Israele vieta a 37 ong di operare a Gaza dal 1° gennaio 2026. Msf: “Ci facciano entrare"

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Il governo israeliano chiede alle organizzazioni di fornire informazioni precise sui loro impiegati palestinesi, altrimenti, da domani, non vedranno rinnovata la licenza per lavorare nella Striscia e nella Cisgiordania occupata. Il ministero della Diaspora israeliano precisa che si tratterebbe del 15% del totale delle ong attive. Quelle che rifiutano di sottostare ai nuovi obblighi, dice il dicastero, lo fanno perché "sanno, come lo sappiamo noi, che alcuni di loro sono implicati nel terrorismo o legati a Hamas"

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Scatteranno da domani, 1° gennaio 2026, le nuove regole imposte da Israele per permettere alle organizzazioni umanitarie di continuare a operare sulla Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata. Sono in tutto 37 le ong le cui licenze non verranno rinnovate, come ha comunicato il governo israeliano, a meno che non forniscano informazioni dettagliate sui loro impiegati palestinesi. Il clima è teso: queste ong, ha dichiarato il ministero della Diaspora israeliano, rifiutano di sottostare ai nuovi obblighi perché "sanno, come lo sappiamo noi, che alcuni di loro sono implicati nel terrorismo o legati a Hamas". E un’accusa specifica in tal senso è rivolta a Medici senza frontiere, che in un comunicato oggi ha esortato Israele a lasciarla operare. Secondo il dicastero israeliano, Msf avrebbe però impiegato due persone con "legami con organizzazioni terroristiche". Contattata dall'Afp, Msf ha dichiarato che "non assumerebbe mai consapevolmente persone impegnate in attività militari". E ha aggiunto che "il dialogo con le autorità israeliane prosegue".

Israele: "Ong non rinnovate dovranno cessare attività entro il 1° marzo"

Secondo un comunicato del ministero della Diaspora, le organizzazioni che "hanno rifiutato di trasmettere l'elenco dei propri dipendenti palestinesi, al fine di escludere qualsiasi legame con il terrorismo (...), vedranno le loro licenze annullate a partire dal 1° gennaio" e poi "dovranno cessare ogni attività entro il 1° marzo 2026". In una nota si precisa che solo il 15% delle ong operative nella Striscia sarebbe interessato dalla misura. 

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Hamas: "Pericolosa escalation, disprezzo per sistema umanitario"

Hamas ha condannato la decisione di Israele, esortando la comunità internazionale a impedire quella che ha descritto come un'azione mirata ai palestinesi. "La decisione del governo di occupazione di revocare le licenze operative di decine di organizzazioni umanitarie internazionali costituisce una pericolosa escalation e un palese disprezzo per il sistema umanitario. Chiediamo alla comunità internazionale, e in particolare alle Nazioni Unite... di adottare misure urgenti ed efficaci per condannare questo comportamento criminale", si legge in una nota.

Commissaria Ue a Israele: "La legge sulle ong non può essere attuata"

Anche in Unione europea le nuove regole non sono ben viste. "I piani di Israele di bloccare le ong internazionali a Gaza significano bloccare gli aiuti che salvano vite. L'Ue è stata chiara: la legge sulla registrazione delle Ong non può essere attuata nella sua forma attuale. Tutte le barriere all'accesso umanitario devono essere rimosse. Il diritto umanitario internazionale non lascia spazio a dubbi: gli aiuti devono raggiungere chi ne ha bisogno", scrive su X la Commissaria europea all'uguaglianza, alla cooperazione internazionale e agli aiuti umanitari Hadja Lahbib. 

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