Bondi Beach, attentatore era stato in negozio armi in Filippine. Attacco ispirato all’Isis
MondoLa polizia di Manila, che sta collaborando con la squadra antiterrorismo australiana, ha riferito che il cinquantenne Sajid Akram è stato in una armeria durante il soggiorno durato più di un mese nell'isola meridionale di Mindanao. L’Isis non ha rivendicato l’attacco, limitandosi a dire che l’atto terroristico è stato per lo Stato islamico "motivo di orgoglio": per l’intelligence autraliana, però, un video online rafforza l’idea del legame tra gli attentatori e l’Isis
Proseguono le indagini sull’attentato a Bondi Beach a Sydney che ha portato alla morte di 15 persone. Quella che era stata l’ipotesi iniziale sembra essere ormai confermata da tutte le prove: si è trattato di un attacco ispirato dall’Isis. Lo ha chiarito anche il primo ministro Anthony Albanese che ha parlato di un video online analizzato dall’intelligence australiana che rafforza l’ipotesi: "Siamo stati informati che l'Office of National Intelligence ha identificato un regolare video online proveniente dall'Isis che rafforza l'idea che si sia trattato di un attacco ispirato dallo Stato Islamico", ha detto ieri Albanese ai giornalisti a Canberra, dove ha anche annunciato un piano di riacquisto di armi.
Isis non ha rivendicato
Dal canto suo, l’organizzazione terroristica non ha esplicitamente rivendicato l'attacco, dichiarando però che l’atto terroristico della scorsa domenica, 14 dicembre, è stato per lo Stato Islamico "motivo di orgoglio". Nonostante il video dell’intelligence, del quale però non è stato esplicitato il contenuto, sembri avvalorare l’idea di un attacco di matrice islamista, per gli investigatori ancora non è chiaro se Sajid e Naveed Akram, padre e figlio responsabili dell’attentato, siano entrati in contatto con estremisti islamici durante una visita nelle Filippine avvenuta qualche settimana prima della sparatoria.
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L’attentatore nel negozio di armi nelle Filippine
Una cosa sicura tuttavia c’è: ovvero che uno dei due attentatori di Bondi Beach, durante il viaggio nelle Filippine, ha visitato un negozio di armi. Lo ha reso noto la polizia filippina che sta collaborando con una squadra antiterrorismo australiana. Sajid Akram e suo figlio Naveed sono stati nelle Filippine quasi un mese, più precisamente nell'isola meridionale di Mindanao. Stando alle testimonianze del personale dell'albergo a Davao City, i due uomini sarebbero rimasti chiusi nella loro stanza per la maggior parte del tempo, uscendo solo brevemente ogni mattina. "Quello che abbiamo visto è uno di loro che visitava un'armeria", ha dichiarato la portavoce della polizia regionale di Davao, Catherine Dela Rey, aggiungendo che si trattava del cinquantenne Sajid Akram. Per il Consigliere per la Sicurezza Nazionale filippino Eduardo Ano, "non c'era modo" per gli uomini di lasciare la città per svolgere un addestramento militare perché si assentavano dall'albergo per due-tre ore al giorno, massimo per otto. Inoltre, ha aggiunto il Consigliere per la sicurezza, nessuno dei due uomini ha visitato poligoni di tiro in città.
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Raid antiterrorismo in Australia
Intanto, la polizia australiana due giorni fa ha arrestato nella zona sud-ovest di Sydney sette uomini che hanno possibili legami ideologici con i due terroristi di Bondi. L’antiterrorismo è quindi al lavoro per trovare altre eventuali cellule terroristiche nel Paese e la polizia del New South Wales ha già avvertito la comunità musulmana di Sydney di possibili imminenti raid antiterrorismo. Leader ebraici intervistati dal Sydney Morning Herald hanno fatto sapere di un incontro riservato con la polizia e hanno riferito che le autorità si aspettano che i leader stessi collaborino nel monitorare l'estremismo.