Matrimoni precoci in calo ma per eliminarli ci vorranno 300 anni

Oggi circa 640 milioni di ragazze tra i 20 e i 24 anni si sono sposate prima di compiere 18 anni. La metà vive in Asia meridionale, il 20% in Africa sub-sahariana e un terzo di tutte le spose bambine al mondo si trova in India. Secondo gli ultimi dati dell’Unicef, il fenomeno è in calo: dal 25% nel 2002 al 19% nel 2023, con oltre 68 milioni di bambine che hanno evitato un matrimonio precoce dal 1997. Ma non è sufficiente: a questo ritmo serviranno 300 anni per eliminare i matrimoni precoci, invece dei cinque che ci separano dal 2030, l’anno fissato per l’eradicazione di questo fenomeno dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile adottati all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015. Un terzo delle spose bambine nasce in India L’Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite che difende i diritti dei bambini e delle bambine in tutto il mondo, definisce il matrimonio precoce come una violazione dei diritti umani che è l’esito di un intreccio di diversi fattori. Povertà strutturale, norme sociali consolidate, pressioni legate all’onore familiare, leggi consuetudinarie o religiose che tollerano la pratica, sistemi legislativi deboli e registri civili incompleti creano infatti un terreno in cui il matrimonio infantile diventa una soluzione percepita come “protettiva”, quando in realtà non è così. Per le ragazze, sposarsi troppo presto significa spesso interrompere la scuola, affrontare gravidanze precoci, essere isolate socialmente e vedere ridotte quasi a zero le opportunità di formazione e lavoro, oltre a un rischio più elevato di violenza domestica. Anche se meno studiata, l’esperienza dei ragazzi non è meno problematica: essere catapultati in un ruolo adulto può generare pressioni economiche, responsabilità sproporzionate e una brusca interruzione di qualsiasi progetto educativo o professionale. Per monitorare il fenomeno, l’Unicef utilizza una misura standardizzata e condivisa a livello globale: l’indicatore di riferimento è la percentuale di donne tra i 20 e i 24 anni che si sono sposate prima dei 18 anni. Se non visualizzi il grafico, clicca qui In un solo decennio, la probabilità per una ragazza che vive in Asia meridionale di sposarsi prima dei 18 anni è quasi dimezzata: è in questa regione infatti che si concentra il 78% di tutti i matrimoni precoci evitati negli ultimi 25 anni. Eppure la regione rimane quella con il maggior numero assoluto di spose bambine . Il fenomeno riguarda soprattutto le ragazze con basso livello di istruzione e residenti nelle aree rurali, mentre i matrimoni precoci tra i maschi restano meno diffusi, pur raggiungendo livelli significativi in alcuni Paesi come il Nepal, dove quasi un ragazzo su dieci si sposa in età infantile. Le conseguenze sono particolarmente dure: tre spose bambine su quattro diventano madri mentre sono ancora adolescenti e oltre un terzo prima del compimento dei 18 anni, spesso dopo aver già abbandonato la scuola, vista l’incompatibilità percepita tra istruzione e matrimonio. Nello specifico, l’India ha ottenuto progressi notevoli nella riduzione del fenomeno, ma rimane comunque la nazione con il più alto numero assoluto di spose bambine al mondo. Oltre la metà delle ragazze e delle donne indiane che si sono sposate prima della maggiore età vive in soli cinque Stati con l’Uttar Pradesh che da solo rappresenta la quota più elevata. Anche nel resto della regione, i progressi non sono omogenei: le ragazze delle famiglie più ricche ne hanno beneficiato molto più del resto della popolazione, al punto che se la situazione nel mondo fosse migliorata alla stessa velocità registrata dal quintile più ricco dell’Asia meridionale, oggi la quota globale di spose bambine sarebbe del 9%, non del 19%. Se non visualizzi il grafico, clicca qui È in Africa subsahariana che oggi le ragazze affrontano il rischio più elevato di sposarsi prima di raggiungere la maggiore età: succede a una su tre. La prevalenza varia tra Paesi, ma si concentra soprattutto nell’Africa occidentale e centrale, che ospita 7 dei 10 Stati con i livelli più alti al mondo. Sebbene negli ultimi 25 anni ci siano stati miglioramenti, questi hanno riguardato quasi esclusivamente le famiglie benestanti, mentre tra le più povere il fenomeno è persino aumentato. In Nordafrica e in Asia occidentale, una giovane donna su sei si sposa ancora prima dei 18 anni. La maggior parte dei Paesi ha visto un calo della pratica, ma il ritmo complessivo è frenato dai livelli ancora molto alti in Iraq. Qui, tuttavia, i progressi appaiono più equi rispetto ad altre regioni: l’Egitto è tra i Paesi che hanno ridotto maggiormente la prevalenza tra le fasce più vulnerabili. In America latina e nei Caraibi il matrimonio precoce non mostra alcun segnale di diminuzione negli ultimi 25 anni. Senza un cambiamento di rotta, entro il 2030 la regione sarà seconda solo all’Africa subsahariana. Infine, in Europa orientale e Asia centrale come in Asia orientale e Pacifico, i livelli restano complessivamente bassi ma stagnanti, con il rischio che le ragazze provenienti da contesti svantaggiati rimangano escluse dai progressi registrati altrove. Lontani dall’obiettivo del 2030 Nonostante i progressi registrati negli ultimi decenni, il mondo è oggi molto lontano dall’obiettivo fissato dalle Nazioni Unite: eliminare i matrimoni precoci entro il 2030. Al ritmo attuale, servirebbe un’accelerazione di quasi 20 volte per raggiungere il traguardo. E non si tratta solo di un problema di velocità: i progressi conseguiti finora hanno riguardato in larga parte le fasce più abbienti della popolazione. Se non visualizzi il grafico, clicca qui A questo squilibrio si aggiungono altri due fattori: i conflitti e il cambiamento climatico. Nelle aree di guerra, il rischio di matrimonio precoce raddoppia rispetto alla media globale. Insicurezza, violenza, perdita dei mezzi di sostentamento e interruzioni scolastiche spingono molte famiglie a considerare il matrimonio come una strategia di “protezione”. I dati storici mostrano una relazione diretta: ogni aumento di dieci volte nelle morti legate ai conflitti si associa a un incremento del 7% nella prevalenza dei matrimoni precoci. Eventi estremi, siccità e piogge imprevedibili erodono i redditi familiari, aggravano l’insicurezza alimentare e accelerano fenomeni di migrazione forzata o tensioni comunitarie. Anche qui l’impatto è misurabile: una variazione del 10% delle precipitazioni è collegata a un aumento dell’1% dei matrimoni infantili.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Matrimoni precoci in calo ma per eliminarli ci vorranno 300 anni

Roberta Cavaglià