al Consiglio d'Europa, poi alla Comunità europea, quindi alla Nato sotto la guida in alternanza dei due grandi partiti del dopo-Franco, il Psoe (Partito Socialista) e il Partido Popular, nato dalla Alleanza Popular dell'ex-ministro franchista, Manuel Fraga Iribarne.
Il post-Franco: fosse comuni e corpi mai trovati
A più di 40 anni dalla morte del dittatore la Spagna, però, fa ancora i conti con il passato. La legge di amnistia del 1977 ha spesso paralizzato le inchieste sulle atrocità del regime. Nel Paese ci sono anonime fosse comuni nelle quali sono state gettate le vittime dei franchisti durante la guerra civile. Inoltre, non sono stati ancora rinvenuti i resti del poeta Federico Garcia Lorca, fucilato dai franchisti a Granada. La Spagna, per molto tempo, ha messo una pietra sugli orrori del passato per garantire la stabilità del presente. Un passato simboleggiato anche dal memoriale dov’è sepolto il dittatore. Un luogo che il governo socialista guidato da Pedro Sanchez, vuole ora liberare dalle spoglie del Caudillo. Per dare “rispetto e pace alle vittime che vi sono sepolte”.