Diritti umani, Mattarella: "Rapporto inscindibile con la pace"

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"L'evidenza di tale relazione aiuta a comprendere come la pace sia il risultato di un impegno quotidiano e di una responsabilità condivisa, che trova il suo fondamento nella tutela della dignità di ogni persona e nel rifiuto della logica della sopraffazione", ha detto il presidente della Repubblica in occasione della Giornata Mondiale. L'allarme dell'Onu: "I diritti umani sono sottofinanziati e sotto attacco"

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"Esiste un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace: il rispetto dei primi è premessa essenziale della seconda, mentre l'assenza di pace smorza la speranza di proteggere diritti e libertà", ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani che si celebra il 10 dicembre per commemorare l'anniversario della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta il 10 dicembre 1948. "L'evidenza di tale relazione aiuta a comprendere come la pace sia il risultato di un impegno quotidiano e di una responsabilità condivisa, che trova il suo fondamento nella tutela della dignità di ogni persona e nel rifiuto della logica della sopraffazione", continua Matterella. 

"La pace, risultato di impegno quotidiano e responsabilità condivisa"

"Settantasei anni fa, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani pose al centro dell'ordinamento internazionale un principio semplice e rivoluzionario: ogni persona, in quanto tale, è titolare di diritti inviolabili. È questo il messaggio che la comunità internazionale volle affidare al futuro, traendo lezione dalle macerie morali e materiali dei conflitti mondiali. È un messaggio che continua a sollecitare la nostra coscienza collettiva", dice il presidente della Repubblica nel suo messaggio. "I diritti umani subiscono molteplici attacchi. Le guerre - vecchie e nuove - tornano a proiettare la loro ombra sulle popolazioni civili, causando vittime inermi e portando ovunque sofferenza e distruzione, come la cronaca dei conflitti contemporanei dolorosamente conferma. Le violenze contro donne e minori, le discriminazioni, l'erosione delle libertà democratiche, assumono spesso la forma di un generale arretramento della civiltà giuridica rispetto a traguardi che credevamo acquisiti. Di nuovo, vediamo riaffiorare razzismo, aggressioni, disuguaglianze: fenomeni che la storia aveva già ammonito a non ripetere". Per Matterella "esiste un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace: il rispetto dei primi è premessa essenziale della seconda, mentre l'assenza di pace smorza la speranza di proteggere diritti e libertà. L'evidenza di tale relazione aiuta a comprendere come la pace sia il risultato di un impegno quotidiano e di una responsabilità condivisa, che trova il suo fondamento nella tutela della dignità di ogni persona e nel rifiuto della logica della sopraffazione. A tal riguardo, il diritto internazionale e le istituzioni multilaterali rivestono un ruolo decisivo, in quanto strumenti concreti di protezione per gli Stati come per ciascun singolo essere umano. Indebolirli significa esporre ogni individuo, in particolare, i più vulnerabili al rischio che l'esistenza finisca per essere regolata dalla prevaricazione e dall'abuso della forza", conclude il Capo dello Stato, che nella stessa giornata ha visitato il carcere romano di Rebibbia, dove ha parlato dei diritti dei detenuti. "Purtroppo altri istituti di pena presentano una condizione totalmente inaccettabile. Va valorizzato il protagonismo degli istituti di pena per garantire prospettive, ripresa e rinascita".

Onu: "I diritti umani sono sottofinanziati e sotto attacco"

I diritti umani sono sottofinanziati e sotto attacco, ha sottolineato oggi l'Alto Commissario Onu per i diritti umani Volker Türk. "Le politiche di diversità, equità e inclusione adottate per affrontare ingiustizie storiche e strutturali vengono denigrate come ingiuste" e "movimenti contro i diritti umani e contro le disuguaglianze di genere sono sempre più coordinati e ben finanziati, e operano a livello transfrontaliero", ha detto Turk in una conferenza stampa di fine anno . "Secondo il Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi - ha aggiunto - tra il 2019 e il 2023 sono stati mobilitati quasi 1,2 miliardi di dollari da gruppi anti-diritti in Europa". Finanziamenti così ingenti, hanno reso "l'agenda anti-diritti una potente forza transregionale". "Quest'anno è stato difficile" e la "prognosi sarebbe incredibilmente negativa se queste fossero le uniche tendenze", ha però aggiunto. Vi è anche un'ondata di attivismo per i diritti umani, ha insistito Turk evocando la mobilitazione, soprattutto dei giovani, scesi in piazza. "Persone in tutto il mondo hanno protestato contro la guerra e l'ingiustizia, chiedendo azioni per il clima", ha detto esortando i governi "a sfruttare l'energia di questi movimenti sociali" anziché "reprimerli o etichettarli come minacce estremiste alla sicurezza nazionale. Sono, di fatto, l'esatto opposto delle minacce alla sicurezza nazionale", ha detto Turk. In questo difficile contesto, le risorse dell'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani sono state ridotte, così come i finanziamenti per le organizzazioni per i diritti umani. "Siamo in modalità sopravvivenza", ha detto Turk. Quest'anno "abbiamo avuto circa 90 milioni di dollari in meno del necessario", il che significa che circa 300 posti di lavoro sono andati persi e che si è dovuto tagliare lavori essenziali, "in un momento in cui le necessità sono in aumento", ha deplorato l'Alto Commissario.. 

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Un appello per "la modernizzazione" della Convenzione Europea dei Diritti Umani, tale da limitarne l'asserito impatto frenante sulle misure adottate dai governi contro "l'immigrazione irregolare": è questo il senso di un articolo a doppia firma pubblicato oggi dai premier di Regno Unito e Danimarca, Keir Starmer e Mette Frederiksen, sulle colonne del britannico Guardian. L'iniziativa fa da sfondo alla riunione ministeriale odierna dedicata proprio a questo tema fra rappresentanti di governo di 40 Paesi (Ue e non Ue) firmatari della Convenzione in quanto membri del Consiglio d'Europa. Starmer e Frederiksen, che sono a capo di compagini laburiste 'moderate', entrambe in prima fila sul fronte della linea dura contro i flussi migratori "illegali" e dell'impegno a favore di un'accelerazione dei rimpatri, sostengono che il testo della Convenzione, entrata in vigore originariamente nel 1953, vada "reinterpretato e modernizzato" alla luce della situazione attuale. E di quelle che essi indicano come "le sfide del XXI secolo". "Altrimenti - sostengono - coloro che cercano di dividere" l'Europa "si rafforzeranno". La sollecitazione arriva a due giorni dall'intervista in cui il presidente degli Usa, Donald Trump, sostenitore del pugno di ferro sull'immigrazione, ha bollato l'Europa come un continente "in decadenza", definendo i suoi leader "deboli" di fronte sia al dossier migratorio sia a quello della guerra in Ucraina. Alla riunione di Strasburgo sull'avvio di una potenziale revisione della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo, Londra è rappresentata oggi dal vicepremier e ministro della Giustizia, David Lammy. 
Il Rapporto 2024-2025 di Amnesty International, pubblicato in Italia da Infinito Edizioni ad aprile 2025, ha descritto la situazione dei diritti umani in 150 Stati del mondo sottolineando l’insinuarsi di pratiche autoritarie e le feroci repressioni contro il dissenso. Il rapporto ha anche evidenziato che i primi 100 giorni del presidente Trump hanno intensificato la regressione globale e tendenze profondamente radicate nel tempo. Secondo il rapporto sono stati 124 i giornalisti e gl operatori dei media uccisi e 121 gli Stati che hanno promosso leggi per reprimere la libertà di parola.

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